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Nuova frenata per le Borse Ue in attesa dei verbali Fed. Milano (-1,1%) maglia nera con le banche

di Enrico Miele

La Borsa, gli indici del 22 febbraio 2023

A farne le spese sono gli istituti di credito, che trascinano al ribasso Piazza Affari e Madrid (dove il peso di questo comparto è maggiore). Tiene Wall Street reduce da un martedì pesante che ha rappresentato il suo peggior calo del 2023. Euro a 1,06 dollari, ancora giù il petrolio

22 febbraio 2023
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4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L’attesa per i verbali della Fed ha mandato in fibrillazione gli indici del Vecchio Continente che terminano la seduta quasi tutti col segno meno (riducendo i passivi solo nel finale). A farne le spese per questo clima d’incertezza sui tassi d'interesse sono le banche che trascinano al ribasso soprattutto le Borse di Milano e Madrid (dove il peso specifico degli istituti di credito è maggiore). Wall Street chiude contrastata. Il Dow Jones lascia lo 0,295 a 33.033,79 % a punti, il Nasdaq avanza dello 0,4% a 11.497,38 punti mentre lo S&P 500 registra un calo dello 0.22 % a 3.988,70 punti. A irrigidire il clima ci ha pensato il presidente della Fed di St. Louis, il «falco» James Bullard, ribadendo la necessità di accelerare nella stretta monetaria, perché, a suo giudizio, un passo maggiormente aggressivo darebbe alla banca centrale Usa più possibilità di far scendere l'inflazione, mentre restano sotto i riflettori sul fronte geopolitico i timori di escalation della guerra in Ucraina. Tirando le somme, a fine seduta vede rosso il FTSE MIB di Piazza Affari, zavorrato dai i titoli finanziari nonostante la resistenza di Stellantis dopo i conti sopra le stime e Telecom Italia. Perdono quota anche Londra (FT-SE 100), Parigi (CAC 40) e Madrid (IBEX 35), mentre si salva nelle battute conclusive Francoforte (DAX 30).

Wall Street tiene dopo il "martedì nero"

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In lieve rialzo Wall Street, in attesa dei verbali della Federal Reserve sull'incontro dello scorso primo febbraio, che daranno nuovi indizi sulle prossime mosse della Banca centrale statunitense. Al termine di quell'incontro, i componenti del Fomc - il braccio di politica monetaria della Fed - decisero all'unanimità di alzare i tassi di 25 punti base. Ieri, gli indici hanno registrato la peggior seduta del 2023, con lo S&P 500 che - al terzo giorno consecutivo di cali - ha cancellato i guadagni ottenuti fin lì a febbraio. Gli analisti si aspettano che la Fed continui ad aumentare i tassi di interesse e a mantenerli elevati, ben oltre il 5%, più a lungo del previsto, e questo alimenta la paura di una recessione. I rendimenti dei titoli del Tesoro, ieri, hanno raggiunto i massimi degli ultimi tre mesi, con il titolo a due anni che ha superato il 4,85% e il decennale che sfiora il 4%, superato lo scorso anno per la prima volta dal 2008; i rendimenti hanno ricominciato a salire la scorsa settimana, dopo che i dati sull'inflazione sono risultati più alti del previsto.

Al top Stellantis dopo i conti e Tim, scivolano le banche

Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, Stellantis ha chiuso in rialzo in controtendenza dopo la pubblicazione dei conti 2022. La società ha messo a segno ricavi, utile operativo "adjusted" e margine sono superiori al consensus e proporrà un dividendo complessivo di 4,2 miliardi di euro, pari a 1,34 euro per azione. L’indice Ftse Mib di Milano è stato però zavorrato dai realizzi su banche e risparmio gestito, da Finecobank a Banca Pop Er. Tra i pochi titoli a salvarsi Davide Campari e soprattutto Telecom Italia con il fondo Kkr che ha esteso di un mese la validità della sua offerta sulla rete. Fuori dal listino principale colpita dai realizzi anche l'immobiliare Covivio dopo la previsione di un utile ricorrente 2023 in calo.


Andamento dello spread Btp / Bund

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Spread chiude in rialzo a 194 punti, rendimento al 4,46%

Chiusura in lieve rialzo per lo spread tra BTp e Bund in un contesto di leggero ripiegamento per i rendimenti della curva euro. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco si è attestato a 194 punti base dai 193 punti del finale del 21 febbraio. Calo frazionale per il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,46%, dal 4,47% del finale della vigilia.

Euro a quota 1,06 dollari, nuovo tonfo del petrolio

Sul mercato valutario, il cambio tra euro e dollaro si attesta a 1,0630 (da 1,0671 ieri in chiusura). La moneta unica vale anche 143,16 yen (da 143,81), mentre il rapporto dollaro/yen è a 134,68 (134,53). In rialzo del 3,8% a 50,4 euro per megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam mentre perde ancora quota il petrolio: il future marzo sul Wti è in rosso del 2,8% a 76,3 dollari al barile, mentre la consegna aprile sul Brent cala a 81,3 dollari (-2,1 per cento).

Sale l'attenzione per i verbali della Fed

L’attenzione dei mercati è però concentrata sui verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve che saranno diffusi alle 19:00 ora italiana. Gli investitori, infatti, sperano di avere qualche conferma sulla probabilità che la Banca centrale americana mantenga i tassi sopra il 5% anche nella seconda metà dell’anno e che non abbia davvero in vista un possibile taglio. L’economia americnaa di recente si è mostrata più solida delle attese e non fa intravedere una recessione, come ipotizzato fino a poco tempo fa. Dunque, la politica monetaria potrebbe restare restrittiva, a scapito delle società più sensibili al rialzo dei tassi di interesse.

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