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Chi è Sam Altman, l’inventore di ChatGPT silurato e poi tornato sul trono a furor di popolo

di Angela Manganaro

La meccanica può davvero imitare il vivente? L'intelligenza artificiale nell'antichità

Altman crea OpenAI come non profit salvo poi convertirsi velocemente al for profit e cercare in maniera aggressiva finanziatori

19 gennaio 2023
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6' di lettura

«Occuparsi troppo di ciò che pensano gli altri fa di te una pecora. Essere fraintesi non è una debolezza ma una forza. Tu e un gruppo di ribelli avete lo spazio per risolvere un importante problema che in altro modo non potrebbe essere risolto». Nel suo blog blog.samaltman.com, Sam Altman dice come la pensa su tutto e a proposito dell’occuparsi troppo di ciò che pensano gli altri cita «le memorabili parole di Coco Chanel: “Non mi interessa ciò che pensi di me. Io non ti penso affatto”».

Queste parole assumono nuovo significato ora che Samuel Altman è sotto i riflettori. Altman, 38 anni, nato a Chicago ma cresciuto a Saint Louis, studente non laureato di computer science e matematica alla Stanford University, è il creatore di Chat GPT, il chatbot che dimostra gli impressionanti passi fatti nel campo dell’Intelligenza Artificiale di largo consumo. Un modello di linguaggio che può scrivere una lettera o una canzone o un compito al posto tuo e che è già stata vietata nelle scuole di New York.

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In questi giorni, novembre 2023, Altman non è solo il volto più rappresentativo dell’Intelligenza Artificiale di Silicon Valley, è anche il manager cacciato dalla sua stessa creatura Open AI per poi essere assunto dal suo massimo finanziatore, Microsoft, e ritornare nel giro di poche ore vincitore in Open AI spinto anche dai dipendenti che si ribellano come aveva profetizzato lo stesso Altman sul suo blog.

Si dice che tra i motivi che hanno spinto Open AI a licenziare Altman ci sia anche la voglia di profitto di quest’ultimo che non lascerebbe spazio a remore morali sui progressi dell’Intelligenza artificiale. Nessun freno alla ricerca neanche quello che può danneggiare la società e le nostre vite.

L’ambizione

Eppure Altman ha sempre professato un’intelligenza artificiale per il «bene dell’umanità». Ha ricevuto il suo primo Mac a otto anni e presto, racconta la madre dermatologa, imparò a smontarlo e rimontarlo alla perfezione. Quattro anni fa aveva dichiarato la sua ambizione: «Imitare il cervello umano». Così si è concentrato sulla «A.G.I. l’Artificial General Intelligence intesa come una macchina che può fare qualsiasi cosa faccia il cervello. Il mio obiettivo in OpenAi è creare una A.G.I. largamente vantaggiosa».

E proprio da OpenAi parte la rivoluzione, un laboratorio di ricerca creato con Elon Musk, suo amico, che presto abbandona il lab per seguire i progetti di intelligenza artificiale all’interno di Tesla. Per seguire bene OpenAI, Altman si dimette invece da presidente di Y Combinator, una società di venture capital che ha investito in più di 1.400 startup tra cui Airbnb, Reddit, Dropbox e Stripe. Prima di Y Combinator ha fondato Loopt, un social network che poi vende per 43 milioni di dollari.

I rapporti con Microsoft

Preliminari del classico genio della Silicon Valley che ha già un’idea da giovane e intorno ai trent’anni è già a capo di un importante progetto. Altman crea OpenAI come non profit, salvo poi convertirsi velocemente al for profit e cercare in maniera aggressiva finanziatori. Li trova. In OpenAI, da cui nasce ChatGpt, Microsoft investe un miliardo nel 2019, poi altri due miliardi secondo fonti del New York Times, poi altri 10 miliardi, cifra che dimostra come Microsoft abbia tutta l’intenzione di incrementare il vantaggio tecnologico sulle altre aziende di Big Tech come Amazon, Apple, Google. Vantaggio che non aveva da 20 anni.

Leggi l’opinione / ChatGPT, perché Microsoft scommette sull'intelligenza artificiale tascabile (di Barbara Carfagna)

Come esponente oggi molto influente di Silicon Valley, Sam Altman si è speso contro la discriminazione razziale e di genere, contro i troppi pregiudizi tipici della tech industry che colpiscono donne e minoranze. Ha parlato a favore dell’uso responsabile dell’intelligenza artificiale e contro l’uso sbagliato che di questa si può fare. Non è “super interessato” al mondo delle criptovalute o al web3. «Amo lo spirito della gente del web3 ma intuitivamente non sento perché ne abbiamo bisogno».

