di Marianna Rizzini
Gara di windsurf a Torbole, sul Lago di Garda, in Trentino. Foto Fabio Staropoli.
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Non c'è nulla di più ignoto di ciò che si pensava di conoscere: vale per le persone, ma anche per i luoghi che improvvisamente svelano la propria anima nascosta. Di certo, quando si pensa al Trentino, vengono in mente cime innevate, sentieri tra i ghiacci, piste interminabili, dirupi e boschi immersi in un silenzio bianco. Un paesaggio fatato, quasi disegnato apposta per una versione italiana del film d'animazione Frozen. E anche quando si immagina il Trentino d'estate, sono le cime delle nevi perenni a stagliarsi davanti agli occhi, con le rocce rosate delle Dolomiti. Eppure, la sorpresa è un'altra, vicina e incontaminata, a portata di mano nei mesi di ritorno alla vita dopo il secondo inverno di pandemia: trecento laghi, piccoli e grandi specchi d'acqua dove vivere, per così dire, il mare che non ti aspetteresti di trovare. Un mare che si apre in mezzo alle montagne, dove tuffarsi e nuotare, un mare lungo le cui rive camminare, prendere il sole, andare in barca a vela, imparare il windsurf, avventurarsi con il kayak.
Chi l'avrebbe mai detto? Era rimasto folgorato anche Wolfgang Goethe che nel suo Viaggio in Italia, nel 1786, ha scritto pagine innamorate dei laghi del Trentino, dov'era giunto in una bella giornata di fine estate. “Sono partito da Rovereto, prendendo per una valle laterale... Scendendo fino in fondo, si trova poi un paesello sulla punta settentrionale del lago, col suo piccolo porto o meglio luogo d'approdo che si chiama Torbole”. Torbole sul Garda, piccola capitale delle vacanze marittime tra i monti. “Dalla stanza dove mi trovo”, continuava Goethe, “si vede il lago per quasi tutta la sua lunghezza... Ambedue le rive, incassate tra colline e montagne, risplendono di innumerevoli piccoli paesi”. Se il lago di Garda permette una stagione velistica di tutto rispetto, con regate, selezione e allenamenti pre-olimpici, non è soltanto sulle sue rive che si può praticare uno sport in grado di evocare oceani e onde, come racconta il campione del mondo di vela Ruggero Tita.
Imbarcazione MOTH in azione sul Lago di Garda, Trentino, con al timone Ruggero Tita. Foto Martina Orsini.
Già scelto nel team Prada, Tita è un giovane atleta trentino, membro delle Fiamme Gialle, che oggi sul Garda si allena gran parte dell'anno (oltre che al centro velico della Guardia di Finanza, a Gaeta). Tita ha scoperto la passione per la barca a otto anni, sulle rive del piccolo lago di Caldonazzo, un lago che «d'inverno ghiaccia, ma d'estate si rivela in tutta la sua bellezza, ed è fruibile per la vela per quattro o cinque mesi», racconta Tita. In quelle acque ha imparato i rudimenti dello sport in cui eccelle, lui che era anche sciatore, ma poi ha scelto di dedicarsi all'acqua tra le sue montagne. «A Caldonazzo, il vento soffia più leggero che sul Garda, cosa che permette anche ai neofiti di cominciare. È un lago piccolo che si può esplorare in barca anche a dieci anni. I nostri genitori, infatti, ci lasciavano liberi. Andavamo in gruppo da ragazzini, a fare giri avventurosi o a mangiare il gelato sull'altra sponda», ricorda. Tita conosce bene i laghi trentini, e ne ha alcuni nel cuore: «Penso a Ledro e a Toblino, con il castello che si affaccia sulla sponda; a Caldonazzo con i suoi colori e a Molveno, che per un velista agli esordi è ideale: cornice delle Dolomiti e acqua piattissima».
Al lago di Ledro non si sente la mancanza del mare, costellato com'è di piccole spiagge, tra cime che si specchiano nel verde delle acque incontaminate, ciottoli e cascate, e persino un museo delle palafitte, con tour studiati apposta per i più piccoli.
