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Superbonus, dall’F24 a Cdp: tutte le ipotesi in campo per i crediti incagliati

Superbonus, governo apre al confronto

Le ipotesi sul tappeto sembrano orientarsi verso le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca, lasciando in secondo piano l’idea di una cartolarizzazione

21 febbraio 2023
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2' di lettura

Dopo il confronto che si è tenuto a Palazzo Chigi tra il governo e l’associazione delle banche Abi, Cdp e Sace, ascoltate le esigenze dei diversi attori in campo le scelte guarderanno ai costi e alle eventuali decisioni di Eurostat sui conti pubblici. La volontà del governo è quella di sciogliere il nodo dei crediti incagliati dei bonus immobiliari (Superbonus e non solo), coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Le ipotesi sul tappeto sembrano orientarsi verso le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca, lasciando in secondo piano l’idea di una cartolarizzazione.

I tavoli avviati a Palazzo Chigi serviranno proprio per ascoltare le esigenze dei diversi attori in campo e per valutarne le proposte: sul fronte della cessione dei crediti per il lavori non ancora comunicati con la Cila il governo appare fermo, anche se potrebbero aprirsi piccole deroghe, in particolare per la ricostruzione nelle aree colpite da sisma o per gli incapienti. Poi le scelte saranno fatte guardando ai costi e alle eventuali decisioni di Eurostat sui conti pubblici. Una certezza è che le modifiche potranno arrivare solo durante il confronto parlamentare sul decreto Superbonus.

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Pressing sulle banche per i crediti incagliati

Sui crediti incagliati il governo ha avviato un pressing sulle banche. La partecipazione della Sace al tavolo fa prefigurare garanzie pubbliche, mentre il possibile intervento di acquisizione di crediti potrebbe arrivare anche da società controllate pubbliche.

Ipotesi intervento Cdp

«Un intervento di Cdp è una delle ipotesi allo studio», ha intanto fatto sapere il viceministro al Mit Edoardo Rixi. A confermare l’ipotesi della cartolarizzazione è intervenuto invece Alessandro Cattaneo, presidente dei deputati di FI: «Stiamo lavorando per risolvere, una volta per tutte, il problema dei crediti incagliati, perché le 25mila imprese edili coinvolte rischiano il fallimento. La cartolarizzazione? E’ una possibilità che stiamo studiando con il Mef, con gli esperti del settore».

In campo Sace che potrebbe rafforzare le garanzie pubbliche

La linea di demarcazione dell’intervento l’ha già tracciata il decreto: lo stop alla cessione dei crediti futuri serve proprio a facilitare lo smaltimento di quelli passati. Le norme del decreto non sembrano però sufficienti. Ecco allora che scende in campo Sace che potrebbe rafforzare le garanzie pubbliche. Per lo smaltimento dei crediti incagliati ci sono poi due proposte sul tavolo, anche se il governo sembra ora propendere per una delle due. La prima, la cartolarizzazione, è uno strumento di mercato e al momento appare accantonata. La seconda, con le compensazioni tra crediti e debiti fiscali, è uno strumento di finanza pubblica.

Ipotesi F24 avanzata da Ance e Abi

L’ipotesi F24, invece, è quella avanzata congiuntamente dall’Abi e dai costruttori dell’Ance, che hanno chiesto al governo anche di sollecitare l’acquisto di crediti da società pubbliche controllate dallo Stato. Cosa prevede l’ipotesi F24: in pratica le banche, che non possono più acquistare nuovi crediti perché hanno esaurito lo spazio di ’smaltimento’ fiscale nei prossimi anni, potrebbero scaricare i debiti compensandoli con gli importi dei pagamenti fiscali fatti dai clienti con i modelli F24 ai propri sportelli. Ovviamente questo avrebbe un costo immediato per lo Stato.

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