di Patrizia Maciocchi
"Ai figli il cognome dei due genitori, non solo del papa'"
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«Bisogna affidarsi alla saggezza popolare. La scelta potrebbe essere quella di mantenere l’uso del cognome paterno o di affermare la consuetudine del doppio cognome». Il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli - nel prevedere gli effetti della sentenza con cui la Corte costituzionale ha archiviato la possibilità di attribuire il nome del padre in automatico - confida nel buon senso dei cittadini e nell’intervento del legislatore per evitare i rischi connessi all’applicazione del verdetto.
C’è il pericolo che dopo la decisione della Consulta si crei un effetto Messico, con tanti cognomi diversi?
Spero si faccia in modo di evitare che nelle presentazioni si elenchi tutto l’albero genealogico. Il legislatore potrebbe stabilire una regola, cosiddetta cedevole, secondo la quale viene attribuito in automatico il cognome di entrambi i genitori, salvo, come detto dalla Consulta, diversa indicazione da parte di questi ultimi. Una linea da seguire che deve entrare nel costume, altrimenti servirebbe ogni volta un interpello. Senza parlare dei casi in cui entrambi i genitori hanno il doppio cognome, ipotesi in cui sarebbe auspicabile farne cadere una parte, altrimenti con quattro cognomi saremmo davvero sulla linea messicana. Meglio il modello tedesco con l’attribuzione del cognome coniugale o del padre o della madre su intesa dei genitori. Con una scelta irreversibile.
Bisogna dunque anche appellarsi al buon senso dei cittadini?
Certamente. Se così non fosse nelle famiglie ci potrebbero essere figli con cognomi diversi anche se nati all'interno dello stesso matrimonio.
Si potrà cambiare idea e dunque cognome rispetto a quello scelto alla nascita?
Direi di no. Una volta acquisito il cognome diventa parte della propria identità. Un principio affermato dalla stessa Consulta con la sentenza 13/1994, relatore Ferri.
La decisione della Corte costituzionale può favorire la richiesta, da parte degli adulti, di aggiungere al proprio il cognome dell’altro genitore?
Un atto singolo di volontà non può incidere sul principio di identificazione giuridica e sociale. Ritengo quindi che sul punto si continueranno a seguire le regole esistenti. Oggi è possibile aggiungere un cognome quando questo, ad esempio, sia prevalente dal punto di vista sociale.
La Corte, passa la parola al giudice in caso di contrasti sull’ordine del cognome. Che intervento può fare il giudice?
Il richiamo alla decisione del giudice è singolare. Anche se prevista dal diritto di famiglia, infatti, si tratta di una norma risalente e mai applicata. Bisognerà leggere le motivazioni.
Per superare il retaggio culturale delle famiglia patriarcale si è sacrificata la praticità?
Probabilmente sì, è stato un prezzo da pagare. Ma soprattutto credo che si vada via via trasformando l’idea di famiglia come istituzione, facendo prevalere i rapporti personali. Che di per sé non è un male. Ma anche in questo caso, peserà l’equilibrio delle persone.
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