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Pnrr, via libera Ue a terza rata da 21 miliardi Giorgetti: saremo prudenti e realisti

di Beda Romano e Gianni Trovati

Meloni: «Su Pnrr nessuna chiusura preconcetta in Ue»

L’esborso fa seguito alla richiesta dell’Italia avanzata alla fine del giugno scorso e alla valutazione positiva alla richiesta di pagamento comunicata dalla Commissione lo scorso 27 settembre

8 novembre 2022
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2' di lettura

Il debutto a Bruxelles del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti all’Eurogruppo di lunedì 7 novembre è stato segnato dalla notizia del via libera finale ai 21 miliardi della seconda rata Pnrr da parte del comitato economico finanziario, che ha quindi completato i passaggi tecnici per l’assegno che dovrebbe essere erogato oggi. E dalla preoccupazione comunitaria per i piani Usa anti-inflazione.

Per Giorgetti bilaterali con Donohoe, Le Maire e Kaag

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Nel presentare come di prassi per i nuovi arrivati le linee economiche del governo, Giorgetti è tornato a usare toni rassicuranti spiegando che «saremo realisti e prudenti. Tutti siamo preoccupati per il debito, anche l’Italia deve fare la propria parte e la farà». Il primo dei due giorni europei è stato l’occasione anche per una serie di bilaterali con il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire e l’omologo olandese Sigrid Kaag.

Gentiloni: rischio di una contrazione dell’economia durante l’inverno

L’Eurogruppo ha fatto il punto della situazione economica. Il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni ha notato il rischio di «una contrazione dell’economia durante l’inverno». A proposito del suo incontro con il nuovo ministro dell’Economia italiano, il presidente dell’Eurogruppo Donohoe ha definito il colloquio «molto positivo». L’uomo politico irlandese ha aggiunto che «vi è ampia occasione per avere una relazione che sia al tempo stesso stretta e produttiva».

Sotto la lente dell’Eurogruppo le misure Usa per ridurre l'inflazione

Intanto, sono fonte di preoccupazione le misure che Washington ha preso per ridurre l’inflazione (l’Inflation Reduction Act). Francia e Germania hanno denunciato ieri le sovvenzioni protezionistiche americane. Il piano, del valore di 370 miliardi di dollari, prevede tra le altre cose un credito d’imposta fino a 7.500 dollari per l’acquisto di un veicolo elettrico prodotto in uno stabilimento nordamericano con una batteria di produzione locale, escludendo quindi le auto prodotte nell’Unione europea.

Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire si è detto «fortemente preoccupato». In ballo, «c’è il futuro del reciproco libero accesso al mercato che è al cuore delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione europea». Ha aggiunto l'uomo politico: «Ci aspettiamo che la Commissione presenti proposte per una risposta forte a questa politica statunitense». Le parti hanno creato un gruppo di lavoro congiunto per tentare di smorzare i rischi di una guerra commerciale.

Sempre a Bruxelles, il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner è stato sulla stessa linea: «Sono preoccupato dalle conseguenze dell’Inflation Reduction Act (…) Non sono sicuro che la parte americana abbia compreso appieno la portata delle nostre preoccupazioni (…) Abbiamo bisogno di un partenariato più stretto e non più lasco con gli Stati Uniti». L’amministrazione Trump aveva introdotto nel 2018 dazi su alluminio e acciaio europei, poi sospesi nel 2021.

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