Francesca Dallape' in allenamento. Foto Giorgio Perottino
«I laghi del Trentino sono un paradiso per adulti e bambini», dice Francesca Dallapè, tuffatrice del Centro Sportivo dell'Esercito, medaglia d'argento in coppia con Tania Cagnotto alle Olimpiadi di Rio del 2016. «Non è poi così strano che io, trentina, mi sia avvicinata al mondo dell'acqua. Anzi, io non so neanche sciare, nonostante mi piaccia tanto la montagna e adori fare camminate lungo i sentieri. Qui siamo circondati dall'acqua: torrenti, fiumi, laghi e laghetti meravigliosi dove poter nuotare, anche se il mio primo contatto con l'acqua è avvenuto ovviamente in piscina, a sei anni: ero stata iscritta a un normale corso di nuoto, ma io, invece di nuotare, andavo su e giù dal bordo per tuffarmi. Allora l'insegnante ha scritto un bigliettino ai miei genitori, per dire che tanto valeva permetterle di prepararmi per quello sport». Da lì Dallapè ha continuato ad allenarsi, al chiuso d'inverno, all'aperto d'estate: tuffi e amiche, montagne e nuotate, chiacchiere e gite. «Bellissimo, tra gli altri, il lago di Levico», racconta la tuffatrice olimpica: «è piacevole in barca ed è circondato da piste ciclabili».
Quando si pensa ad acque limpide e pure si corre di solito con la mente verso atolli caraibici o maldiviani. Ma che dire dell'azzurro del lago di Lavarone e dei fiordi ombreggiati a Levico? O delle cascate che rendono avventuroso il rafting lungo il corso del torrente Noce, inserito dal National Geographic tra i dieci migliori corsi d'acqua al mondo per questo sport? Non lo si immaginerebbe, ma le gole sul Noce o sull'Avisio sono percorse ogni anno da appassionati di canyoning e river trekking. Se non si partecipa alle regate del Circolo Vela Torbole (che ha anche un'attrezzata scuola) e se non si pagaia in relax tra le spiaggette sul lago di Ledro, ci si può perdere alla ricerca dell'angolo fiabesco del lago di Tovel, nel parco Naturale Adamello Brenta, anche detto “lago degli orsi” dopo alcuni avvistamenti, anni fa, o “lago rosso” per effetto di un'alga presente fino agli anni Sessanta, che i bimbi della zona pensavano fosse magica. E se Antonio Fogazzaro definiva il lago di Molveno “preziosa perla in più prezioso scrigno”, l'azzurro lago di Tenno permette passeggiate nell'adiacente borgo medioevale. Per tutto il resto c'è il grande Garda: dal Sup per pagaiare in piedi, fino alla pausa di fine giornata per la contemplazione del tramonto.
Francesca Dallapè
Nata a Trento il 24 giugno 1986
Specialità sportiva: tuffi trampolino 3 m, sincro 3 m
Palmarès: 13 medaglie (di cui 12 in sincro 3 m con Tania Cagnotto)
Medaglie d'oro: 8
Medaglie d'argento: 4
Medaglie di bronzo: 1
Giochi olimpici: 1 medaglia d'argento (Rio 2016)
Mondiali: 2 medaglie d'argento (Roma 2009 e Barcellona 2013)
Europei: 8 medaglie d'oro (Torino 2009, Budapest 2010, Torino 2011, Eindhoven 2012, Rostock 2013, Berlino 2014, Rostock 2015, Londra 2016)
Europei giovanili: 1 medaglia d'argento (Edimburgo 2003) e 1 medaglia di bronzo (Aquisgrana 2004)
Ruggero Tita
Nato a Rovereto il 20 marzo 1992
Specialità sportiva: vela classe 49er, Nacra 17
Palmarès: 17 medaglie
Medaglie d'oro: 11
Medaglie d'argento: 3
Medaglie di bronzo: 3
Mondiali: 2 medaglie d'oro (Lago di Garda 2006 e Aarhus 2018), 1 medaglia di bronzo (La Grande Motte 2017)
Europei: 3 medaglie d'oro (Berlino 2006, Kiel 2017, Gdynia 2018), 1 medaglia d'argento (Helsinki 2011), 1 medaglia di bronzo (Lago di Garda 2009)
Campionati mondiali assoluti: 2 medaglie d'oro (2005 e 2007), 1 medaglia d'argento (2008)
Campionati italiani classi olimpiche: 4 medaglie d'oro (2008, 2010, 2011, 2018), 1 medaglia d'argento (2012), 1 medaglia di bronzo (2016)
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