Scholz a Parigi, resta lo stallo sull'invio dei Leopard a Parigi
La Russia ha inviato decine di migliaia di altri soldati al fronte per rafforzare le proprie linee in Ucraina negli ultimi mesi, ma questo ha fatto ’’poca differenza’’ in quanto i militari erano ’’mal equipaggiato, mal addestrati’’ e si sono ’’precipitati sul campo di battaglia’’. Lo ha detto un funzionario americano citati dalla Cnn spiegando che la Russia ha inviato le truppe come rimpiazzi o rinforzi per le unità già esistenti.
Kiev, 23 gen. (Adnkronos) - Pesanti scontri sono in corso a Bakhmut e a Avdiivka, nell’Ucraina orientale, tra le forze armate di Kiev e quelle di Mosca. Lo rende noto lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino spiegando che ’’gli aggressori russi sono stati respinti con notevoli perdite’’. I militari ucraini aggiungono che, nell’ambito degli sforzi per catturare interamente la regione di Donetsk, l’esercito russo ha attaccato ’’senza badare alle proprie perdite’’.
“L’Ucraina sta aspettando la consegna dei sistemi missilistici antiaerei Patriot, promessi dagli Usa e sta già esaminando la possibilità di ricevere i carri armati Abrams”. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo video discorso ai partecipanti alla conferenza delle camere di commercio e industria Usa. Lo riporta Unian. Zelensky ha osservato che “dopo la fine della guerra, l’Ucraina sarà in grado di offrire alle imprese americane molti progetti interessanti da realizzare”. La collaborazione con JP Morgan, Goldman Sachs, Starlink e Westinghouse è già iniziata, scrive Unian.
“Il tema dei carri armati è importante ma si deve tenere in considerazione la quantità di aiuti militari che è stata decisa alla riunione di Ramstein”. Lo ha detto l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del consiglio Affari Esteri a Bruxelles. “La nota principale che è emersa dalla nostra discussione è che la Germania non bloccherà i Paesi che decidono di inviare i tank”.
Un ex agente dell’Fbi è stato arrestato per i suoi legami con l’oligarca russo Oleg Deripaska. Lo riporta Abc citando alcune fonti, secondo le quali Charles McGonigal - ex agente speciale responsabile dell’antiterrorismo nell’ufficio dell’Fbi di New York - è stato fermato all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di rientro dallo Sri Lanka. McGonigal, che ha lasciato l’agenzia federale nel 2018, è accusato di aver violato le sanzioni americane per aver cercato di far rimuovere Deripaska dalla lista delle persone sanzionate dagli Stati Uniti.
L’ex agente dell’Fbi è accusato, riporta il New York Times, di aver ricevuto pagamenti da Deripaska in cambio di indagini sui rivali dell’oligarca russo. Deripaska, tycoon dell’alluminio con legami con il presidente russo Vladimir Putin, è stato cliente di Paul Manafort, l’ex manager della campagna elettorale di Donald Trump. McGonigal si è dichiarato, tramite il suo legale, non colpevole. “Charlie è stato al servizio degli Stati Uniti in modo efficace per decenni. Abbiamo valutato le accuse mosse dal governo e attendiamo di vedere le prove su cui intende basarsi”, ha spiegato l’avvocato dell’ex agente. L’arresto ha colto di sorpreso gli ex colleghi di McGonigal.
Il miliardario russo Oleg Deripaska al Forum economico internazionale di San Pietroburgo (foto Reuters/Shemetov)
- “Oggi abbiamo raggiunto un accordo politico per la settima tranche del sostegno militare all’Ucraina: altri 500 milioni e un’ulteriore sostegno nella nostra missione di addestramento militare. Ciò porta il supporto militare totale nell’ambito dello European Peace Facility a 3,6 miliardi di euro”. Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Ue Affari esteri.
“Questo è il sostegno dal bilancio dell’Unione europea o dal fondo intergovernativo, ma teniamo presente che la cifra di 49 miliardi è l’importo totale del sostegno militare, finanziario e economico e umanitario, quasi 50 miliardi. Ciò significa che l’Unione è classificata al primo posto. Tra Stati membri e istituzioni europee tutti insieme, siamo al primo posto per il nostro sostegno all’Ucraina”.
“Siamo più che determinati a inviare i tank all’Ucraina, lo abbiamo promesso” a Kiev. Così il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, al termine del Consiglio Esteri Ue. Sulla questione, ha aggiunto, “staremo in contatto con il governo tedesco” a cui “di certo invieremo la richiesta di autorizzazione” per l’invio dei Leopard all’Ucraina. “Restano ancora da determinare” quali Paesi si aggiungeranno alla coalizione guidata da Varsavia che sostiene l’invio dei carri armati all’Ucraina anche senza il via libera di Berlino. “I negoziati - ha aggiunto - sono in corso”. “La reazione di Berlino - ha concluso - avrebbe potuto essere più determinata e più dinamica”.
