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Porto di Trieste: la polizia sgombera con gli idranti il presidio No green pass

Trieste: la polizia al porto per sgomberare i manifestanti

Momenti di guerriglia in strada, utilizzati anche i lacrimogeni. Mattarella: addolorano le violenze in un momento di ripresa del Paese

18 ottobre 2021
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5' di lettura

Idranti e lacrimogeni per completare lo sgombero dei manifestanti che stazionavano davanti al Varco 4 del porto di Trieste. Un funzionario di polizia ha più volte invitato i manifestanti a disperdersi spontaneamente “in nome della legge”. I lavoratori portuali hanno costituito un cordone tra polizia e No Green pass per evitare contatti. Il corteo di manifestanti è poi affluito in piazza Unità d’Italia, dove in molti, in silenzio, si sono seduti a terra.

Tre agenti feriti tra le forze dell’ordine

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Le tensioni al porto di Trieste sono cominciate poco prima delle 9 per lo sgombero dei 300 manifestanti che stazionavano davanti al Varco 4. I manifestanti, tra portuali con le tute gialle e No Green pass, li attendevano seduti dall’altro lato del Varco lungo la strada seduti a terra intonando «La gente come noi non molla mai» e «Libertà». I poliziotti sono scesi dai mezzi in tenuta antisommossa, un funzionario ha più volte invitato le persone presenti a disperdersi «in nome della legge». La Questura di Trieste segnala «tre feriti tra le forze dell’ordine» negli scontri.

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Cordone di portuali fra polizia e No green pass

I lavoratori portuali, riconoscibili per le tute gialle, hanno costituito un cordone tra la polizia e i No Green pass per evitare contatti tra le forze dell’ordine e i manifestanti e garantire dunque l’incolumità di tutti. La polizia ha continuato progressivamente ad avanzare e gli altri ad arretrare senza però prove di forza da alcuna delle due parti. Nell’avanzare, il blocco della polizia ha superato il gruppo di portuali che sedeva a terra - tra i quali c’era anche il portavoce del coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste Stefano Puzzer - di fatto isolandolo dal resto dei manifestanti.

Da Ravenna a Genova, gli altri fronti dei manifestanti

Nei porti italiani altre manifestazioni hanno avuto luogo contro il Green pass. È cresciuto mano a mano il fronte dei manifestanti che si erano dati appuntamento al porto di Ravenna, chiamando a raccolta non solo portuali ma anche lavoratori di altre aziende. Nella prima parte della mattina il presidio era composto da poche decine di persone e il corteo - che pure aveva causato qualche rallentamento ai camion - sembrava in esaurimento. A queste se ne sono aggiunte diverse altre, complessivamente oltre un centinaio, che hanno bloccato una corsia di ingresso al porto San Vitale. Dopo un avvio tutto sommato tranquillo, a Genova, con il presidio dei No green pass e di un gruppo di portuali a varco portuale di Ponte Etiopia, i manifestanti hanno deciso di bloccare definitivamente varco Albertazzi, che porta sia a uno scalo mercantile che al terminal traghetti.

Cgil Ancona: molti senza per vaccino last minute

Ad Ancona, in particolare nei cantieri navali, è «consistente» il fenomeno di lavoratori che hanno fatto il vaccino anti Covid all’ultimo minuto ma sono non ancora in possesso del Green pass che arriva dopo 15 giorni dalla dose. A riferirlo il segretario Cgil Ancona Marco Bastianelli. La circostanza ha indotto il sindacato (che ha già stipulato convenzioni con alcune strutture per test a prezzo calmierato) a chiedere ai cantieri di farsi carico o comunque contribuire al costo dei tamponi per i lavoratori in attesa che ricevano il certificato verde, anche per favorire un allargamento ulteriore della platea di vaccinati.

Nessuna criticità nei servizi delle grandi città

Le aziende che erogano i servizi di trasporto pubblico e igiene urbana a Roma, l’Atac e l’Ama, non hanno riscontrato criticità particolari legate al Green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro. Stesso discorso a Milano. Per l’amministrazione, che ha 15.000 dipendenti in 500 sedi, il bilancio di questi primi giorni «è molto positivo - ha commentato il neo assessore ai Servizi civici, Gaia Romani -. Siamo riusciti a garantire il normale proseguimento dei servizi e c’è stata una capienza ottimale». Il Comune di Milano ha scelto di effettuare controlli a tappeto sui dipendenti che entrano al lavoro dalle 7:30 alle 10:30, che è la fascia di punta per quanto riguarda gli ingressi. Mentre dalle 10:30 in poi, come prevede la legge, possono essere effettuati dei controlli a campione su circa il 20% dei dipendenti.

