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Mattarella: ribadire via a Ue, nazionalismo portò guerra

Quattro novembre, 100 anni fa finiva la prima guerra mondiale

4 novembre 2018
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2' di lettura

Bisogna «ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Trieste per le celebrazioni della fine della Grande Guerra nella Giornata dell’unità nazionale e delle Forze Armate . «Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì in misura fallimentare l'incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo», ha aggiunto Mattarella, che nel suo discorso ha espresso anche «solidarietà concreta» alle famiglie delle vittime del maltempo.

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In mattinata Mattarella ha deposto un corona una corona di fiori al Sacrario di Redipuglia (Gorizia), dedicato ai caduti della Grande Guerra. Prima di arrivare in Friuli, stamane a Roma il Capo dello Stato ha posato una corona d’alloro di fronte al sacello del milite ignoto all’Altare della Patria, a Roma.

Il ricordo delle Foibe e delle sofferenze civili
Nel suo intervento a Trieste, il presidente ha ricordato anche le vittime delle Foibe e e le sofferenze dei civili di allora. Anche questo un monito, ha tra l’altro detto rivolgendosi in modo particolare ai giovani, a mantenere un’attenzione «vigile» rispetto a quel periodo oscuro del passato.

La Grande Guerra raccontata e fotografata

12 foto

Cartolina patriottica, spedita nel 1916 (collezione privata)
Serravalle all'Adige (Ala-TN), cippo commemorativo della resa austro-ungarica (foto Fornara)
Bandiera bianca per l'armistizio, 29 ottobre 1918 (archivio del Museo storico italiano della Guerra di Rovereto)
Tromba austriaca d'ordinanza e asta della bandiera bianca (bacheca nel Museo storico italiano della Guerra di Rovereto)
Lancieri a cavallo circondati dalla folla (archivio del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto)
Artiglieria italiana nel centro di Cèneda, (archivio del Museo storico italiano della Guerra di Rovereto)
Piazza Giovanni Paolo I a Cèneda (foto Fornara)
Palazzo della Comunità a Cèneda, oggi sede del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto (foto Fornara)
I soldati italiani a Trento, 3 novembre 1918 (archivio del Museo storico italiano della Guerra di Rovereto)
L'arrivo delle prime navi italiane a Trieste, 3 novembre 1918 (fototeca dei Civici Musei del Comune di Trieste)
Villa Giusti dell'armistizio presso Padova in una foto d'epoca (collezione Lanfranchi Giusti)
La delegazione italiana a Villa Giusti con i carabinieri a cavallo che rendono gli onori (collezione Lanfranchi Giusti)

«Ricordare tutti i soldati e i marinai»
Mattarella ha ricordato, poi, come la Grande guerra si inquadra in periodo storico, quello del 900, in cui la classe dirigente fece anche errori gravi ed evitabili. «Errori - ha detto - che non debbono mettere nell'ombra i comportamenti eroici dei soldati, e le pagine indimenticabili di valore e coraggio nel buio delle trincee».

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