di Claudio Tucci
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Il 2023 si apre con numeri positivi sull’occupazione, confermando una certa vitalità del mercato del lavoro. A gennaio le imprese ricercano oltre mezzo milione di lavoratori, 504mila per l’esattezza. Si sale a 1,3 milioni di ingressi previsti nei primi tre mesi dell’anno (gennaio-marzo 2023). Rispetto a gennaio 2022 ci sono 46mila assunzioni in più (+10,1%), che diventano quasi 149mila in più prendendo come riferimento il trimestre gennaio-marzo 2022 (+12,9%).
La domanda di lavoro prevista ad inizio d’anno si colloca abbondantemente sopra i livelli pre-Covid e segna un +14% (+62mila assunzioni) rispetto a gennaio 2019. A guidare la domanda di lavoro - si veda altro pezzo in pagina - il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8% (+19mila assunzioni). Seguono turismo (+10mila unità; +21,0%), servizi operativi di supporto a imprese e persone (+7mila; +17,7%) e servizi alle persone (+7mila; +12,9%).
La fotografia scattata da Unioncamere-Anpal, attraverso il sistema informativo Excelsior, ha evidenziato anche una nuova crescita delle difficoltà di reperimento di personale, che è passata dal 38,6% dello scorso anno al 45,6% di gennaio 2023 (pari a circa 230mila assunzioni). La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%). Dal Borsino delle professioni emerge che sono maggiormente difficili da reperire dirigenti (66,1%), operai specializzati (61,9%), tecnici (51,6%), conduttori di impianti (49,0%), professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5%), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41,0%). Supera i 4 mesi (4,3 per l’esattezza) il tempo medio di ricerca necessario per ricoprire le vacancies valutate dalle aziende di difficile reperimento.
Guardando alle fasce d’età, sono 153mila le assunzioni programmate rivolte preferenzialmente ai giovani sotto i 30 anni e per le quali si registra una difficoltà media di reperimento del 48%. Circa il 20% delle ricerche di personale sono rivolte a laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila). Per il 18,1% delle assunzioni (oltre 91mila) le imprese pensano di rivolgersi a lavoratori immigrati, soprattutto nei settori della logistica, dei servizi operativi e nella metallurgia.
Claudio Tucci
Redattore
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