“La decisione è stata presa in considerazione del fatto che la Russia continua la sua aggressione militare su vasta scala contro l’Ucraina lanciata il 24 febbraio 2022, nonché in solidarietà con l’Estonia e la Lituania”, ha spiegato il ministero degli Esteri lettone nel comunicato. In precedenza il ministro degli Esteri Edgars Rinkevics aveva annunciato su Twitter l’intenzione di Riga di “abbassare il livello della rappresentanza diplomatica russa a livello di un plenipotenziario” dal 24 febbraio.
“Purtroppo non ci sono, al momento, le condizioni per un’effettiva trattativa di pace”, è quanto ha dichiarato oggi, a proposito dell’Ucraina, il segretario generale delle Nazioni Unite, il portoghese António Guterres, in un’intervista rilasciata alla radiotelevisione pubblica del Portogallo (Rtp) a margine del vertice internazionale sugli oceani, l’Ocean Race Summit, in corso nell’arcipelago di Capo Verde.
“Noi, come Onu, non ci lasciamo coinvolgere nella questione degli armamenti, ma siamo impegnati a ridurre le conseguenze sul piano umanitario per il popolo ucraino e sul piano economico-umanitario rispetto alla situazione globale”, ha affermato Guterres, dichiarandosi molto preoccupato. “Corriamo il rischio che questa guerra duri ancora a lungo e spero che entro la fine di quest’anno si trovi una soluzione, che però in questo momento non è all’orizzonte”.
“L’amministrazione della Svezia non dovrebbe parlare di diritti e libertà; prima mostrino rispetto per la fede delle persone religiose, se non ci sarà rispetto non ci sarà sostegno da parte nostra” per la candidatura di Stoccolma nella Nato. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un discorso trasmesso dalla tv di Stato turca Trt, criticando l’esponente della destra svedese Rasmus Paludan che, nei giorni scorsi, ha bruciato una copia del Corano davanti all’ambasciata turca di Stoccolma. “Nessun individuo ha la libertà di insultare la fede dei musulmani”, ha affermato il presidente turco. (ANSA).
“Oggi più che mai risulta necessario mobilitare i nostri alleati” a sostegno dell’Ucraina. Lo hanno dichiarato oggi in conferenza stampa i Presidenti di Polonia, Andrzej Duda, e Lituania, Gitanas Nausėda, al termine di un incontro bilaterale tenutosi a Varsavia. “Dobbiamo mettere ogni energia possibile per mobilitare gli alleati a ulteriore sostegno della lotta dell’Ucraina contro l’aggressore. Ogni giorno di guerra costa vite umane, quindi prima forniremo all’Ucraina le armi necessarie, prima la guerra sarà fermata e l’aggressore sarà sconfitto”, ha affermato il Presidente lituano. A tal riguardo, Nausėda ha sottolineato la necessità di proseguire gli sforzi per fornire all’Ucraina le armi pesanti necessarie “per rendere la fine della guerra e la vittoria dell’Ucraina più vicine”. I due capi di stato hanno sottolineato che la Lituania e la Polonia sostengono l’attuazione del piano di pace in 10 punti proposto dal presidente Volodymyr Zelensky. Nausėda ha inoltre osservato che è necessario fin da subito prendere tutte le decisioni necessarie sull’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’UE. I leader di Lituania e Polonia si sono inoltre detti convinti della fondamentale importanza di continuare a lavorare insieme per ottenere sanzioni ancora più severe contro la Russia e per istituire un tribunale speciale per i crimini dell’aggressione russa.
La Bundeswehr, le forze armate tedesche, hanno avviato oggi la fornitura alla Polonia di due delle tre batterie di sistemi di difesa anti missile Patriot. Tre convogli con 40 veicoli e 150 soldati sono partiti questa mattina da Gnoien, in Germania orientale diretti verso Zamosc, in Polonia sud orientale, dove sono attesi per mercoledì pomeriggio. La terza batteria seguirà nei prossimi giorni. Soldati tedeschi sono presenti in Polonia dal 16 gennaio per assicurare la consegna in sicurezza. L’obiettivo è la protezione dello spazio aereo, il territorio e la popolazione della Polonia, ha detto il colonnello tedesco Joerg Sievers, sottolineando che si tratta di un sistema “puramente difensivo”. L’invio dei Patriot è stato deciso dopo che a novembre un missile è caduto in territorio polacco, nell’ambito dell’invasione russa dell’Ucraina, uccidendo due civili. Il dispiegamento del sistema di difesa è per ora limitato a sei mesi.
“Il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia”. Lo ha dichiarato il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, citato dalla Tass. “L’operazione speciale che si sta compiendo” in Ucraina “è stata una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell’aggressione da parte degli Stati Uniti d’America e dei suoi satelliti. È ovvio che il mondo si è avvicinato alla minaccia di una terza guerra mondiale per quello che è successo”, ha affermato.
