di Marzio Bartoloni
Covid, via alla quarta dose del vaccino per tutti gli over 60
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Ormai gli italiani viaggiano a una media di oltre 2 milioni di tamponi rapidi acquistati ogni settimana in farmacia. Anzi nella settimana dal 27 giugno al 3 luglio sono stati esattamente 2,1 milioni per oltre 14 milioni di euro di spesa, il doppio di due settimane prima quando erano 1 milione i test acquistati, mentre la settimana precedente sono saliti a 1,5 milioni. In pratica i tamponi fatti ogni giorno in farmacia o nelle Asl e quelli fatti in casa, se utilizzati tutti e non per fare “scorta”, sono praticamente sovrapponibili:300mila “ufficiali” e 300mila “fai da te”
il fenomeno dei test rapidi a casa è in crescita esponenziale ormai da alcuni mesi, ma nelle ultimissime settimane è esploso con numeri che non sono stati mai visti finora, trainati dal dilagare di Omicron 5 che ha provocato una quinta ondata estiva che viaggia a una media di 100mila contagi al giorno. Almeno se si considerano i dati “ufficiali” riportati ogni giorno nel bollettino sul Covid perché in realtà tutti gli osservatori parlano di sottostime: i contagi reali, dicono, sarebbero almeno il doppio se non addirittura il triplo.
E un campanello d’allarme in questo senso arriva proprio dall’acquisto dei tamponi rapidi in farmacia come monitorato da Iqvia, provider globale di dati sanitari, che ha registrato questa crescita esponenziale a partire da metà giugno in corrispondenza con la crescita dei positivi. Il boom di test fai da te è in parte spiegabile dalla necessità degli italiani di testarsi perché venuti a contatto con dei positivi, ma è verosimile che una fetta importante di chi si scopre positivo non ricorra poi al tampone ufficiale (in farmacia o Asl) per certificare la sua positività e dunque trovarsi obbligato a rispettare l’isolamento domiciliare. Di fatto per molti si sta sdoganando una quarantena auto-gestita che in alcuni casi può essere pericolosa perché non è escluso che il positivo, anche se asintomatico, non sia anche contagioso.
Come uscirne? alcuni Paesi - come Inghilterra e Spagna - hanno abolito la quarantena per gli asintomatici mentre gli Usa ne prevedono una di 5 giorni senza obbligo di fare il test. In Italia per ora la posizione del ministro della Salute Speranza è ispirata alla massima cautela. Ma anche all’interno del Governo non mancano posizioni diverse come quella del sottosegretario Andrea Costa che lunedì 11 ha ribadito la sua posizione: «Credo che ciò che dobbiamo attenzionare sono i cittadini sintomatici e quelli che rischiano di più, quindi anziani e fragili, dopo di che la normalità si raggiungerà quando un positivo senza sintomi potrà continuare a lavorare indossando la mascherina, altrimenti si rischia di bloccare il Paese con un lockdown».
Su questo fronte si sta aprendo una riflessione anche tra le Regioni, per ora ancora alla fase tecnica: nei prossimi giorni potrebbe infatti arrivare un documento alla commissione Salute che di fatto chiede di ridurre a 5 giorni l’isolamento domiciliare per tutti e senza obbligo di test se da due giorni si è senza sintomi. L’obiettivo è evitare di mandare in tilt il Paese se in autunno ripartisse un’ondata ancora più forte.
Marzio Bartoloni
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