di Marco Mobili
Bonus facciate, come sfruttare la detrazione entro fine anno
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Dopo un anno dalla piena operatività della piattaforma per la cessione dei crediti e degli sconti in fattura dei bonus edilizi, alle Entrate si è accesa la spia del rischio frodi. Tanto che l’Agenzia in poco tempo ha fatto emergere 800 milioni di crediti inesistenti. Sulla piattaforma, infatti, si sono messi in moto scambi per circa 19,3 miliardi di euro, di cui 6,5 miliardi per cessioni e sconti in fattura legati agli interventi del 110% e i restanti 12,7 miliardi per tutti gli altri sconti edilizi. Ma al di là dei numeri, come spiega al Il Sole 24 Ore il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, il sostegno alle agevolazioni fiscali per l’edilizia si è indirizzato sempre più verso la salvaguardia dell’ambiente, in linea con Cop26. Le Entrate ormai si stanno occupando già da qualche anno di agevolazioni per efficientamento energetico e su vari fronti, dalla riqualificazione energetica degli immobili ai pannelli solari, «tutti interventi che producono valore aggiunto per il futuro dell’intero Paese». Non solo ambiente però. «In un territorio ad elevato rischio sismico come il nostro», ricorda ancora Ruffini, «sono state introdotte misure che mettono in sicurezza le nostre abitazioni e favoriscono la ricostruzione nelle zone già colpite da terremoti».
Complessivamente qual è il vostro bilancio?
Per avere un quadro complessivo occorre attendere le dichiarazioni dei redditi relative al 2020, i cui termini scadranno il prossimo 30 novembre. Dagli ultimi dati pubblicati da Enea, riferiti solo al Superbonus 110%, emerge comunque un ampio utilizzo: quasi 11 miliardi di detrazioni previste a fine lavori. Come Agenzia abbiamo le cifre relative alla cessione di questi crediti di imposta e allo sconto in fattura.
A quanto ammontano?
Nel complesso, al 30 settembre scorso, parliamo di circa 2 milioni e mezzo di operazioni comunicate all’Agenzia, per un controvalore di oltre 19 miliardi: un terzo, 6 miliardi e mezzo, è riferito al Superbonus 110% (ecobonus e sismabonus).
Giungono segnalazioni di prezzi sempre più gonfiati. Il 110% ha il suo tariffario gli altri bonus edilizi no. Riuscite a intercettare il fenomeno?
Per limitare fenomeni patologici il Legislatore ha previsto per i bonus 110% che sia un tecnico ad attestare anche la congruità dei costi. Per gli altri bonus, in assenza di una norma analoga, la migliore difesa è sempre la possibilità di scegliere chi offre le condizioni migliori.
Nel caso del reddito di cittadinanza, si è visto proprio in questi giorni, i furbetti scoperti sono stati molti. È stato così anche per i bonus edilizi?
Partiamo da una premessa: quando lo Stato stanzia risorse ingenti, in forma diretta o meno, c’è sempre chi cerca di approfittarne. E purtroppo neppure queste misure ne sono state immuni. Detto questo, il tema riguarda soprattutto la cedibilità di questi crediti d’imposta a terzi, anche attraverso il sistema dello sconto in fattura.
Si spieghi meglio.
Il Legislatore ha previsto la cedibilità e lo sconto proprio per consentire a chi non ha possibilità finanziarie di poter comunque mettere in sicurezza la propria casa, di installare un nuovo ed efficiente impianto di riscaldamento. Ma se dietro il sistema della cessione del credito si nasconde una frode che non ha alla base alcun intervento edilizio allora il panorama cambia radicalmente.
Materialmente come vengono realizzate queste frodi?
Con le analisi effettuate dall'Agenzia abbiamo intercettato numerose cessioni di crediti inesistenti, soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati. In altri casi ancora, abbiamo rilevato la cessione di crediti inesistenti riferiti a lavori fittiziamente realizzati addirittura in favore di persone inconsapevoli, che si sono ritrovate nel loro cassetto fiscale fatture relative a opere mai eseguite. Questi crediti fittizi possono poi essere oggetto di successive “movimentazioni” e alla fine ceduti a intermediari e quindi monetizzati. Si tratta di operazioni “raffinate”, che richiedono un certo know how e attuate attraverso strutturate organizzazioni fraudolente. Fenomeni peraltro che si aggiungono a quello segnalato dalla Uif di Banca d’Italia, ovvero il rischio che i crediti in questione vengano acquistati mediante l’impiego di capitali di origine illecita per reinserirli nel circuito legale.
Parte di questi soldi potrebbero essere finiti in mano al crimine organizzato?
Purtroppo non possiamo escluderlo.
E voi che cosa avete fatto?
Con un’intensa e complessa attività di analisi dei dati a nostra disposizione abbiamo intercettato sul nascere numerose cessioni di crediti caratterizzati da evidenti elementi di frode. In particolare, sono stati individuati circa 800 milioni di euro di crediti dei quali risulta pressoché certa l’inesistenza. Ma ovviamente non può bastare. Non dimentichiamo che queste agevolazioni sono state introdotte in pieno periodo emergenziale, quando la priorità era accelerare il più possibile l’immissione di liquidità nel sistema economico. In altri termini, il Legislatore ha puntato maggiormente su controlli ex-post, sebbene le frodi a cui stiamo assistendo dimostrino che questi controlli hanno un’efficacia limitata.
L’attività di recupero coinvolgerà anche gli intermediari finanziari?
Le norme prevedono che il recupero venga fatto nei confronti del primo cedente e quindi del cittadino che commissiona gli interventi, salvo i casi in cui si riscontri il concorso da parte di un intermediario. Proprio per questo è sempre bene prestare attenzione a quello che si firma quando vengono proposte tali operazioni. Ricordo che, nella propria area riservata sul sito dell’Agenzia, c’è la possibilità di aderire al servizio di consultazione delle fatture per verificarne la correttezza.
Cosa si può fare per impedire tali frodi?
Le possibili soluzioni tecniche sono varie. So che il Governo è già al lavoro per intervenire dal punto di vista normativo e agevolare sistematici interventi preventivi prima che si realizzino gli illeciti. Altrimenti rincorrere il denaro in un secondo momento diventa difficile.
Le frodi potrebbero mettere in discussione in futuro lo strumento della cessione dei crediti?
Non sono scelte che spettano all’Agenzia ma alla politica. Di sicuro, non è ammissibile che qualcuno ne approfitti in un momento tanto delicato per il Paese, depredando le risorse pubbliche. Inoltre, senza truffe il costo per l’Erario, per il Paese, sarebbe minore.
Marco Mobili
Vice caporedattore
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