di Marco Ludovico
Draghi: "In arrivo decreto per rimuovere impedimenti a Pnrr"
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Le «macromisure» per risollevare i territori delle quattro regioni colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 sono due.
Fondi, va subito precisato, previsti dal Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma non destinati alla ricostruzione in senso stretto. Sono mirati, invece, a una missione più ampia e sfidante: la rinascita economica e sociale. Quella più attesa da territori oggi desolati e abbandonati.
Ma domani, si spera al più presto, tornati di nuovo come prima. Quando non era ancora cominciato l’esodo dai centri urbani. La regressione demografica. L’impoverimento progressivo. Fino alla tragedia delle scosse telluriche. La macromisura A si intitola «Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi». Vale un miliardo e 80 milioni. La macromisura B è denominata «Rilancio economico e sociale» e ammonta a 700 milioni. In ballo c’è una miriade di interventi per le imprese.
La seconda macromisura, dunque, si articola su quattro linee di azione. La loro attuazione pratica si vedrà con bandi e gare. La prima linea, valore 380 milioni, è destinata al sostegno degli investimenti in conto capitale delle imprese. Di questi una prima parte, valore 60 milioni, riguarda sei iniziative strategiche per grandi investimenti; altri 100 milioni per 40 iniziative di dimensione intermedia; 20 milioni per investimenti diretti nelle pmi. Più 60 milioni indirizzati per 150 interventi sulla nascita, lo sviluppo e il consolidamento di imprese. Altri 100 milioni vanno a oltre 600 interventi di innovazione diffusa. Ci sono infine 40 milioni per più di mille iniziative di rientro di attività economiche.
La seconda sottomisura - “Turismo, cultura, sport e inclusione” è di circa 180 milioni di cui 80 milioni per sostenere circa 200 iniziative a fondo perduto o finanziamento agevolato per lo sviluppo di imprese culturali, creative, turistiche, sportive anche del Terzo Settore.
La terza sottomisura - “Valorizzazione ambientale, economia circolare e ciclo delle macerie” - mette sul tavolo 60 milioni. Tra gli altri obiettivi, la nascita di una filiera di gestione e valorizzazione delle risorse ambientali, forestali e agroalimentari. Attraverso la creazione di associazioni fondiarie a prevalente capitale pubblico per raggruppare aree agricole e boschi abbandonati. Altri 47 milioni sono destinati alla nascita di 60 piattaforme forestali per la raccolta e la trasformazione del legno e per la lavorazione - trasformazione e confezionamento - dei prodotti della filiera. La quarta sottomisura si intitola “Centri di ricerca per l’innovazione” con 80 milioni assegnati. È così prevista la nascita di quattro centri di ricerca per le rispettive regioni - Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria - mirati in particolare alle vocazioni produttive ed economiche di ciascun territorio. In ballo anche la costituzione di un centro di formazione tecnica per la pubblica amministrazione a L’Aquila.
Nel documento di palazzo Chigi «Programma unitario di intervento - Interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016» si osserva: «L’area dei crateri sismici e dei territori limitrofi mostra come, negli ultimi dieci anni, si abbia avuto una perdita del Pil intorno al 12 per cento (del 10 per cento per quanto riguarda il valore aggiunto manifatturiero)».
Di conseguenza c’è stata «una contestuale diminuzione del reddito disponibile e della popolazione residente, soprattutto nei comuni più colpiti dagli eventi sismici, i cui valori negativi superano, in media, il 30 per cento rispetto ai dati precedenti agli eventi sismici». Decisiva, a questo punto, può essere secondo i tecnici dell’esecutivo la svolta green. Si legge: «La presenza di un’economia che conserva una buona base manifatturiera e artigianale rende in ogni caso ancora più importante la svolta verso la circolarità e le competenze green. Nelle imprese dell’industria, la quota di entrate relative ai Green Jobs - sottolinea il documento - previste per i prossimi anni è infatti molto superiore a quella prevista nei servizi (65% contro 23% – dati 2019 Sistema Excelsior)».
La macromisura A punta a una strategia articolata di rinascita dei centri urbani. Strumento trasversale ma decisivo per gli effetti e le ricadute generali è un investimento ampio sulle tecnologie e le infrastrutture digitali. Non sostituisce ma si affianca al piano per la banda ultra larga annunciato dal ministro per l’Innovazione Vittorio Colao. Con 157 milioni si prevede di istallare attraverso la tecnologia blockchain 17 mila sensori in tutto il cratere sismico. Dovranno monitorare i parametri più sensibili del territorio, dalla qualità dell’aria fino al rischio di scosse, ma anche il tracciamento delle macerie, i consumi energetici, i livelli di fiumi e laghi. Un altro pacchetto di risorse elevato, 235 milioni, è intitolato “Comunità energetiche, recupero e rifunzionalizzazione di edifici pubblici e produzione di energia/calore da fonti rinnovabili”.Altri 325 milioni puntano invece alla “Rigenerazione urbana e territoriale”. Di questi, 200 milioni andranno ai progetti di spazi aperti al pubblico, ai borghi, ai quartieri di paesi e città.
La quarta sottomisura, “Infrastrutture e mobilità”, ammonta a 335 milioni di euro. Ed è tra quelle a massima ricaduta non solo per la vitalità sociale ma anche per l’indotto economico. Ci sono in campo 40 milioni per il rinnovo del materiale per il trasporto locale ed extraurbano; 50 milioni per l’adeguamento a idrogeno della tratta Sulmona-L’Aquila-Rieti-Terni insieme alla realizzazione di punti di produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Più altri 10 milioni per il potenziamento e il restyling di stazioni ferroviarie nei due crateri del sisma. C’è poi un pacchetto cospicuo, 235 milioni, per la rete stradale, così ripartiti: 60 milioni sulle criticità censite da Anas sulla rete secondaria, 175 milioni per l’adeguamento e il potenziamento di alcuni lotti di viabilità statale individuati nel contratto di programma Anas.
Le risorse sono tante, altrettanti i progetti. La sfida per la rinascita è già cominciata.
Marco Ludovico
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