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Acque e pesticidi, tecnologia in aiuto per rilevare le sostanze inquinanti

di Niccolò Gramigni

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Dall’ultimo report Ispra emerge che nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei luoghi ispezionati. Ecco come i minirobot possono individuare i metalli pesanti

23 settembre 2022
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3' di lettura

Monitorare le acque è un aspetto prioritario e la tecnologia può essere d’aiuto rilevare sostanze inquinanti. Nell’ultimo rapporto nazionale “Pesticidi nelle acque”, realizzato da Ispra, i dati per l’Italia sono piuttosto allarmanti. Sono stati fatti 16.962 prelievi in 4.775 diversi punti: nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei luoghi ispezionati, in quelle sotterranee la percentuale scende ma è comunque alta, il 32,2%. Inoltre sono 299 le sostanze inquinanti rilevate su 426 sottoposte a indagine. Tra le sostanze tracciate ci sono gli erbicidi glifosate e il suo metabolita Ampa, il metolaclor e i fungicidi dimetomorf e azossistrobina.

Pesticidi e ambiente

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Emanuela Pace, referente Ispra in materia di pesticidi, ha spiegato che «essendo concepiti per combattere organismi ritenuti dannosi, i pesticidi possono comportare effetti negativi per tutte le forme di vita. Una volta immessi nell’ambiente, in funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, i pesticidi possono migrare nel suolo, nell’acqua e in aria, contribuendo all’inquinamento ambientale e mettendo a rischio gli ecosistemi e la biodiversità. Inoltre, la presenza di residui di pesticidi nei prodotti agricoli, ma anche nei prodotti derivati dagli animali da allevamento e nell’acqua potabile, può rappresentare un rischio per la salute dell'uomo».

In Italia, è stato spiegato sempre da Pace, «si usano circa 114.000 tonnellate l’anno di pesticidi, che rappresentano circa 400 sostanze diverse. Uno dei problemi derivanti dall’utilizzo dei pesticidi è il loro ritrovamento nelle acque superficiali e sotterranee».

La tecnologia in aiuto

Ecco allora la necessità di un monitoraggio sempre più approfondito delle acque. Come? Attraverso i robot appunto. Il più piccolo robot autonomo mai costruito, in grado di muoversi in modo indipendente, sarà utilizzato per accertare la presenza di metalli pesanti nell’acqua destinata alle attività agricole e potrà, in generale, ridurre l’impatto ambientale proprio dell'agricoltura.

L’invenzione è dell’azienda romana The Circle, che sta sviluppando il primo millirobot nuotatore: «Il robot si chiama Somiro e funziona in modo semplice - spiega Thomas Marino, co-founder di The Circle -. È alimentato da celle minuscole: riesce a monitorare le acque con un basso consumo di energia. In pratica il robot “nuota”, verificando la qualità dell'acqua: raccoglie dati, accerta la presenza di metalli pesanti ed è in grado di mappare le aree».

Il progetto è iniziato nel 2021 e sarà pronto a fine 2023, quando uscirà la versione definitiva: Somiro è di proprietà di un consorzio di aziende, tra cui appunto The Circle, e sarà poi messo in commercio. The Circle, che possiede il più grande impianto acquaponico del continente europeo (è grande 5000 mq), si è aggiudicata tre bandi Horizon come partner di progetto, promossi dalla Commissione europea e finalizzati per promuovere nuove tecnologie di monitoraggio dell'inquinamento delle acque nel settore.

Sicurezza degli alimenti

Tra le innovazioni proposte c'è anche “Halo”, che ha un obiettivo analogo a Somiro ovvero controllare la sicurezza degli alimenti. Il procedimento è però diverso. Se Somiro è un robot, in questo caso si parla di un sensore a base fotonica in grado di monitorare la qualità degli alimenti e monitora in particolare le acque di quattro settori ovvero birra, miele, latte e acquaponica.

I tempi di realizzazione sono gli stessi: il progetto è in corso, sarà terminato a fine 2023.

Esiste anche un terzo strumento, Greener, che servirà a integrare diverse strategie di bonifica con tecnologie bioelettrochimiche innovative ma, si spiega dall’azienda, il progetto è in fase di partenza.

Il ruolo dell’agricoltura

Il ruolo dell'agricoltura è determinante e sviluppare nuove tecnologie in questo settore può essere decisivo: «Anche a concentrazioni minime le sostanze inquinanti rilevate nelle acque del territorio nazionale possono provocare effetti nocivi e irreversibili per l’ambiente, l’uomo, la fauna e la flora. I sistemi che proponiamo possono dare un aiuto concreto», ha chiarito Marino.


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