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A gennaio il mismatch sale al 45,6%

di Claudio Tucci

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(industrieblick - stock.adobe.com)

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Un anno fa le difficoltà di reperimento erano al 38,6%. La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%).

4 gennaio 2023
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2' di lettura

Il 2023 si apre con numeri positivi sull’occupazione, confermando una certa vitalità del mercato del lavoro. A gennaio le imprese ricercano oltre mezzo milione di lavoratori, 504mila per l’esattezza. Si sale a 1,3 milioni di ingressi previsti nei primi tre mesi dell’anno (gennaio-marzo 2023). Rispetto a gennaio 2022 ci sono 46mila assunzioni in più (+10,1%), che diventano quasi 149mila in più prendendo come riferimento il trimestre gennaio-marzo 2022 (+12,9%).

Superati i livelli pre Covid

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La domanda di lavoro prevista ad inizio d’anno si colloca abbondantemente sopra i livelli pre-Covid e segna un +14% (+62mila assunzioni) rispetto a gennaio 2019. A guidare la domanda di lavoro - si veda altro pezzo in pagina - il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8% (+19mila assunzioni). Seguono turismo (+10mila unità; +21,0%), servizi operativi di supporto a imprese e persone (+7mila; +17,7%) e servizi alle persone (+7mila; +12,9%).

Cresce ancora il mismatch

La fotografia scattata da Unioncamere-Anpal, attraverso il sistema informativo Excelsior, ha evidenziato anche una nuova crescita delle difficoltà di reperimento di personale, che è passata dal 38,6% dello scorso anno al 45,6% di gennaio 2023 (pari a circa 230mila assunzioni). La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%). Dal Borsino delle professioni emerge che sono maggiormente difficili da reperire dirigenti (66,1%), operai specializzati (61,9%), tecnici (51,6%), conduttori di impianti (49,0%), professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5%), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41,0%). Supera i 4 mesi (4,3 per l’esattezza) il tempo medio di ricerca necessario per ricoprire le vacancies valutate dalle aziende di difficile reperimento.

Per gli under30 le difficoltà nelle selezioni sono al 48%

Guardando alle fasce d’età, sono 153mila le assunzioni programmate rivolte preferenzialmente ai giovani sotto i 30 anni e per le quali si registra una difficoltà media di reperimento del 48%. Circa il 20% delle ricerche di personale sono rivolte a laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila). Per il 18,1% delle assunzioni (oltre 91mila) le imprese pensano di rivolgersi a lavoratori immigrati, soprattutto nei settori della logistica, dei servizi operativi e nella metallurgia.

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