I 27 ministri degli Esteri Ue riuniti oggi a Bruxelles per il consiglio affari esteri hanno dato il via libera politico a una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina del valore di 500 milioni nel quadro delle risorse dello European Peace Facility. Lo fa sapere la presidenza di turno svedese. La decisione formale, sottolineando fonti diplomatiche, sarà invece presa da un prossimo Coreper (il comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue).
La Lettonia ha annunciato che “abbasserà il livello della rappresentanza diplomatica russa a livello di un plenipotenziario” dal 24 febbraio in solidarietà con l’Estonia. Lo ha annunciato su Twitter il ministro degli Esteri lettone Edgars Rinkevics. “Tenendo conto del fatto che l’aggressione della Russia contro l’Ucraina continua e in solidarietà con l’Estonia, dal 24 febbraio la Lettonia abbasserà il livello della rappresentanza diplomatica in Russia al livello di un plenipotenziario, chiedendo di conseguenza alla Russia di agire in modo simile”, ha scritto Rinkevics sul social.
Secondo quanto riporta la Bbc, il ministro degli Esteri tedesco, Anna Baerbock, ha dichiarato che la Germania “non ostacolerebbe” la Polonia, se questa dovesse inviare carri armati Leopard 2 in Ucraina. L’Ucraina ha chiesto all’Occidente di fornire i carri armati di fabbricazione tedesca che, secondo loro, li aiuteranno a sconfiggere la Russia.
Ma la Germania deve ancora fornire i veicoli blindati, e le sue leggi sull’esportazione impediscono ad altri paesi di inviare i loro.
Domenica 22 gennaio, Baerbock ha affermato che la Polonia non aveva ancora chiesto il permesso di esportazione. “Per il momento la domanda non è stata posta, ma se ci fosse chiesto non saremmo d’intralcio”, ha spiegato nel corso di una intervista alla TV francese LCI. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha dichiarato oggi che il suo governo chiederà l’autorizzazione a Berlino. Ma ha detto che la Polonia avrebbe inviato i carri armati in Ucraina, anche se non fosse stato concesso.
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L’Estonia cederà all’Ucraina tutti gli obici da 155 mm in suo possesso nell’ambito del pacchetto record di aiuti militari da 113 milioni di euro annunciato il 19 gen. “Vogliamo creare un precedente, così che altri paesi non avranno scuse per non fornire all’Ucraina le armi necessarie per vincere la guerra”, ha detto l’ambasciatore estone a Kiev, Kaimo Kuusk, secondo quanto riporta la pagina Facebook dello stato maggiore ucraino. Del pacchetto estone fanno parte decine di obici Fh-70 da 155 mm e obici D-30 da 122 mm, migliaia di proiettili d’artiglieria da 155 mm e centinaia di lanciatori di granate anti tank Karl Gustav con le loro munizioni, ha confermato Kuusk. Nell’inviare aiuti militari a Kiev, altri paesi occidentali hanno sottolineato di non poter svuotare i loro arsenali.
Alla Russia rimangono solo 550 missili di alta precisione, pari a circa il 20% del suo stock prima della guerra. La stima è di Vadym Skibitskyi, numero due dell’intelligence militare ucraina, in una intervista all’agenzia stampa baltica Delfi, rilanciata da Ukrainska pravda. “I russi hanno missili Iskander, Kh-101, Kh 555. Secondo le nostre stime, la Russia non ha più del 20% del suo stock pre guerra e di quanto è stato prodotto durante il conflitto. Si tratta di circa 550 unità. Hanno il potenziale per non più di due o tre attacchi massicci con 80 missili”, afferma Skibitskyi. Nell'ultimo attacco massiccio, i russi hanno usato meno di 30 missili di precisione, evidenziando il loro deficit, nota ancora Skibitskyi. Per questo i russi fano ora ricorso ai droni, fabbricati da loro o dagli iraniani. Inoltre, aggiunge, “le forze di Mosca modificano i missili terra- aria S-300 e S-400 per lanciarli lungo una traiettoria terra-terra. Si tratta di armi poco precise, ma distruttive”.
Il gruppo Wagner, l’esercito privato di Yevgeny Prigozhin, ha già perso circa 40.000 prigionieri precedentemente reclutati nella guerra in Ucraina. Lo ha affermato il capo della fondazione di beneficenza “Sitting Russia”, Olga Romanova, in un’intervista al canale My Russian Rights. Secondo Romanova, l’abbandono di massa dei prigionieri da “Wagner” è iniziato in autunno. Allo stesso tempo, molti sono fuggiti dal fronte in Russia, portando con sé armi. Romanova ha espresso l’ipotesi che lo stesso Yevgeny Prigozhin non tenga traccia dei dispersi e dei disertori tra i mercenari: tutti sono registrati tra i morti. Ciò è probabilmente indicato dal fatto che i parenti dei morti in Russia ricevono bare vuote.
