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L’intelligence: guerra in Ucraina «tornante della storia». Ecco i nuovi rischi per la sicurezza

di Manuela Perrone

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Immigrazione irregolare, navi Ong in area Sar «vantaggio logistico» per i trafficanti. Sul Pnrr pericolo di «ingerenze affaristico-criminali»

28 febbraio 2023
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5' di lettura

Il 2022 è stato un anno di «marcata discontinuità» che ha «fortemente» ridefinito il contenuto dei nostri interessi nazionali. L’aggressione militare della Russia all’Ucraina ha rappresentato «un tornante della storia», incidendo sull’operare quotidiano dei servizi segreti ed evidenziando anche un’osmosi sempre più stretta tra le dimensioni internazionali e interna della minaccia alla sicurezza. «L’ordine mondiale è in discussione, la sfida è giocare d’anticipo prevedendo gli scenari futuri in un quadro complesso in cui non ci sono confini», scandisce la direttrice del Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza (Dis) Elisabetta Belloni alla presentazione a Roma, nella sede del Dis in piazza Dante, della relazione annuale 2022 sull’attività dell’intelligence appena trasmessa alle Camere. Cento pagine e 14 infografiche molto curate che rendono più fruibili dati e informazioni.

La relazione annuale 2022 interattiva

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Mantovano: «Sicurezza è bene a cui tutti concorrono»

A introdurre la conferenza stampa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha voluto ringraziare gli appartenenti al comparto «per il delicato lavoro che svolgono» e sottolineare la piena collaborazione sulla sicurezza, «bene a cui tutti concorrono», con il governo e con il Parlamento, rappresentato dal presidente del Copasir Lorenzo Guerini. In sala quattro ministri - Guido Crosetto (Difesa), Antonio Tajani (Affari esteri), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica) - oltre ai vertici delle forze armate e di polizia.

«Mosca non smetterà di interferire nei processi interni»

Al conflitto russo-ucraino, l’evento clou dello scorso anno, è dedicato il primo capitolo, in cui si elencano i principali temi strategici della nostra intelligence (tra cui quello delle «condizioni alle quali sarà possibile raggiungere una pace giusta e credibile») e si evidenziano «le attività di ingerenza e influenza della Russia». «Mosca - si legge nella relazione - non smetterà di interferire nelle dinamiche politiche e nei processi decisionali interni ai Paesi Nato, ricorrendo ancor di più che in passato a metodi coercitivi e manipolativi», dai cyber attacchi alla disinformazione, fino all’«utilizzo di leve come quella migratoria ed energetica». Un focus è dedicato all’aumento delle spese militari in Europa, questione che ha dirette ricadute sul piano interno: «A seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, un numero crescente di Paesi si è impegnato a destinare il 2% del Pil nazionale alla difesa. Nel 2014, erano tre i Paesi dell'Alleanza Atlantica (Grecia, Regno Unito e Stati Uniti) che rispettavano tale indicazione. Nel 2022, quei Paesi sono diventati nove».

L’impatto economico del conflitto

I nostri 007 definiscono «l’andamento rialzista e altamente volatile dei prezzi delle materie prime energetiche» una delle «conseguenze più evidenti e pervasive» della guerra. Colpa della centralità della Russia negli scambi energetici mondiali pre-conflitto (con una quota di circa il 12% del mercato petrolifero e del 20% di quello del gas) e della forte dipendenza (al 40% del proprio fabbisogno di gas e al 20% di quello di petrolio) dell’Europa dalle esportazioni energetiche russe. Quanto all’Italia, l’impatto è stato in primis sui settori energivori e gasivori (che producono il 20% del Pil nazionale). Il perdurare della crisi dell’energia peserà da un lato al Centro-Nord «sui piani occupazionale e della continuità aziendale» perché là si concentra il grosso delle energivore e dall’altro al Centro-Sud sulle piccole realtà, «considerati i più bassi livelli reddituali e di concentrazione industriale».

Guerra e crisi alimentare spingono le partenze dei migranti

Quanto agli altri teatri e fattori di crisi, la relazione ne analizza sei: le dinamiche dell’immigrazione irregolare; i riflessi delle crisi geopolitiche sulla sicurezza alimentare globale; Nord Africa e Medioriente; Sahel, Corno d’Africa e Africa centrale e australe; la regionalizzazione del jihad; equilibri e tensioni nel quadrante asiatico. Logico, dopo i fatti di Crotone, che le domande dei cronisti si concentrino sui flussi migratori, che nel 2022 sono aumentati - chiarisce la relazione - «su tutte le rotte marittime e terrestri», tanto che l’Italia continua a rivelarsi «la principale porta d’ingresso e transito di migranti irregolari nell’Unione europea». Ha contato la guerra, anche in questo caso, con i suoi corollari della crisi del grano e dell’insicurezza alimentare (nel 2023 il calo della produzione attesa è pari a circa il 45%) spinge tante partenze dall’Africa).

