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In rosso ad aprile la raccolta totale dei gestori. Positivi i fondi comuni

di Isabella Della Valle

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Per il secondo mese consecutivo l’industria del risparmio ha registrato un saldo negativo (-2 miliardi). In calo a 2.427 miliardi anche il patrimonio. Per il 25esimo mese , invece, i fondi hanno chiuso in attivo (1,6 milioni, 14,3 da gennaio)

26 maggio 2022
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2' di lettura

Anche ad aprile rallenta l’industria del risparmio gestito. Per il secondo mese consecutivo i gestori hanno archiviato il bilancio con i conti in rosso per 2 miliardi (-926 milioni a marzo), ma da gennaio la raccolta resta positiva per 8,9 miliardi. A frenare il percorso di crescita del settore nel suo complesso sono state nuovamente le gestioni di portafoglio che hanno accusato una perdita di 3,8 miliardi, complice il pesante deficit registrato dai mandati istituzionali (-4,3 miliardi). Tengono invece la rotta i fondi comuni aperti nelle cui casse sono entrati 1,6 miliardi; meno rispetto ai 2,2 del mese precedente, ma comunque una cifra importante soprattutto tenendo conto della elevata volatilità che sta accompagnando i mercati e che probabilmente li accompagnerà ancora. L’effetto mercato si è abbattuto ancora una volta sulle masse in gestione che hanno registrato un ulteriore rallentamento (da 2.485 a 2.427 miliardi) allontanandosi ancora di più dalla soglia dei 2.500 miliardi. Sul patrimonio totale aumenta l’incidenza delle gestioni collettive al 52,9% , mentre per quelle di portafoglio al 47,1 per cento. Questei, in sintesi, sono i dato che emergono dalle consuete statistiche mensili elaborate da Assogestioni.

I fondi comuni

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È il comparto che traina il sistema e che da 25 mesi consecutivi chiude con i conti in attivo. Nessuna battuta d’arresto, solo un rallentamento nei flussi che comunque continuano ad arrivare, testimoniando come il settore prosegua la sua fase positiva, indipendentemente dalla forte volatilità dei listini . Basta dare un’occhiata ai numeri: gli azionari si confermano la tipologia più gettonata con un saldo di 2,2 miliardi, che porta il dato da inizio anno a quota 11,5 miliardi.Sono stabili i flussi verso i bilanciati che hanno raccolto 1,2 miliardi, mentre prosegue l’esodo dagli obbligazionari con un deficit quasi raddoppiato rispetto a marzo (da -1,8 a -2,5 miliardi). Siostanzialmente invariato l’andamento dei flessibili (278 milioni), mentre hanno nettamente migliorato le posizioni i monetari da 150 agli attuali 413 milioni. I fondi esteri, infine, confermano la loro leadership (1,3 miliardi) rispetto agli italiani (276 milioni).

Le società

I due leader di mercato per patrimonio hanno chiuso il bilancio mensile con i conti in passivo: Intesa Sanpaolo ha registrato una raccolta negativa per 936 milioni a causa delle fuoriuscite dai fondi comuni gestiti da Eurizon, mentre è ben più pesante il saldo del gruppo Generali in rosso per -4,2 miliardi (-5 miliardi sui mandati istituzionali derivanti da operazioni infragruppo). Positivo, invece, l’andamento di Amundi, il terzo gruppo per patrimonio gestito che ha incassato 431 milioni. In attivo per 1,2 miliardi, inoltre, Poste Italiane, Mediolanum (328 milioni), Arca (177 milioni), Deutsche Bank (320 milioni) , Bnp Paribas (183 milioni) e M&G Investments (218 milioni). Segno meno, invece, per Schroders e per Ubs Asset Management dalle cui casse sono usciti rispettivamente 118 e 308 milioni.

I Pir

Ad aprile, secondo l’Osservatorio di Plus24, i piani individuali hanno registrato un calo nella raccolta che comunque è rimasta in territorio positivo (0,7 milioni) portando il saldo da gennaio a 161 milioni. In questo caso tra le società che propongono questi prodotti, il mese scorso si sono distinte Arca (10,4 milioni e 51 da inizio anno), Mediolanum (7,2 milioni, 34 da inizio anno) e Neam Asset management (2,5 milioni , 10,8 da inizio anno).

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