Per approfondire: Wagner Group, così agisce la mano invisibile (e armata) della Russia di Putin
La Bundeswehr ha iniziato il trasferimento dei primi due dei tre squadroni di sistemi missilistici antiaerei Patriot in Polonia. Lo riporta il quotidiano tedesco Welt. Da Gnoien (distretto di Rostock), sono partiti tre convogli con 40 veicoli e 150 soldati, scrive il giornale. I sistemi antiaerei saranno schierati nelle vicinanze della città di Zamość, nel sud-est della Polonia, dove i convogli dovrebbero arrivare mercoledì pomeriggio. Da lì sono circa 60 chilometri fino al confine ucraino e 110 chilometri fino alla città ucraina di Leopoli. Lo scopo del trasferimento, ha spiegato la Bundeswehr, è proteggere lo spazio aereo della Polonia e rafforzare il fianco orientale della Nato. La Germania ha offerto alla Polonia sistemi di difesa aerea Patriot dopo che due uomini sono rimasti uccisi dopo che un missile è caduto in territorio polacco lo scorso novembre.
“Fino ad ora non abbiamo ricevuto alcuna richiesta” ufficiale da parte della Polonia per il permesso di inviare carri armati Leopard in Ucraina. Lo ha affermato il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit in conferenza stampa, come riporta la Cnn. “E se lo chiedessero, allora c’è una certa procedura”, ha aggiunto Hebestreit, “non posso dirti se ci vorranno alcuni giorni o diversi mesi”.
Carri armati polacchi ’Leopard 2’ durante le manovre dei paesi del Gruppo di Visegrad, Stati Uniti e Regno Unito presso il campo di allenamento di Nowa Deba, Polonia sudorientale (foto Epa/Delmanowicz)
L’Ungheria ha dato il “via libera politico” alla nuova tranche dello European Peace Facility da 500 milioni per finanziare l'invio di armi all’Ucraina. Lo si apprende da fonti diplomatiche Ue. L'annuncio è arrivato mentre si sta svolgendo il Consiglio Ue Esteri anche se oggi, spiega la fonte, “non era prevista nessuna decisione formale, che sarà invece presa da un prossimo Coreper”, la riunione degli ambasciatori Ue, chiamati a dare il via libera con approvazione formale.
“La primavera e l’inizio dell’estate saranno decisive per la guerra. Se la grande offensiva russa prevista per allora fallirà, cadranno Putin e la Russia”. A dirlo è Vadym Skibitskyi, numero due dell’intelligence militare ucraina, in un’intervista all’agenzia Delfi, rilanciata da Ukrainska Pravda. Secondo Skibitskyi è ancora presto per capire quando finirà la guerra, prima bisogna vedere cosa succederà in primavera e all’inizio dell’estate. I cambienti al vertice militare russo, la fine del primo stadio della mobilitazione e la riorganizzazione dell’esercito di Mosca, afferma, indicano che la principale attività russa si svolgerà negli oblast di Luhansk e Donetsk. In queste due regioni, prevede l’intelligence militare di Kiev, vi saranno battaglie a febbraio e marzo, con i russi che cercheranno di prendere Kupiansk, Svatove e Kreminna. Il principale campo di battaglia, afferma ancora Skibitskyi, rimarrà in Donbas.
Nella regione di Kherson “i proiettili russi hanno colpito un edificio nel villaggio di Antonovka”, “un uomo è morto nel cortile” di casa sua. Lo riferisce il governatore della regione di Kherson, Yaroslav Yanushevych, via Telegram. “Frammenti di proiettile non solo hanno infranto le finestre e danneggiato i muri”, si legge nel messaggio, la vita di un civile “è stata stroncata da un frammento di una munizione nemica sparata dai russi”.
Le forze russe si sono impadronite di Krasnopolye, una località a nord di Soledar, nella provincia orientale ucraina di Donetsk. Lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, aggiungendo che nelle ultime 24 ore una sessantina di soldati ucraini sono stati uccisi nei combattimenti. Karsnopolye si trova a nord di Soledar, la città conquistata dai russi il 13 gennaio scorso.
“Purtroppo Putin è curato dai migliori medici occidentali, quindi è ancora vivo. Se fossero stati a curarlo solo quelli russi, tutto sarebbe finito più velocemente”. A sostenerlo è il vice capo dell’intelligence militare ucraina, il maggiore generale Vadim Skibitsky, in un’intervista al portale baltico Delfi rilanciata da Ukrainska Pravda. Le parole del funzionario ucraino giungono dopo che nel maggio dello scorso anno, il capo dell’intelligence Kirill Budanov ha riferito di poter “confermare pienamente l’informazione che Putin è malato di cancro”, affermazioni più volte categoricamente smentite dal Cremlino. E solo la scorsa settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di “non essere del tutto sicuro” che il presidente russo sia ancora vivo. Anche in questo caso, le parole sono state smentite da Mosca.
