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Trasformare un vino in ospitalità: l’alchimia di Carmen Moretti per L’Albereta e L’Andana

di Sara Magro

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13 giugno 2018
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4' di lettura

L’Albereta di Erbusco non è ancora un albergo storico. Ma anche se di anni ne ha solo 25, è già destinato a entrare nella storia dell’alta ospitalità italiana. Si tratta di un progetto di famiglia, nato dagli hobby di Vittorio Moretti, costruttore di professione, viaggiatore, buon bevitore e bon vivant, che ha trasformato una passione in business.

Ha cominciato con la tenuta Bellavista in Franciacorta, zona vocata al vino d’eccellenza. Poi ha aperto l’hotel vicino alla cantina. Quindi si è spostato in Maremma, dove ha acquistato la tenuta vitivinicola Petra, e ha aperto il secondo hotel, l’Andana. La vera fortuna del signor Vittorio sono però le tre figlie, che lo hanno seguito e si sono suddivise i ruoli nelle varie aree di business: Carmen all’ospitalità, Francesca al vino, Valentina all’architettura.

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L'Albereta. Il Foyer Bar, attiguo al bistrò

«Ricordo perfettamente quando mio padre è tornato dalla Champagne innamorato del vino e del suo metodo. Voleva fare lo stesso in Franciacorta, creando una destinazione in sé, dove andare non solo per bere ma per stare bene», racconta Carmen Moretti, vice presidente di Terra Moretti, il brand che racchiude le proprietà di famiglia, che si è sempre occupata dell’hotel.
«Mio padre ha sempre coinvolto la famiglia nelle sue passioni. Viaggiavamo con la guida dei Relais & Chateaux in mano. Andavamo su e giù per creare sinergie di business, in bei posti e divertendoci. Quest’uomo ha condizionato la mia vita - sorride - : volevo fare l'architetto, ma lui non era convinto: “Tu vuoi avere sempre ragione, mi ha detto, fai legge, ci sarà utile”. Alla fine ho scelto la facoltà di Economia e commercio. Però la vera scuola è stata l’azienda. Ho iniziato prestissimo, a 20 anni, e ho fatto di tutto, amministrazione, commerciale, costruzioni. Poi quando è nata l’Albereta ho trovato la mia collocazione».

L'Albereta è una villa di fine Ottocento su una collina di fianco alla cantina Bellavista. Non faceva parte della tenuta, ma Vittorio Moretti ha pazientato, finché si è resa disponibile e l’ha comprata per farne una foresteria. «Per creare un terroir non basta fare il vino buono - aggiunge Carmen -: bisogna completare con ristoranti e ospitalità di livello ed esperienze speciali. Soprattutto, nel caso della Franciacorta, bisognava farlo conoscere.

