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Delfina, costumi e «fuori-acqua» che piacciono dagli Usa agli Emirati

di Paola Dezza

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Linee semplici ed eleganti che si possono personalizzare scegliendo disegni e modelli

10 giugno 2022
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3' di lettura

Un successo nato per caso grazie a un incontro e cresciuto negli anni fino a varcare i confini italiani. Il brand Delfina, specializzato in costumi da bagno e abbigliamento da mare, nasce dall’idea della designer Delfina Marsaglia nel 1992, una piccola collezione creata per divertimento che esposta in una boutique romana cattura subito l’attenzione di una redattrice di Vogue America. Acquistati i bikini la giornalista torna a New York e scrive un articolo sul brand. Non solo. «Mi presentò anche alle buyer di alcuni grandi magazzini americani» dice Delfina.

Da allora la collezione è stata in vendita da Bergdorf Goodman, Saks e Barneys. Il marchio si è diffuso piano piano anche in Italia.

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Ogni anno vengono prodotti circa 70mila capi, di cui il 70% - dopo il Covid - viene venduto in Italia, mentre il 30% prende la strada dell’estero. «Una situazione capovolta rispetto al passato - spiega - quando era l’estero a catalizzare la maggior parte della produzione». Il Covid ha impedito la partecipazione alle fiere e questo trend ha avuto ripercussioni sulle destinazioni delle vendite.

Il brand ha una serie di negozi di proprietà, a Roma e Capri ma anche in località esotiche come Saint Barth, ai Caraibi, mentre a Milano questa estate viene allestito un pop up per il mese di giugno nella zona di Brera (via Marsala).

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La particolarità di Delfina è che la collezione si presta a essere declinata in molti modi dato che quasi tutti i modelli si possono sviluppare in tutte le stampe. «È nata come una collezione di costumi - racconta la designer -, ma adesso ci sono molti capi “ fuori acqua”, copricostume, caftani, parei, vestiti che vengono ricamati in India, in seta, cotone oppure lino».

La produzione Delfina è totalmente artigianale: tutti gli abiti, i copricostumi e i costumi sono realizzati da piccoli laboratori sartoriali a conduzione familiare con sede in Italia e viene data particolare cura alla qualità dei tessuti, dei ricami e delle finiture. I costumi vengono prodotti in Italia, solo una piccolissima parte di capi vengono ricamati a mano in India, mentre altri tessuti ricamati arrivano dalla Francia. La stampa, invece, viene realizzata nella zona di Como, distretto tessile italiano in cui sono rimaste realtà artigianali. «Noi disegniamo le stampe - dice Delfina -. In genere mi aiuta molto mio figlio. Anche i ricami in Francia vengono fatti su nostro disegno». Moltissimi sono i modelli dei costumi, 10-12 i più venduti, tre interi e sei-sette bikini.

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In azienda lavorano quattro persone, oltre alle commesse che si occupano della vendita in negozio.

All’estero le vendite sono elevate negli Stati Uniti, dove questa tipologia di modelli semplici ma eleganti raccoglie il consenso della clientela. In Asia è il Giappone il Paese dove la linea viene distribuita. Poi ci sono Paesi europei, gli Emirati e così via.

L’idea di una espansione è nell’aria, anche se aprire nuovi negozi non è facile. «Mi piacerebbe approdare a Forte dei Marmi, a Dubai, in Formentera ma anche in California» conclude. Il problema è trovare il personale adeguato, per questo il negozio aperto agli Hamptons è poi stato chiuso.

Nel corso degli anni Delfina ha intrapreso vari progetti, come la creazione di private label per Tory Burch e Calypso St Barth.


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