di Davide Madeddu
L’aeroporto di Olbia (Adobestock)
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Se non è uno scontro quantomeno è una sfida. La Regione Sardegna impugna la legge di stabilità del Governo davanti alla Corte Costituzionale. Due i temi, considerati strategici per lo sviluppo dell’isola, posti al centro del ricorso. Si tratta della questione relativa ai trasporti, e nello specifico l’esiguità dello stanziamento previsto per i collegamenti aerei, e l’insularità, ossia il principio inserito in Costituzione che dovrebbe consentire alle isole di superare le difficoltà che si presentano proprio a causa della condizione insulare. In questo caso la Regione contesta la «mancata prosecuzione del tavolo tecnico politico finalizzato alla quantificazione e alla compensazione dei costi derivanti dagli svantaggi strutturali determinati dalla condizione insulare».
Sulla questione trasporti, il punto sollevato dalla Regione riguarda il fatto che con la legge di stabilità, «sono stati considerati adeguati a garantire alla Sardegna e alla Sicilia un efficace e completo collegamento aereo da e per l’Isola appena 5 milioni nel 2023 (che diventano 15 a regime per entrambe le realtà territoriali dal 2024)». Risorse, secondo la Regione, non adeguate a superare gli svantaggi dovuti proprio alla condizione insulare.
«Non possiamo consentire che l’interesse della Sardegna e dei sardi possa essere messo in discussione, specie su temi delicati come il diritto alla mobilità - dice il presidente della Regione Christian Solinas -. Ci siamo ritrovati davanti al fatto compiuto, ovvero uno stanziamento non certo sufficiente ad assicurare un corretto ed efficiente sistema di collegamento aereo. Un fatto ancora più grave se si considera il prelievo annuo di risorse regionali, sotto forma di compartecipazioni tributarie, che attualmente ammonta a 306 milioni, a cui si deve aggiungere un ulteriore accantonamento di circa 5 milioni nel 2023. I sardi che per qualunque esigenza si spostano dall'Isola, dice ancora il Presidente, hanno diritto ad avere certezza di collegamenti e certezza di poter viaggiare sempre allo stesso prezzo, con frequenze sicure, possibilmente con aerei di qualità. Questi diritti ad oggi continuano ad essere negati».
C’è poi anche un altro aspetto che viene messo in evidenza e riguarda i ritardi relativi ai tempi sugli extra costi dovuti all’insularità. «La quantificazione che doveva avvenire nell’ambito del tavolo tecnico politico istituito sulla base dell’accordo siglato nel 2019 e confermato nel 2021 ma che, nonostante le ripetute sollecitazioni della Regione, ha visto un’interruzione improvvisa - prosegue il governatore -. Quel tavolo rappresentava la sede ideale per certificare definitivamente il dovere di rimuovere le disuguaglianze che cittadini e imprese sarde hanno dovuto subire per decenni, sopportando maggiori costi sull’energia, sui trasporti ed in altri settori che hanno determinato una compressione di opportunità per l’intero sistema Sardegna rispetto al resto della Penisola».
Dalla Regione però il vice presidente e assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino lascia una porta aperta. «È evidente la necessità di ripartire nelle interlocuzioni con il Governo per ridiscutere le maggiori criticità che riguardano la nostra Isola, storicamente e ancora oggi in una posizione inferiore rispetto alle altre regioni - dice -. Siamo pronti a favorire una nuova fase di sviluppo che accresca le potenzialità della nostra Isola, ma per farlo è necessario superare i ritardi strutturali della Sardegna, svantaggi di cui lo Stato deve necessariamente tener conto».
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