Vini, hotel e benessere: la formula del lusso secondo la famiglia Moretti

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Carmen Moretti, amministratore delegato di Terra Moretti Resorts, con il marito Martino de Rosa, consulente gastronomico del gruppo con la società At Carmen. Dai primi anni '90, Carmen lavora nel gruppo di famiglia, al quale fanno capo 11 imprese, in 3 settori: costruzioni, vino e hotel di lusso.
L'Albereta è stata ricavata in una villa di fine Ottocento in cima alla collina Bellavista, che dà il nome alla vicina cantina di famiglia, dove si produce Franciacorta Docg.
L'Albereta. Nascosta, quasi a esserne protetta da una natura seducente, il Relais & Châteaux L'Albereta domina il suggestivo paesaggio della Franciacorta: i giardini botanici, le sculture, le vigne antiche. Ha aperto i battenti il 23 settembre 1993, con 9 camere, tra la villa e la Torre Bellavista.
L'Albereta. Un bovindo avvolge la hall affacciata sul rigoglioso parco e sulla fontana.
L'Albereta. Il Foyer Bar, attiguo al bistrò
L'Albereta. La Sala Scacchi è un salottino intimo, per leggere o chiacchierare, davanti al camino, tra affreschi originali, legni profumati e poltrone in cuoio.
L'Albereta. Il VistaLago Bistrò, con carta disponibile 24/7. Dalla terrazza si guarda il placido lago di Iseo.
L'Albereta. Il nuovo ristorante LeoneFelice, curato dallo chef pugliese Fabio Abbattista, proveniente dall'Unico di Milano. Con la consulenza della società At Carmen, hanno optato per una cucina di qualità ma di orientamento famigliare.
L'Albereta. Un capitolo a parte nella storia dell'Albereta merita la Vigna Leone. Con circa un ettaro di viti piantate più di venti anni fa, si estende nel grande giardino intorno al Relais. Molte camere si affacciano su questo “giardino essenziale” dove, più delle piante, conta il disegno complessivo.
L'Albereta. Nel marzo 2017, nel parco de L'Albereta è stato inaugurato il chiosco La Filiale, dove si mangia la pizza del pizzaiolo dell'anno Franco Pepe che usa farine prodotte in Franciacorta.
- L'Albereta. Il culmine del mecenatismo artistico della famiglia Moretti è rappresentato dal Parco delle Sculture di Franciacorta, museo all'aperto dove hanno trovato dimora, in un intrigante dialogo con la natura, 13 sculture di arte contemporanea, da L'Albereta alle vicine Bellavista e Contadi Castaldi, sempre dei Moretti.
L'Albereta. Inaugurato nella primavera 2003, l'Espace Chenot è dedicato alla cura di sé e alla bellezza, secondo un metodo della biontologia, che ha radici nella medicina. Oltre al percorso Chenot, che richiede il soggiorno data l'intensità del programma, si può scegliere invece la day spa, per massaggi, fanghi e idro aroma terapia, e su appuntamento, trattamenti e la consulenza del medico specializzato in lifting senza bisturi. Dell'Espace fa parte anche il ristorante light dove si seguono i principi nutritivi indicati da Henri Chenot.
L'Albereta ha oggi 57 camere, di cui 19 suite, una diversa dall'altra. L'antica residenza del custode della villa è ora la Casa del Bosco, con 3 camere realizzate con la collaborazione della sorella Valentina Moretti. Nella junior suite il letto a baldacchino sorretto da veri alberi è opera di Giuseppe Rivadossi.
-L'Andana Resort, nel cuore della Maremma, è costituito da un antico complesso, con villa neorinascimentale, fattorie e cascine tra vigneti, ulivi e la macchia mediterranea. È nel cuore della Tenuta La Badiola, già residenza estiva del Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena e della sua corte. Insieme alla fattoria dell'Acquagiusta, la tenuta è stata acquistata nel 2000 dalla famiglia Moretti.
L'Andana. Su impulso dei soci Carmen Moretti, Martino de Rosa e Alain Ducasse, una sapiente opera di ricostruzione e conservazione ha riportato in vita l'antico borgo convertendo la villa principale nel Resort L'Andana, nel 2004, e le fattorie circostanti nella Casa Badiola Tuscan Inn, nel 2010.  Sono adagiati tra le colline, punteggiate di olivi e filari di vigneti, e la selvaggia e aromatica macchia mediterranea. Un progetto che ha saputo valorizzare, con un recupero di grande pregio, l'architettura originale, che dialoga con un ambiente unico. Il cinque stelle è associato a The Leading Hotels of the World.
L'Andana. Avvolta dall'esuberanza rigogliosa di una natura ancora per molti aspetti selvaggia, Casa Badiola Tuscan Inn è nata per dare consistenza ai sogni di chi si sente un “viaggiatore dell'anima”, alla ricerca di un luogo dove aprirsi a nuove esperienze ed entrare in contatto con il proprio “paesaggio interiore”. Dietro casa, c'è il green privato.
L'Andana. La Trattoria Enrico Bartolini è entrata ufficialmente nel 2016 nell'olimpo dei migliori ristoranti, conquistando il riconoscimento più ambito, la Stella Michelin. Il ristorante de L'Andana è stato quindi consacrato dalla guida più autorevole del mondo come un tempio del buon cibo.
L'Andana è composta da due corpi principali, la Villa e la Fattoria, collegate tra loro da un luminoso Giardino d'Inverno, spazio accogliente e informale, realizzato in ferro e vetro, che ospita la reception e la lobby dell'hotel.
L'Andana. La piscina.
L'Andana. I trattamenti proposti nella la SPA ESPA de L'Andana sono frutto della ricerca sulle tecniche utilizzate in diverse parti del mondo, e puntano su una dimensione olistica e personalizzata del benessere
L'Andana. La biblioteca.
L'Andana è composta da due corpi principali, la Villa e la Fattoria, collegate tra loro da un luminoso Giardino d'Inverno, spazio accogliente e informale, realizzato in ferro e vetro, che ospita la reception e la lobby dell'hotel.
L'Andana ospita 20 camere hanno un caminetto in pietra di fine manifattura toscana e vista sulla campagna.
- L'Andana. Le 13 suite, situate nel corpo della Villa e nella Fattoria, sono dimore private e si differenziano l'una dall'altra per decori e atmosfera.
L'Andana. Sono 14 in tutto le camere e le suite di Casa Badiola Tuscan Inn, dépendance dell'Andana: ognuna ha vista sul green e sulle vicine colline, punteggiate da ulivi, lecci, corbezzoli e lentischi, una piccola cucina e terrazza privata.
Petra Wine. Tra le colline metallifere di Suvereto, la cantina Petra, progettata dall'architetto Mario Botta, esalta il paesaggio rurale di vigneti affacciati sul mare, davanti all'Isola d'Elba. La tenuta in particolare, e della produzione vinicola di Terra Moretti, si occupa Francesca Moretti.