Il presidente della Federazione russa,, Vladimir Puti (foto Epa/Danichev)Sputnik)
«La soluzione alle divisioni non è opporsi a qualcuno, perché la discordia genera altra discordia. Il vero rimedio comincia dal chiedere a Dio la pace, la riconciliazione, l’unità». Lo dice il Papa in un tweet nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
“Noi non colpiamo le infrastrutture civili e ci sono molte prove di questo. Tutto ciò che accade in termini di danni alle infrastrutture civili in Ucraina è legato alle azioni criminali del regime di Kiev, che da molti mesi dispiega di proposito sia armi pesanti che sistemi di difesa aerea nelle aree residenziali”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, parlando in conferenza stampa a seguito dei colloqui con la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.
“La priorità di Gerasimov per i regolamenti in gran parte di scarso conto probabilmente confermerà i timori dei suoi numerosi scettici in Russia. Insieme al ministro della Difesa Sergei Shoigu, è sempre più visto come fuori dal mondo e concentrato sulla presentazione piuttosto che sulla sostanza”. Lo scrive su Twitter l’intelligence britannica, secondo cui “il generale Valery Gerasimov, capo di stato maggiore della Russia e comandante di nuova nomina in Ucraina, ha probabilmente iniziato il proprio mandato con l’obiettivo di migliorare la disciplina delle truppe schierate”. “Da quando ha preso il comando - scrive il ministero della Difesa di Londra - gli ufficiali hanno tentato di evitare che vengano indossate uniformi non regolamentari, viaggi in veicoli civili, uso di telefoni cellulari e tagli di capelli non standard. Le misure sono state accolte con feedback scettici. Tuttavia, alcune delle più grandi derisioni sono state riservate ai tentativi di migliorare lo standard di rasatura delle truppe”. “I funzionari della Repubblica popolare di Donetsk hanno descritto la priorità come una ’farsa che ostacolerebbe il processo di distruzione del nemico’. Il proprietario del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha criticato la leadership militare, affermando che ’la guerra è il tempo degli attivi e dei coraggiosi, e non dei ben rasati’. Le forze russe continuano a sopportare una situazione di stallo operativo e pesanti perdite.
Il governo tedesco non ha al momento ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione per le forniture di Leopard 2 all’Ucraina. A dichiararlo è stato il portavoce dell’esecutivo, Steffen Hebestreit. “Ci sono procedure per questo”, ha affermato, assicurando che richieste di quel tipo verrebbero esaminate con rapidità e con attenzione.
Secondo l’intelligence ucraina, nonostante i piani annunciati per la mobilitazione parziale di 300.000 militari, la Federazione Russa ne avrebbe già arruolati 315.000. Vadym Skibitskyi, vice capo del Ministero degli affari interni e delle comunicazioni, ne ha parlato in un’intervista a Ukrinform, affermando che “secondo nostre stime, non sono stati arruolati 300mila, ma 315mila. Ora stanno portando avanti un’altra mobilitazione nei territori temporaneamente occupati delle regioni di Luhansk e Donetsk. Di questo passo, semplicemente non ci sarà alcuna popolazione maschile in grado di lavorare in quei territori”. Skibitsky ha aggiunto che la Russia non ha armi sufficienti per le unità che si stanno formando ora, non producendo tanto quanto stanno perdendo. “Mosca ha iniziato a prendere attrezzature e armi dai depositi, dagli arsenali, anche di 30 anni fa e che necessitano di riparazioni e manutenzione”.
Le autorità ucraine “devono capire che più a lungo rifiutano i negoziati, più difficile sarà trovare una soluzione” alla guerra. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in una conferenza stampa dopo i colloqui con il suo omologo sudafricano, Naledi Pandor. “Noi, come ha detto il presidente (Vladimir Putin, ndr), non rifiutiamo i negoziati”, ha ribadito Lavrov.
L’Ucraina ha bisogno di diverse centinaia di carri armati per vincere. Lo ha affermato il capo dell’ufficio del presidente, Andriy Yermak, su Telegram, come riporta Ukrinform. “Abbiamo bisogno di diverse centinaia di carri armati, non di 10-20. Il nostro obiettivo sono i confini del 1991 e la punizione del nemico che pagherà per i crimini”, ha sottolineato.
“I Paesi europei che contribuiscono direttamente o indirettamente a inondare l’Ucraina di armi, ne sono responsabili, e a pagare per questo pseudo-sostegno sarà il popolo ucraino”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax, rispondendo a una domanda sulla possibile fornitura di carri armati tedeschi Leopard attraverso Paesi terzi, come la Polonia.