Di lui si dice che conosca tutti e infatti colleziona amicizie eterogenee che vanno dal sopracitato Musk a Peter Thiel alla stilista Diane von Furstenberg che di lui dice: «Incontrare Sam è come incontrare Einstein. È un genio, è il maggiore punto di contatto tra futuro e passato. Penso che capisca meglio di chiunque, voglio dire meglio di chiunque io conosca, dove gli umani stanno andando. Dove va la civiltà. Forse, anche, sta creando una nuova civiltà».

I suoi consigli

Nel suo blog dà molti consigli su come creare una start up e come raggiungere il successo, una serie di regole che sono più di un decalogo. Non sono solo slogan, per ogni punto c’è un’articolata spiegazione. Uno dei 13 punti è «dover credere quasi fin troppo in se stessi». A proposito di questo requisito Altman racconta: ricordo quando Elon Musk mi ha portato a fare un tour dello stabilimento di SpaceX molti anni fa. Ha parlato nel dettaglio su come era fatto ogni parte del razzo ma quello che è rimasto impresso nella mia memoria è l’assoluta certezza, dipinta sul suo viso mentre parlava, che lui avrebbe inviato grandi razzi su Marte. L’ho lasciato pensando che questo è il benchmark della convinzione».

Altri consigli di Altman: «Impara a pensare in modo indipendente» («L’imprenditorialità è molto difficile da insegnare perché il pensiero originale è molto difficile da insegnare. La scuola non è attrezzata per questo»); «Impara a vendere le tue idee» («investi nella comunicazione, soprattutto quella scritta: è un investimento che vale la pena fare»); «Prendi facilmente dei rischi» («Soprattutto all’inizio della tua carriera hai tutto da guadagnare»); «Concentrati» («È molto più importante lavorare sulla cosa giusta che lavorare molte ore. La maggior parte delle persone perde la maggior parte del tempo su cose che non sono importanti»); «Lavora duro» («La gente estrema ottiene risultati estremi»); «Sii coraggioso» («Le persone vogliono essere parte di qualcosa di eccitante e sentire che il loro lavoro importa»); «Sii testardo» («Un grande segreto è che tu puoi piegare il mondo a tuo volere una sorprendente percentuale di volte - la maggior parte delle persone non ci prova nemmeno»); «Fai concorrenza dura» («La maggior parte delle persone capisce che le aziende con più valore sono quelle con cui è più difficile competere»); «Costruisci un network» («Avere intorno persone di talento è la base per una grande carriera. Aiutare persone è quello che ha segnato la maggior parte delle mie opportunità di carriera. Bisogna costruirsi una reputazione su questo»); «Sii ricco possedendo delle cose» («Quasi nessuno nella storia della lista di Forbes è arrivato lì perché ha uno stipendio); «Guidati da solo» («La maggior parte delle persone fanno quello che fanno perché vogliono impressionare gli altri. Ciò è male per molte ragioni»).

Vai al dossier / L’ultima intelligenza artificiale

Il carattere

La rottura e la ricucitura con Open AI è una storia più complicata di come appare ma coincide con la personalità che emerge dal suo blog. «Il suo superpotere è coinvolgere le persone, dare forma alle narrazioni, dare forma alle situazioni nella forma che funziona per lui», il Financial Times cita una persona con conoscenza diretta delle negoziazioni tra Altman e il consiglio di amministrazione di OpenAI. «Questo lo rende impossibile da controllare».

A proposito del rapporto di Altman con gli altri, il New Yorker ha raccontato un episodio sette anni fa quando già il creatore di ChatGPT  era un giovane talento di Silicon Valley ma non ancora il guru dell’Intelligenza Artificiale universalmente riconosciuto. Un blogger gli aveva chiesto a bruciapelo: «Com’è avere l’Asperger,ti ha aiutato o ti ha danneggiato?» . Altman ha commentato con il giornalista del New Yorker: «Gli stavo per dire “fottiti io non ho l’Asperger” ma poi, ho pensato, posso capire perché lui lo pensa: mi siedo in modi strani, ho interessi ristretti alla tecnologia, non ho pazienza per le cose che non mi interessano come le feste o la maggior parte delle persone. Quando qualcuno esamina una foto e dice “oh mi fa sentire così, così e così”, tutte quelle sottili emozioni, lo guardo con fascino alieno». Quel giornalista - era il 2016 - passò diversi giorni con Altman e notò che non andava mai in bagno o almeno così sembrava. Quando glielo disse Altman rispose: «Mi eserciterò ad andare in bagno più spesso, così voi umani non vi renderete conto che io sono l’Intelligenza Artificiale».

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