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Avatar iper-realistici? Dentro la fabbrica (italiana) dei cloni digitali

di Luca Tremolada

Nft, giochi su blockchain e metaversi. Quello che abbiamo capito finora

Parla Billy Berlusconi, fondatore di Igoodi: «Per entrare nel metaverso avremo bisogno di un corpo, noi crediamo in una copia perfetta»

10 luglio 2022
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2' di lettura

Ti chiedono di svestirti e restare in mutande. Entri in una specie di uovo bianco candido, con centoventiquattro telecamere che ti guardano. Una voce come quella all’aeroporto di chiede di stare fermo, allargare le braccia dal corpo e stare fermo per alcuni secondi. Due scatti ed è tutto finito. In 72 ore al massimo ricevi un avatar di te stesso realistico al millimetro.

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Loro sono Igoodi, una ormai ex startup nata nel 2015 e con sedi a Milano, Genova e uno showroom a due passi dalla Borsa. Dietro c’è Billy Berlusconi, figlio del fratello dell’ex premier Paolo. «Per entrare nel metaverso avremo bisogno di un corpo - spiega il fondatore di Igoodi - gli avatar che conosciamo adesso di prima generazione sono derivati dal mondo dei videogiochi, sono personaggi fantasy, delle caricature artistiche di noi stessi. Noi invece creiamo delle copie perfette del corpo, non solo per rappresentarci così come siamo e rendere il nostro corpo smart».

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La tecnica utilizzata si chiama fotogrammetria che consente di determinare metricamente forma e posizione di oggetti, partendo da almeno due fotogrammi distinti. Una volta ottenuto l’avatar in 3D che ha tutte le misure fisiche del corpo, iGoodi attraverso software inserisce “uno scheletro” che permette di animare e muovere come in un videogioco il corpo digitale.

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I nostri cloni digitali arrivano in prima battuta sull’app di Igoodi ma sono interoperabili con le tecnologie e con i vari metaversi. Le applicazioni non solo legate ai nuovi mondi in tre dimensioni. Vanno dalla moda all’ecommerce: la promessa è quella di acquistare capi davvero su misura. Dalla salute al benessere:«Immaginate di potere collegare al fascicolo sanitario elettronico un vostro avatar iper-realistico - osserva Billy Berlusconi- o anche solo programmare i propri allenamenti controllando con l’avatar i progressi nella massa corporea».

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La suggestione di dare realismo ai nostri alter-ego da sempre percorre il mondo del gaming e quello della realtà virtuale. Ancora di più oggi che sembrano concretizzarsi i metaversi una fabbrica di nostri cloni magari con super-poteri. Molto, anzi tutto dipenderà dai padroni di questi spazi digitali. Saranno loro a decidere il design che avremo là dentro.

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