di Enrico Miele e Andrea Fontana
Reuters
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Seduta tonica per le Borse europee che continuano a mostrarsi ottimiste, nonostante i dati macro contrastanti rendano più ardue le previsioni sulle prossime mosse della Federal Reserve e della Banca centrale europea.
Dopo l’inflazione Usa in ribasso, ma meno delle attese, stavolta è stato il turno delle vendite al dettaglio statunitensi a gennaio, largamente sopra le stime. Un dato che lascia intatte le pressioni inflazionistiche e rischia di rendere più aggressiva la Federal Reserve, mentre dall’altro lato gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo per l’inflazione del Regno Unito più bassa del previsto.
Ma l’evento chiave della giornata è stato, a mercati chiusi, l'intervento della presidente della Bce Christine Lagarde da Strasburgo in occasione del rapporto annuale della Bce. Lagarde ha confermato a marzo nuovo aumento tassi di 50 punti base, precisando che i rischi tra crescita e inflazione sono ora più equilibrati anche se nel complesso "le pressioni dei prezzi restano forti e l'inflazione sottostante è tuttora alta, visto che escludendo energia e alimentari resta al 5,2 a gennaio'. La Bce - ha continuato - è comunque determinata ad aumentare i tassi a ritmo costante per far tornare l’inflazione in area 2 per cento, ma dopo la stretta di marzo l'istituto valuterà "il percorso successivo della politica monetaria": "Le nostre future decisioni sui tassi ufficiali continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio riunione per riunione'.
Se Parigi (CAC 40) è stata la migliore grazie al balzo di Carrefour dopo i conti e l'attenzione sul settore del lusso - Kering ha annunciato un utile netto in rialzo del 14% a 3,6 miliardi nel 2022, con le vendite che hanno superato i 20 miliardi di euro e Lvmh ha nominato il musicista, produttore e stilista americano Pharrell Williams come direttore artistico della collezione uomo del marchio Louis Vuitton - Piazza Affari ( FTSE MIB) è stata frenata dai casi Italgas e Azimut ma anche dalle vendite sui titoli bancari e sui petroliferi.
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones guadagna lo 0,05% a 34.105,31 punti, il Nasdaq avanza dello 0,82% a 12.057,78 punti mentre lo S&P 500 sale dello 0,27% a 4.147,20 punti. La sessione odierna è stata segnata dal maggior rialzo mensile in 22 mesi delle vendite al dettaglio. Le vendite a gennaio, sono aumentate del 3% rispetto al mese precedente a 697 miliardi di dollari, dopo il -1,1% di dicembre (dato confermato); le attese erano per un +1,9%. Rispetto a un anno prima, registrato un +6,4%, dopo il +6% del mese precedente. Escludendo le vendite di veicoli, il dato è cresciuto del 2,3% rispetto al mese precedente, dopo il -0,9% di dicembre; escludendo veicoli e carburanti, il dato ha registrato un rialzo del 2,6%. Tra i titoli spicca Airbnb sul Nasdaq: la società ha registrato un quarto trimestre superiore alle attese, con utili di 48 centesimi per azione, contro attese per 25 centesimi, e ricavi di 1,90 miliardi di dollari, con il consensus a 1,86 miliardi.
A Piazza Affari spicca l'automotive con Stellantis e con Pirelli & C: i titoli del gruppo dei pneumatici sono stati scossi nel primo pomeriggio dalle indiscrezioni sulla possibilità che l'azionista di riferimento cinese (Sinochem) possa vendere la propria quota, uno scenario che potrebbe però comportare un riassetto complessivo con l'arrivo di un nuovo compratore per Pirelli. Bene anche Ferrari. Tra i migliori Prysmian e Buzzi. In rialzo Telecom Italia, in attesa di sviluppi sul dossier rete e dopo i risultati del quarto trimestre e piano 2023-25 coerenti con le stime degli analisti. In particolare, il piano prevede ricavi da servizi a livello di gruppo in crescita per tutti gli anni del piano low single digit. In coda invece Azimut, dopo che Timone Fiduciaria (che è primo socio e raccoglie gestori, promotori e dipendenti) ha concluso con successo la vendita dello 0,9% del capitale con bookbuilding accelerato a 22,35 euro per azione. Giù Italgas per le indiscrezioni, smentite, sulla volontà di Snam di studiare la cessione del proprio 13% circa del capitale. Sprint invece per Anima Holding, dopo che Mediobanca a concluso per conto del fondo di investimento Fsi l'acquisto del 7,2% circa del capitale con reverse accelerated bookbuilding per un totale di circa 108,7 milioni e con un corrispettivo di 4,35 euro. Fsi non intende promuovere alcuna offerta pubblica d’acquisto nei prossimi 12 mesi. In rosso le banche (Unicredit e Mediobanca) e i petroliferi.
Sul fronte energetico, il petrolio continua sulla via dei ribassi innescata nei giorni scorsi dalla decisione del presidente Joe Biden di ridurre le riserve strategiche. La scorsa settimana, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono aumentate più del previsto, raggiungendo i massimi dal giugno 2021. Registrato un rialzo di 16,283 milioni di barili a 471,394 milioni di unita', secondo i dati diffusi dal dipartimento dell'Energia, contro attese per un +0,8 milioni di barili. Gli stock di benzina sono aumentati di 2,316 milioni di barili a 241,922 milioni di barili, contro attese per un aumento di 1,5 milioni. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, hanno registrato un ribasso di 1,285 milioni di barili a 119,237 milioni di barili, contro stime per un rialzo di 0,2 milioni. L'utilizzo della capacita' degli impianti e' diminuita di 1,4 punti percentuali all'86,5%. Dopo il dato, il prezzo del barile Wti ha ulteriormente perso terreno, scendendo da 78,36 a 77,91 dollari al barile, in calo dell'1,5% rispetto alla chiusura di ieri.
Il gas naturale scambiato ad Amsterdam rimbalza a 54 euro al megawattora (+3%).
A dicembre la produzione industriale nell’area euro è calata dell’1,1% rispetto a novembre; nella Ue dello 0,4%. A novembre era aumentata rispettivamente dell’1,4% e dell’1,2%. Rispetto a dicembre 2021 -1,7% e -0,4%. La media annua nel 2022 registra un aumento dello 0,9% nell’area euro e dell’1,9% nella Ue. Lo indica Eurostat. In Italia +1,6% rispetto a novembre 2022, in Germania -2,1%, in Francia +1,1%, Spagna +0,7%.
Rallentano i prezzi al consumo in Gran Bretagna, per il terzo mese di fila. L’indice dei principali prezzi al consumo del Regno Unito è cresciuto del 10,1% su base annua nello scorso mese di gennaio ed è calato dello 0,6% rispetto a dicembre. I dati sono migliori delle stime di un incremento del 10,3% su base annua e di un calo dello 0,4% su base mensile a fronte dei precedenti rialzi rispettivamente del 10,5% e dello 0,4 per cento. Scivolata della sterlina sotto 1,20 dollari.
Si allarga lo spread tra BTp e Bund con i rendimenti dei bond della zona euro ancora in aumento. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco è tornato ai 185 punti base. In salita anche il rendimento del BTp decennale benchmark al 4,3% dal 4,2% del riferimento della vigilia.
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Enrico Miele
Redattore Radiocor
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