Per anni, alle cene di presentazione dei vini in giro per il mondo, mostravo la cartina della Franciacorta, per localizzare Erbusco, il Lago d’Iseo, Milano e Venezia. Negli anni Novanta quasi nessuno all’estero conosceva la zona. A noi mancava uno chef importante. Un giorno, durante un pranzo da Marchesi con Gianni Brera, è stato proprio Gualtiero a candidarsi. Affare fatto».

Avere uno chef da tre stelle Michelin, subito riconfermate all’Albereta, è stato un trampolino importante: «La Franciacorta deve molto a Marchesi. Chi voleva mangiare dal Maestro doveva andare all'Albereta. E una volta qui, visitava cantine, lago e il resto».

Oggi gli alberghi della famiglia Moretti sono due. L’altro è L’Andana, a Castiglione della Pescaia. «Di nuovo, siamo partiti dalla cantina. Stavamo sviluppando Petra Wine, la tenuta in Maremma di cui si occupa mia sorella Francesca, quando ci hanno proposto di acquistare la proprietà del granduca di Toscana, in zona. Un posto meraviglioso: 500 ettari di campagna isolata, a 6 km dal mare, con uliveti e terreni ideali per la vite». La formula è la stessa: le vigne, una dimora di lusso, un grande chef per il ristorante Trattoria Toscana. All’inizio all’Andana c’era Alain Ducasse, da due anni Enrico Bartolini.

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L'Andana. La piscina

«Oltre a queste cose ci vuole anche la Spa - afferma Carmen -: all’Albereta abbiamo iniziato 15 anni fa con Chenot. È stata una mia idea, che ha superato le perplessità di tutti. Per aprirla, Dominique e Henri avevano bisogno di 1500 mq, oggi siamo arrivati a 1900. D’altra parte, costruire è il nostro mestiere».
Come si conciliava l’ipocalorico Chenot con l’allora nutriente Marchesi? «Chenot proponeva sì una dieta ferrea, ma nell’ambito di un concetto di benessere all’avanguardia: naturopatia, detox, anti age, ricerca. A giudicare dai risultati è stata la scelta giusta. Persino Gualtiero, che all’inizio non era entusiasta, si è dovuto ricredere perché la Spa portava lavoro. All’Andana, invece, abbiamo scelto un approccio più blando. Anzi, Ducasse voleva una Spa gourmand, dove offrire qualcosa di buono alla fine di ogni trattamento. Oggi non è così, ma resta l'impostazione rilassante».

Tenute e alberghi sono realtà organiche, in evoluzione. Ora che non c’è più Marchesi, è stato cambiato il concept, di cui si occupa “At Carmen”, la società di consulenza gastronomica di Carmen con il marito Martino de Rosa. Invece di un altro astro hanno preferito tornare a una cucina senza astri ai fornelli: ci sono un bistrot, un ristorante gourmet e quello di Chenot, dove si tengono lezioni di cucina salutista. Recentemente hanno aperto una pizzeria, con ricette di Franco Pepe e bollicine Bellavista. Un abbinamento che ha fatto il boom, tanto che stanno già pensando di ingrandirsi.
I prossimi progetti di At Carmen saranno invece all’estero, stavolta con la mission di far conoscere i prodotti italiani: «Nei nostri sogni c’è un albergo per portare l’Italian Style nel mondo».

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