di Giancarlo Mazzuca
Ucraina, Tajani: “Mediazione Onu con Berlusconi e Merkel”
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Se un giorno Putin definì Berlusconi «l'ultimo dei Mohicani», il Cavaliere, nell'ottobre del 2010, parlò del leader russo come di uno che ha «il senso dell'amicizia, ha rispetto per tutti, soprattutto delle persone umili». Se il capo del Cremlino andò a trovare Silvio nella sua villa estiva in Sardegna, Berlusconi affrontò il gelido inverno russo per recarsi nella dacia dell'altro e mangiare all'aperto a trenta gradi sotto zero. Tra i due era nata un'amicizia con tanto di regali personali: Vladimir ha donato all'altro anche un letto a tre piazze che i giornali ribattezzarono il “lettone di Putin”. E lo stesso discorso vale per Romano Prodi: anche lui ha intrattenuto sempre buoni rapporti con il Cremlino.
Non so fino a che punto gli ultimi avvenimenti in Ucraina abbiano, oggi, fatto cambiare opinione a Berlusconi e Prodi sul conto del leader russo, ma resta il fatto che proprio quel vecchio «feeling» con il “numero uno” di Mosca dovrebbe ancora accomunare il Cavaliere e il Professore, anche se i due sono sempre stati tra loro avversari tanto da essere definiti “Coppi e Bartali”. Dopo le ultime vicende belliche a Kiev e dintorni, Silvio se ne è stato piuttosto zitto mentre Romano ha parlato di «errore storico» di Putin perché non ha capito quanto le democrazie occidentali si sarebbero ritrovate unite davanti all'emergenza ucraina.
Lo stesso Prodi, però, in un colloquio che ebbi con lui solo qualche mese fa (ma la guerra sembrava ancora lontana…), mi disse che la pensava come Berlusconi sul conto dello statista del Cremlino: avrebbe potuto essere la persona giusta per fare da ponte tra l'Unione Europea e i Paesi dell'Est. Ecco perché, se non dovessero decollare i negoziati ufficiali per porre fine al conflitto in Ucraina, sarebbe forse opportuno procedere in modo informale e “bipartisan” di fronte alla necessità primaria della pace. In che modo? Ricorrendo appunto ai vecchi “saggi”: oltre all'ex-cancelliera tedesca Merkel, di cui si è già fatto il nome per una possibile mediazione con Mosca, Berlusconi e Prodi. Chi meglio di loro potrebbe aprire una breccia per ritrovare il dialogo con Putin?
Credo proprio che Silvio e Romano non si tirerebbero indietro ad una richiesta di mediazione magari avanzata dallo stesso Draghi e, assieme a “frau Angela”, sarebbero certamente in grado di ottenere quei risultati che finora non sono stati registrati a livello di negoziati ufficiali. In effetti, i vantaggi di questa soluzione sarebbero diversi: 1) di fronte alla priorità assoluta della pace, il terzetto sarebbe certamente disponibile a trattare; 2) questi mediatori agirebbero in modo informale e, quindi, con più facilità di dialogo con la controparte; 3) i negoziatori con la Russia, muovendosi «off-the records», potrebbero anche avere idee diverse su come portare avanti le trattative e questo fatto non dispiacerebbe al Cremlino; 4) i tre “senatori” sono ben conosciuti da Putin e, meglio di chiunque altro, potrebbero davvero aprire la strada a quella “fumata bianca” che tutto il mondo attende. Ergo: se Draghi proporrà la mediazione dei due italiani accanto alla Merkel, non farebbe una mossa sbagliata. Sarebbe, anzi, una mossa da Super Mario.
Giancarlo Mazzuca
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