Mosca espelle l’ambasciatore estone, Margus Laidre, dal paese: lo annuncia un comunicato del ministero degli Esteri russo citato dalla Tass, in cui si legge che il diplomatico è stato convocato oggi per formalizzare la protesta russa conseguente alla richiesta estone di ridurre il numero dei diplomatici russi presenti nell’ambasciata a Tallinn. L’ambasciatore russo a Tallinn ha definito ostile la richiesta dell’Estonia di ridurre il numero dei dipendenti della missione diplomatica: “L’Estonia ha compiuto un nuovo passo ostile per ridurre radicalmente le dimensioni dell’ambasciata russa a Tallinn”. In risposta, la parte russa ha deciso di “ridurre il livello della rappresentanza diplomatica in entrambi paesi, portandolo al grado di incaricato d’affari temporaneo”, si legge nella dichiarazione.
“Le sanzioni stanno portando l’Europa in un vicolo cieco. Sul piano economico, politico e della sicurezza. Sarebbe un grande errore proporre un nuovo pacchetto di sanzioni”. Lo scrive su facebook il ministro degli esteri ungherese, Péter Szijjártó, a Bruxelles per il Consiglio affari esteri in cui si discuterà del decimo pacchetto di misure restrittive contro la Russia, che alcuni Paesi, tra cui la Polonia, vorrebbero adottare in vista del vertice Ue-Ucraina in programma il 3 febbraio.
La decisione sull’invio di carri armati Leopard dalla Germania all’Ucraina sarà presa “presto”. Lo ha detto il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius in un’intervista all’Ard. Secondo il ministro la Germania ha molti fattori da considerare prima di prendere una decisione che non deve essere affrettata. Tali fattori includono “le conseguenze per la sicurezza della popolazione tedesca”.
I contrasti tra i Paesi Nato sulla fornitura di carri armati all’Ucraina mostra che “il nervosismo tra i membri dell’Alleanza sta crescendo”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti.
“La Russia continua la sua guerra all’Ucraina, dobbiamo continuare nella strada degli aiuti, anche militari, e la Francia ha rinforzato la sua posizione dato che abbiamo preso la decisione di dare a Kiev una certa quantità di carri leggeri”. Lo ha detto Catherine Colonna, Ministra dell’Europa e degli Affari esteri della Francia, arrivando al consiglio esteri a Bruxelles. Per quanto concerne l’invio dei Leopard 2, precisa, “ci pare che la Germania si sia espressa, per noi tutte le opzioni sono sul tavolo, esamineremo collettivamente la situazione”, ha aggiunto.
La Polonia chiederà alla Germania il permesso di inviare carri armati Leopard in Ucraina. Lo ha detto lunedì il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki senza spiegare quando verrà presentata la richiesta. Qualora non dovesse arrivare il via libera Varsavia prenderà comunque le proprie decisioni. “Chiederemo il permesso, ma questo è un tema secondario”, ha dichiarato. La ministra degli Esteri, tedesca Annalena Baerbock, in un’intervista concessa domenica al canale televisivo francese Lci aveva detto che qualora Varsavia avesse avanzato la richiesta “noi non ci metteremmo in mezzo”.
Nel dibattito sulla fornitura di tank all’Ucraina interviene oggi anche il viceministro degli Esteri del governo di Kiev, Andriy Melnyk, per ricordare che la richiesta di tank era stata formalmente avanzata già il 3 marzo scorso: Melnyk è l’ex ambasciatore ucraino in Germania e più volte durante il suo mandato di diplomatico accreditato a Berlino aveva criticato la Germania per le posizioni sul conflitto. In quello che definisce “semplicemente un cortese promemoria”, Melnyk sottolinea in un post su Twitter che “l’Ucraina ha ufficialmente chiesto alla Germania di assicurarle la fornitura di tank Leopard 2 il 3 marzo 2022, nel settimo giorno successivo all’inizio della guerra di annientamento promossa dalla Russia contro la statualità e la nazione ucraina. Oggi siamo al 334mo giorno della barbara guerra russa. Forse è ora di accelerare questo processo?”. A testimonianza delle sue parole, il viceministro degli Esteri pubblica l’immagine di una nota verbale su carta intestata dell’ambasciata ucraina a Berlino datata 3 marzo 2022 e indirizzata al ministero degli Esteri, all’ufficio della cancelleria e al ministero della Difesa a Berlino. Nella lettera, dopo aver denunciato l’invasione del paese il 23 febbraio, aver descritto le armi in mano alla parte russa, i mittenti chiedono al governo tedesco l’assistenza militare necessaria a poter proteggere la vita dei civili. Al primo posto della lista, sottolineato in rosso a penna, i Kampfpanzer, i carri armati da combattimento.
“Mi fido del processo in Germania, vedo un dibattito attivo e credo che alla fine Berlino manderà i tank all’Ucraina ma dovremo aspettare un giorno ancora”. Lo ha detto Gabrielius Landsbergis, ministro degli Affari esteri della Lituania. “Dobbiamo discutere la paura, la paura di sconfiggere la Russia, che si tratti di più sanzioni o più aiuti militari a Kiev c’è la paura di cosa potrebbe accadere se Mosca perdesse la guerra, ma se accettiamo il fatto che Mosca deve perdere per limitare guerre future, se superiamo questo passaggio, sarà più facile aiutare l’Ucraina a riconquistare tutti i territori occupati, perché la Russia deve perdere questa guerra”.
