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I vini Bordeaux debuttano a Verona (per conquistare l’Italia)

di Giambattista Marchetto

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Una degustazione Crus et Domaines de France

Una degustazione Crus et Domaines de France

Crus et Domaines de France ha presentato i vini in anteprima, evento che da sempre si tiene in Francia. Cresce il business italiano della famiglia Helfrich

7 maggio 2021
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3' di lettura

Per la prima volta in quattro secoli, la Place di Bordeaux si è “spostata” in Italia con il suo evento en primeur. (degustazione dei vini in anteprima, prima dell’imbottigliamento, ndr). E la scelta è caduta su Verona, una delle capitali del vino italiano, dove Crus et Domaines de France ha presentato in degustazione una selezione degli châteaux della denominazione francese.

L'iniziativa è nata da Les Grands Chais de France della famiglia Helfrich, che possiede domaine di proprietà nei territori più vocati per la produzione di vini fermi e crémants – dalla Loira a Bordeaux, dalla Provenza fino in Borgogna, in Jura e Alsazia – e che è il primo esportatore di vino francese nel mondo, con più di 170 paesi raggiunti, e partner privilegiato di produttori importanti delle zone più prestigiose di Francia. A Verona si è vista una panoramica dei più vocati terroir – dal Grand Cru Saint-Emilion a Pomerol, da Haut-Médoc a Sauterns – con alcuni châteaux prestigiosi in degustazione come Château Talbot, Château du Tertre, Château Guiraud, Château Beychevelle, Château Pape Clement, Château Gazin..

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Un evento eccezionale da Bordeaux a Verona

La proprietà è della famiglia Helfrich che, forte di possedimenti per oltre 701 ettari in Bordeaux, con il marchio Crus et Domaines de France è anche uno dei négociants a presidiare la Place di Bordeaux. Distribuisce dunque etichette di produzione, ma anche di altre cantine.Il gruppo ha letteralmente “conquistato” il mercato italiano con i suoi vini francesi in piena pandemia, dato che nel 2020 le vendite hanno sfiorato le 850mila bottiglie vendute con un + 720% sul fatturato on trade negli ultimi 3 anni.

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E non potendo convocare in Francia clienti ed esperti per gli assaggi en primeur, ha deciso di creare un appuntamento in Italia, riservato a un numero limitato di ospiti.«È stata una fatica avere i campioni dalla Francia, perché non è nella filosofia degli châteaux spedirli fuori da Bordeaux – rimarca Romina Romano, country manager Italia del marchio di proprietà di Famille Helfrich –. Infatti i vini sono prelevati dalla barrique giovanissimi e non sono pronti, dunque rischiano di cambiare nell'arco di 6 ore e in particolare con il trasferimento. L'Italia è però un mercato altamente qualificato per Crus et Domaine de France, con una presenza di clienti e critici di spessore internazionale, e all'evento hanno partecipato sommelier, distributori Italia e importatori, per cui abbiamo portato la rete vendita ad un assaggio fuori dal comune»

Startegia anti-covid tra enoteche e online

Per il colosso francese (1,3 miliardi di euro di ricavi globali) il mercato Italia pesa “solo” 20 milioni, ma è un obiettivo importante «perché i consumatori sono molto preparati e apprezzano i vini di un certo livello», prosegue Romano. Lo sviluppo nel Belpaese è stato affidato tre anni fa alla country manager emiliana con il compito di accrescere le vendite horeca (ristoranti e bar, ma anche enoteche)  e i risultati – in pieno Covid - non si sono fatti attendere: nell'horeca si è passati dalle 3.600 bottiglie del 2017 a quasi 150mila nel 2020, che corrisponde a un + 720% sul fatturato on trade.Tutto questo in due anni decisamente complessi.

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Romina Romano, country manager Italia di Crus et Domaines de France

«Abbiamo deciso di investire su un magazzino in Italia e aperto una distribuzione diretta – sottolinea Romano – riuscendo a garantire prezzi più competitivi con meno passaggi commerciali. Il Covid ci ha portato a lavorare tantissimo con le enoteche, che è la parte di horeca che non si è mai fermata. Si sono organizzate con asporto e delivery e questo ci ha consentito di avere partner affidabili e competenti».

E poi c'è la frontiera online, «che oggi vale il 40% del mercato nazionale – prosegue la manager – ma a marzo 2020 era in sostanza a zero. Abbiamo coltivato il rapporto con partner importanti (su tutti Tannico, XtraWine e Vino.com) e questo è risultato vincente».Ora gli obiettivi sono altrettanto importanti, perché «adesso inizia la sfida vera – conclude Romano – Per Bordeaux la nostra quota di mercato è salita dal 3 al 17%, quindi ora le aspettative di crescita sono più forti. Sono molto positiva perché il Covid ha cambiato le attitudini al consumo, ha reso gli estimatori di vino più esigenti e più curiosi. Questo ci ha portato a crescere e confido di continuare a farlo».

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