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La stretta Fed spaventa i listini globali, a Piazza Affari (-1%) si salva Leonardo

di Cheo Condina ed Enrico Miele

La Borsa, gli indici del 10 gennaio 2022

Secondo gli esperti un rialzo dei tassi in Usa possibile già a marzo. A Wall Street correzione sul Nasdaq, ormai a -10% dai massimi storici

10 gennaio 2022
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4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La stretta della Fed sui tassi d’interesse continua a far sentire i suoi effetti sui listini azionari, mandando in fibrillazione il comparto dei titoli high-tech, bersagliato dalle vendite sia in Europa che a Wall Street, dove il Nasdaq è in correzione dai massimi di fine anno.

Oltre a fare i conti con la diffusione della pandemia di Covid, infatti, gli investitori attendono con ansia l'appuntamento cruciale di mercoledì, quando verrà diffuso il dato sull'inflazione Usa di dicembre, mentre i future sui Fed Fund assegnano ormai una probabilità di quasi il 90% a una prima stretta sul costo del denaro già a marzo prossimo. Le stime di Goldman Sachs, ad esempio, prevedono ora quattro rialzi dei tassi nel 2022 (contro i tre della precedente previsione). Tutte ipotesi che hanno portato i rendimenti del Tesoro Usa ai massimi da due anni. Nell’attesa, domani è fissata l’audizione di Jerome Powell della Fed al Senato, con gli investitori che sperano di ricevere maggiore chiarezza sulle tempistiche delle mosse della Banca centrale.

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Nel Vecchio Continente non fa eccezione Piazza Affari, dove il FTSE MIB ha chiuso in rosso trascinato al ribasso dagli scivoloni di Nexi ed Stmicroelectron, colpiti dalla rotazione settoriale dei portafogli. Male anche Diasorin, contrastati i bancari, mentre Leonardo - Finmeccanica approfitta della decisione del governo di stanziare 2 miliardi per il programma Tempest. Nel resto del listino, Banca Carige sale dell’1% nel giorno in cui gli organi del Fondo interbancario si riuniscono per valutare le offerte di acquisizione ricevute. Nel lusso tonfo per Salvatore Ferragamo.

Giornata in profondo rosso per Wall Street

Settori tutti in negativo e indici pesantemente in calo, in questo inizio di settimana a Wall Street. Il Dow Jones cede 515,28 punti (-1,42%), lo S&P 500 perde 83,87 punti (-1,79%), il Nasdaq Composite e' in calo di 357,65 punti (-2,39%). Il petrolio Wti al Nymex perde lo 0,95% a 78,15 dollari al barile. Il settore tech, dopo i forti cali della scorsa settimana, cede oggi il 2,5%. A segnare l'andamento sono le previsioni di Goldman Sachs, che prevede ora quattro rialzi dei tassi d'interesse nel 2022, contro i tre della precedente previsione; per quanto riguarda la riduzione del bilancio, l'inizio e' atteso a luglio e non piu' a dicembre. Molti economisti statunitensi credono che la Federal Reserve si stia muovendo in ritardo per contrastare l'inflazione e attendono i dati di dicembre sui prezzi al consumo (Cpi) e quelli alla produzione (Ppi), in programma rispettivamente mercoledi' e giovedi': gli economisti si aspettano un altro mese 'caldo' per entrambi i dati; il dato Cpi di novembre e' stato il piu' alto dal 1982.

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Le vendite degli investitori hanno colpito anche Amplifon, Interpump Group e la holding Exor. È finita di nuovo sotto i riflettori anche Carige mentre nel corso del week end, secondo quanto riferiscono le indiscrezioni, il cda di Bper ha dato via libera a una proposta migliorativa, che ridurrebbe a circa 600-700 milioni dal precedente miliardo la richiesta di ricapitalizzazione preventiva. Bper punta così a superare la concorrenza di Credit Agricole Italia, mentre appare in seconda fila l'offerta non vincolante presentata dal fondo Cerberus. I titoli della moda, invece, si sono mossi anche alla luce di una serie di analisi sulle società del settore realizzate da Ubs.

Gli esperti dell'istituto elvetico hanno premiano in primo luogo Moncler, alzando la raccomandazione a "buy" con un target price a 75 euro e prevedendo che i risultati del quarto trimestre dimostreranno che la recente performance di Borsa peggiore della media del comparto «è stata interamente dovuta alla stagionalità e alla mancanza dei flussi turistici». Ma questo non è bastato alla maison per terminare la seduta in territorio positivo e, dopo aver guadagnato oltre 1% nella prima parte della giornata, alla fine ha chiuso con un ribasso dell’1%. Ubs, d'altra parte, ha "bocciato" Salvatore Ferragamo: «Vediamo rischi al ribasso rispetto al consensus e crediamo che gli sforzi di rilancio del nuovo ceo Marco Gobbetti richiederanno tempo per essere annunciati e avere un impatto significativo», scrivono gli esperti. Consiglio di vendere confermato, infine, per Tod's che secondo gli esperti ha mostrato «primi segni di recupero», ma che ha ancora «una lunga strada da percorrere».

Seduta positiva, come detto, anche per Leonardo - Finmeccanica le quotazioni, spiegano dalle sale operative, beneficiano della decisione del governo italiano di stanziare 2 miliardi per il programma Tempest, il nuovo cacciabombardiere lanciato nel 2018 da Italia, Regno Unito e Svezia. La cifra è necessaria per partecipare alla prima fase del programma, che prevede la valutazione, l'analisi e la progettazione preliminare. Il programma, ricordano gli analisti di Equita, coinvolge, oltre a Leonardo, Mbda (produttore di missili di cui la stessa Leonardo ha il 25%) ed Elettronica (di cui Leonardo ha il 31%), «ma avrà effetti diluiti nel lungo termine in quanto prevede le prime consegne per la sostituzione degli Eurofighter a partire dal 2035».

Ferrari sotto i riflettori con nuova struttura organizzativa

A Piazza Affari sotto i riflettori Ferrari, che ha annunciato una nuova struttura organizzativa, definita dopo l'arrivo del nuovo Ad Benedetto Vigna. Confermato il direttore finanziario Antonio Picca Piccon, Enrico Galliera alla guida di Marketing & Commercial e Mattia Binotto alla Gestione sportiva. Come spiegato in una nota, questa è «coerente con gli obiettivi strategici di valorizzare l’esclusività del marchio, arricchire l’eccellenza del prodotto, rimanere fedeli al proprio Dna sportivo e focalizzarsi sulla carbon neutrality entro il 2030».

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Spread tocca 144 punti, poi chiude a 138

Chiude poco mosso lo spread tra BTp e Bund in un'altra seduta di forti vendite su tutti i bond dell'Eurozona che ha, tra l'altro portato il rendimento del Bund tedesco a un soffio dal tornare in positivo dopo oltre due anni e mezzo (l’ultima volta sopra il rendimento zero si è registrata a maggio 2019).
A fine seduta il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (IT0005436693) e il pari scadenza tedesco e' indicato a 138 punti base, in frazionale calo rispetto ai 139 punti base registrati al closing di venerdì scorso. In aumento, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione all'1,35% dall'1,32% della chiusura precedente. Il Bund ha chiuso la seduta con un rendimento di -0,03% dopo esser salito fino a -0,01 per cento durante gli scambi.

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