Sportello superbonus: I dubbi sulle cessioni e le possibili modifiche al decreto
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«Credo di poter prevedere che almeno alla data del 30 giugno potremo dare una proroga per le unifamiliari». Così il deputato FdI Andrea De Bertoldi, relatore del decreto sui bonus edilizi sull’estensione della data del 31 marzo per il superbonus, intervenuto al convegno “I bonus edilizi e le opzioni di sconto e cessione”. «Stiamo lavorando per capire se possiamo dare più tempo», ha aggiunto.
Al convegno è intervenuto anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il superbonus, ha sottolineato, comporta «120 miliardi di minori incassi spalmati fino al 2026 , se non si fosse capito debito maturato che lo Stato dovrà pagare, numeri insostenibili per le casse dello Stato». Sul superbonus e il meccanismo della cessione del credito, ha continuato, «siamo dovuti intervenire d’urgenza per mettere in sicurezza i conti dello Stato ed evitare che nuovi illusi venissero attratti dalla trappola dello sconto in fattura. Mi stupisco che una parte della classe dirigente non lo capisca».
Giorgetti ha spiegato che «il governo è assolutamente aperto al confronto su un secondo tempo dei bonus edilizi. Qualsiasi proposta che governo e parlamento facessero propria dovrà camminare su solide gambe e dovrà tener conto delle nuove regole di contabilità. Ciòcomporta quelle scelte spesso non facili che la politica del 110% ha evitato di assumere mettendo a repentaglio» i conti dello Stato.
«I paletti normativi che sono stati messi» sui crediti per i bonus edilizi «sono un filtro molto rilevante» contro le frodi, ha sottolineato a sua volta il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini. «Questo lo dico per tranquillizzare il sistema. Ora è particolarmente complesso perpetrare una frode e questo vuol dire che questi interventi sono stati necessari e utili. Il sistema bancario non è obbligato ad intervenire ma può stare tranquillo: oggi quello che circola è stato controllato. Se l’Agenzia dovesse scoprire nuove frodi - ha precisato Ruffini - è perché in quella montagna di 110 miliardi di crediti che sono nella piattaforma stiamo scandagliando tutte le comunicazioni, che sono 13,5 mln, per verificare se taluni crediti abbiano profili di rischio. Può anche succedere che troviamo un credito falso ma perché magari è fermo lì dal 2020 ed evitiamo che qualcuno cerchi di rimetterlo il giro».
Intanto Giovanni Savio, direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell’Istat, nel corso della audizione in commissione Finanze del Senato sui crediti d’imposta ha spiegato che «al momento, stante le caratteristiche vigenti, per i crediti fiscali non si rileva alcun impatto sul debito pubblico». «Le passività fiscali di cui lo Stato diviene titolare nei confronti dei contribuenti che hanno avuto accesso a questi crediti non sono classificabili come passività rientranti nella definizione di debito di Maastricht - ha aggiunto Savio -. Se dovessero successivamente intervenire modifiche inerenti le modalità di cessione e/o il recupero dei crediti, o in generale dovesse mutare la natura di credito fiscale, l’eventuale valutazione in termini di impatto sul debito spetta alla Banca d’Italia».
«Ci sarò. Al fianco di lavoratori, imprese e famiglie». Così il presidente pentastellato Giuseppe Conte annuncia in un tweet la sua presenza alla manifestazione promossa dall’associazione Esodati del Superbonus che si svolgerà martedì 21 marzo a Roma. Il Movimento 5 Stele aveva già annunciato la partecipazione al corteo con un post sui social. «Noi non tradiamo come il Governo Meloni - si legge - non lasciamo soli imprenditori, lavoratori, professionisti e famiglie su Superbonus e cessione dei crediti edilizi. Le soluzioni ci sono, basta applicarle. Il 21 marzo alle 10 il M5S sarà al loro fianco a Roma, in Piazza della Repubblica».
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