In Piemonte tampone gratis a lavoratori in attesa del certificato verde

Tamponi gratuiti in Piemonte, dal 23 ottobre, per i lavoratori che si sono appena vaccinati o hanno da poco aderito alla campagna e sono quindi in attesa del Green Pass. Lo ha deciso la Regione. Ci sarà accesso diretto agli hotspot pubblici delle Asl esibendo il certificato vaccinale e autocertificando di essere un lavoratore. Il presidente della Regione Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi spiegano che in Piemonte ci sono 300mila persone in età lavorativa che non hanno ancora aderito alla vaccinazione, «per questo metteremo a disposizione come incentivo la possibilità di sottoporsi gratuitamente al tampone».

Mattarella: «Sorprende violenza, crea tristezza più che allarme e ostacola ripresa»

«Sorprende e addolora che proprio adesso, non quando erano momenti di orizzonte oscuro quando si temeva il crollo del Paese, ma oggi, adesso, quando vediamo una ripresa incoraggiante economicamente, socialmente e culturalmente, esplodono fenomeni, iniziative e atti di violenza, di aggressiva contestazione, quasi a voler ostacolare e intercettare la ripresa del Paese”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università di Pisa. Un centinaio di manifestanti No Green pass si erano radunati in piazza Martiri della Libertà a Pisa contro l’obbligo della carta verde nel giorno della visita in città del presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato è stato al Palazzo de La Sapienza, sede storica dell’Ateneo pisano, a poche centinaia di metri di distanza.

Salvini: idranti su cittadini, al Viminale come ragionano?

«Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?», dice in polemica il leader della Lega Matteo Salvini. Gli fa eco nel Carroccio Claudio Borghi con ancora maggiore forza. «Il ministro Lamorgese ha lasciato fare quello che volevano al rave di Viterbo, ha lasciato assaltare la sede della Cgil a Forza nuova senza far alzare un dito per “timori per l’ordine pubblico” ma è andati con idranti e manganelli contro un presidio pacifico a Trieste. Che schifo».

Meloni: nulla contro l’illegalità

«Idranti contro i lavoratori che scioperano al porto di Trieste. Lo stesso Governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati, nulla ha fatto per impedire l'assalto alla sede della Cgil, nulla fa per fermare l’immigrazione illegale e combattere le zone franche dello spaccio e della criminalità, che nulla fa contro le occupazioni abusive di case e palazzi privati, tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro. Così come vuole la Costituzione, così come richiesto pure dalla Ue. Sindacati muti, media accondiscendenti, forze politiche di maggioranza plaudenti. Ecco in cosa stanno trasformando l’Italia», scrive su Facebook Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.

Serracchiani: ora prevalga il buon senso

Dal Pd interviene la presidente del gruppo alla Camera Debora Serracchiani per un abbassamento della tensione.«Ora spero prevalga il buon senso. Il porto di Trieste è tornato ai triestini e ai lavoratori nel pieno rispetto della legge, ma i disordini devono fermarsi e le manifestazioni rientrare nelle regole. Trieste non può diventare terreno di occupazioni illecite o di scontri fomentati da gruppi di No green pass, che ci rimandano a situazioni estranee alla città. Incredibili Salvini e Meloni che si schierano con i no green pass contro la polizia. Alle forze dell’ordine noi invece diciamo grazie, come a tutti quei portuali e quei lavoratori che hanno contribuito e aiuteranno ad alleggerire il clima».

La senatrice Granato: non esibirò Green pass a Palazzo Madama

La senatrice Bianca Laura Granato della componente “L’Alternativa C’è” annuncia che si rifiuterà di esibire il green pass all’ingresso di Palazzo Madama. «Quando sono fuori dal Senato per rispettare tutte le regole cui sono sottoposti anche gli altri cittadini lo esibisco - spiega - ma nel luogo deputato alla rappresentanza dei cittadini, mi rifiuto di piegarmi a una distorsione del regolamento del Senato, oltretutto derivante da un decreto legge (sull’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro, ndr), un atto unilaterale del governo che ancora non è stato convertito in legge e che adesso il Parlamento sta discutendo».

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