Sono stati segnalati attacchi russi negli oblast di Donetsk, Kherson, Kharkiv, Sumy, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Luhansk nell’est, nel sud e nel nord dell’Ucraina. Secondo le autorità locali, una persona è stata uccisa e otto sono rimaste ferite nelle ultime 24 ore. Lo riporta il Kiev Independent. Le forze russe hanno colpito quattro distretti dell’oblast di Kharkiv , uccidendo una persona e ferendone un’altra, ha riferito il governatore Oleh Syniehubov.
Il quartier generale militare filorusso di Donetsk ha annunciato la liberazione degli insediamenti di Dvurechye e Krasnopolyevk nella zona di Artemovsk. Lo riporta Ria Novosti. Il villaggio viene spiegato - si trova nella parte della regione di Donetsk controllata da Kiev a nord della grande città di Gorlovka ed è un importante snodo di trasporto per rifornire le truppe ucraine nel Donbass.
La prossima riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina (il cosiddetto “Ramstein-9”) si terrà a febbraio. Lo ha annunciato su twitter il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov. “Ad ogni incontro, vedo come cresce la fiducia dei nostri partner in Ucraina. È tutto grazie al duro lavoro dei nostri soldati e rappresentanti. Più fiducia significa più armi. Per proteggere la nostra terra, il mare... e il cielo!”, ha scritto Reznikov.
La nuova ambasciatrice statunitense Lynn Tracy arriverà in Russia “nei prossimi giorni”. Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri di Mosca, Sergei Ryabkov. Lo riporta Ria Novosti. Tracy sarà la prima donna nella storia a ricoprire questo incarico. Parla russo e ha già lavorato a Mosca. Nel 2014-2017 è stata vice capo della missione diplomatica.
Le forze russe “sbricioleranno” tutte le armi e i mezzi militari che i Paesi occidentali forniranno all’Ucraina. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov, citato dalla Tass. “Gli avversari della Russia - ha affermato Ryabkov - continuano ad alzare la posta, ma, come abbiamo detto fermamente o fiduciosamente in numerose occasioni, gli obiettivi dell’operazione militare speciale saranno raggiunti”.
La fregata ’Ammiraglio Gorshkov’ equipaggiata con missili ipersonici Zircon, prenderà parte a esercitazioni congiunte con le marine cinesi e sudafricane. Lo ha riferito alla Tass una fonte diplomatico-militare. Le esercitazioni sono state confermate dal ministero della Difesa del Sudafrica. “si terranno dal 17 al 27 febbraio nell’Oceano Indiano nelle aree della città portuale di Durban e Richards Bay”, viene spiegato. L’obiettivo - secondo quanto riportato dalla autorità sudafricane - è “lo scambio di competenze e conoscenze operative” al fine di “rafforzare le già fiorenti relazioni tra i nostri Paesi”.
La Russia ha perso nell'ultimo giorno 720 uomini, facendo salire a 121.480 le perdite fra le sue fila dal giorno dell'attacco di Mosca all'Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 121.480 uomini, 3.150 carri armati, 6.276 mezzi corazzati, 2.146 sistemi d’artiglieria, 447 lanciarazzi multipli, 220 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 287 aerei, 277 elicotteri, 4.936 autoveicoli, 18 unità navali e 1.894 droni.
L’Ucraina starebbe immagazzinando armi fornite dall’Occidente nelle zone delle centrali nucleari del Paese. A lanciare l’accusa è il servizio di intelligence estero russo (Svr), senza tuttavia fornire alcuna prova. In una nora l’Svr ha sostenuto che lanciarazzi Himars, i sistemi di difesa aerea forniti dagli Stati Uniti, sono stati portati nella centrale nucleare di Rivne, nel nord-ovest dell’Ucraina. “Le forze armate ucraine stanno immagazzinando armi e munizioni fornite dall’Occidente sul territorio delle centrali nucleari”, hanno ribadito i servizi russi.
Dall’inizio della guerra in Ucraina le forze armate russe hanno perso 121.480 uomini. Lo rendono noto i militari di Kiev nel loro aggiornamento quotidiano. A questi vanno aggiunti 3.150 carri armati, 6.276 veicoli corazzati da combattimento, 2.146 sistemi di artiglieria, 447 sistemi lanciarazzi multipli, 220 sistemi di difesa, 287 aeroplani, 277 elicotteri, 1.894 droni e 18 navi
Fornire all’Ucraina decine di carri armati occidentali contro le migliaia che ha la Russia non risolve il problema, ma motiva l’esercito. Secondo l’ufficio del presidente dell’Ucraina. Lo ha detto Volodymyr Zelensky in un’intervista al canale televisivo tedesco Ard. “Dal momento che l’esercito russo, che ha mille carri armati, è contro di noi - ha spiegato - nessun paese risolve il problema decidendo di dare 10 carri armati, 20, 50. Fanno una cosa molto importante: motivano i nostri soldati a combattere per i propri valori. Perché dimostrano che il mondo intero è con noi”.