Immigrazione, navi Ong «vantaggio logistico» per trafficanti

È il numero uno dell’Aise, Giovanni Caravelli, a sottolineare come sia stato rilevato un notevole numero di «piccoli gruppi criminali che si sono dedicati al traffico internazionale di esseri umani». La relazione registra «l’aumento del soccorso in mare effettuato dalle navi Ong, principalmente in area Sar libica». Proprio le attività Sar - si legge - «vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio in Europa»: i navigli sono «un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali» perché permettono loro di ridurre la quantità di imbarcazioni aumentando i profitti, ma «esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate».

Un assist alla tesi del governo

È la tesi più volte sostenuta dal governo e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, confermata da Mantovano: «È un fatto oggettivo che non comporta considerazioni etiche sulle Ong il fatto che se piazzo navi al limite delle acque territoriali aumento la probabilità che barchini di fortuna partano dalla terraferma nella certezza di incontrare queste navi. La relazione descrive esattamente questa dinamica: la presenza delle navi Ong aumenta la probabilità di incidenti, rovesciamenti e morti in mare».

Il Pnrr sotto la lente dell’intelligence

Il Pnrr «è stato assunto a perimetro di prioritario interesse info-operativo per lo sviluppo, in materia di ingerenze affaristico-criminali, di attività a tutela della sicurezza nazionale», assicura la relazione. «L'azione intelligence è stata orientata all'individuazione di vulnerabilità sistemiche nazionali e di eventuali fenomeni di condizionamento dei meccanismi decisionali pubblici in grado di impattare negativamente sull’attuazione e sul rispetto del cronoprogramma, anche attraverso il monitoraggio sullo stato di avanzamento degli investimenti, la vigilanza sulla gestione finanziaria e la prevenzione di manovre ostruzionistiche o elusive ai danni dell'esecuzione del Piano».

Nel mirino conflittualità e comportamenti opportunistici

Esecuzione complicata dalle criticità sopravvenute, come « l'incremento dei prezzi delle materie prime e dell'energia elettrica, che potrebbero generare conflittualità e disallineamenti tra committente pubblico e appaltatori», «la sussistenza di comportamenti opportunistici posti in essere da taluni operatori economici e finalizzati a un'artificiosa lievitazione dei costi», «la carenza di manodopera specializzata, nonché di sofisticate attrezzature tecniche non facilmente reperibili sul mercato» e, da ultimo, «le difficoltà di accesso al credito bancario e l'aggravio dei costi delle fonti di finanziamento quali effetti delle politiche monetarie restrittive realizzate a livello europeo».

Cospito, «improbabile saldatura anarchici-criminalità»

Al paragrafo «eversione ed estremismi» non poteva mancare il riferimento al caso di Alfredo Cospito, da ottobre in sciopero della fame contro il 41 bis. La minaccia anarco-insurrezionalista (31 le azioni di matrice anarchica nel 2022) è quella «più concreta e vitale, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica “azione diretta distruttiva”». Il caso Cospito ha dato avvio «ad una veemente mobilitazione, sostenuta e animata da numerose sigle, italiane ed estere, che si rifanno, per metodiche operative, alla parabola eversivo-terroristica della Fai/Fr». Un’attività attentamente monitorata, assieme ai siti di istituzioni, imprese e centri di ricerca oggetto di minacce. Mario Parente, direttore dell’Aisi, nega però l’esistenza di elementi che possano confermare legami tra l’anarco-insurrezionalismo e la criminalità organizzata: «È da ritenere improbabile».

Destra radicale a caccia di proseliti

Dopo la scarcerazione di esponenti di vertice coinvolti nell'assalto alla sede della Cgil del 9 ottobre 2021, l’intelligence rileva l’impegno della destra radicale nel « tracciare le future strategie di rilancio della sua presenza sul territorio in una prospettiva di recupero del consenso e di ricerca di nuove adesioni, soprattutto nei circuiti dell'attivismo giovanile». E «un pericolo in costante crescita» - avverte il documento - è «l’attivismo sul web delle reti internazionali del suprematismo e dell’accelerazionismo, diffusori di impulsi antisistema d’impronta razziale in grado di esaltare sentimenti di rancore sociale e d’incitare a una risposta violenta e indiscriminata contro il “sistema”». Anche in questo caso, si tratta di realtà fluide capaci di attingere anche da materiale propagandistico di matrice jihadista.


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