Il Cremlino sarebbe ai ferri corti con il capo del gruppo mercenario privato Wagner, Yevgeny Prigozhin, per non aver rispettato la promessa di prendere Bakhmut con le sue truppe. E’ quanto riporta il think tank americano Institute for the Study of War. Lo riporta il Kiev Independent
“È tanto che parliamo dei tank, è importante che Kiev riceva quello che chiede rapidamente, la Finlandia farà parte della coalizione sui Leopard ma è ancora da vedere come, può essere assicurando addestramento o parti di ricambio, oltre che con la donazione di qualche tank, vediamo come evolve la conversazione”. Lo ha detto Pekka Haavisto, ministro degli Affari Esteri della Finlandia.
“A Ramstein si sono prese decisioni molto buone, ci sono stati risultati concreti e poi ogni Paese decide a livello nazionale: la Germania si è impegnata molto nei confronti dell’Ucraina e non si deve parlare solo dei carri armati. Certo, il presidente Zelensky li chiede, ma ci sono idee diverse all’interno degli Stati membri e oggi ne parleremo”. Lo ha detto l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, arrivando al consiglio affari esteri di Bruxelles.
Tra le autorità di Kiev “c’è la consapevolezza di un possibile massiccio contrattacco da parte della Russia” e per questo motivo bisogna dare loro risposte in termini di “fornitura di attrezzature militari ed addestramento”, mantenendo allo stesso tempo le sanzioni contro Mosca. Lo ha dichiarato in un’intervista a Repubblica il presidente del consiglio europeo, Charles Michel, sottolineando che si sta discutendo un altro possibile pacchetto aggiuntivo di misure restrittive. Michel ha quindi spiegato che la ricostruzione dell’Ucraina è “già iniziata” e che ora “il quesito fondamentale” riguarda il possibile utilizzo per questo obiettivo dei beni congelati e confiscati ai russi, circa 300 miliardi di euro. Il presidente del Consiglio europeo ha infine sostenuto che un’eventuale vittoria russa in Ucraina va scongiurata perché “significherebbe un’Europa non sicura e non libera. Se si accettasse questa possibilità sarebbe un precedente pericoloso per la sicurezza del continente europeo”.
Il Marocco ha inviato all’Ucraina carri armati da combattimento di epoca sovietica. Lo hanno reso noto le forze armate ucraine nel loro ultimo bollettino militare, precisando che una settimana fa il Marocco ha inviato 20 carri armati che, in precedenza, erano stati aggiornati in Repubblica Ceca. Originariamente il Marocco aveva acquistato i carri armati dalla Bielorussia e, secondo quanto riferito dai media, il governo di Rabat avrebbe accettato di inviare i mezzi durante il vertice di Ramstein dello scorso novembre.
La Russia sta inviando ulteriori truppe nelle zone occupate della regione di Kherson. Lo riferisce, scrive il Kyiv Independent, lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine nel suo briefing mattutino. Secondo il comunicato, le truppe sono arrivate negli insediamenti di Vynohradove e Brylivka dell’oblast di Kherson tra il 18 e il 21 gennaio, equipaggiate con armi leggere e giubbotti antiproiettile. Le Forze armate ucraine hanno liberato parti della regione meridionale di Kherson, compreso il capoluogo regionale, all’inizio di novembre, dopo otto mesi di occupazione russa. Fin dai primi giorni dell’invasione, la Russia ha occupato anche parti della vicina regione di Zaporizhzhia, dove le sue truppe hanno recentemente tentato di avanzare. Il 22 gennaio l’Ucraina, riferisce il Kyiv Independen, ha annunciato di essere riuscita a respingere le offensive russe in quella regione.
Inizia stamani in aula alla Camera l’esame del dl che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al Governo a inviare armi all’Ucraina. Tajani oggi a Bruxelles per il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue
La Germania si dice pronta da parte sua ad autorizzare la Polonia a fornire i tank Leopard a Kiev. La Russia mette in guardia Usa e Nato sull’invio di armi all’Ucraina: “Porterebbe a un disastro globale”.
E’ di 459 morti e 914 feriti il bilancio aggiornato del numero di bambini vittime dei bombardamenti russi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio scorso, secondo l’Ufficio del procuratore generale di Kiev. La stessa fonte - citata dai media ucraini - parla di 13.961 bambini deportati illegalmente dalle forze russe, di cui solo 126 sono stati rimpatriati in Ucraina. Dall’inizio della guerra - sempre secondo la Procura generale - sono state danneggiate 3.126 strutture educative nel Paese, di cui 337 completamente distrutte.
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