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Le imprese lombarde ai candidati: «Mettere al centro la competitività»

di Luca Orlando

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Il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella

Il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella

Buzzella: il prossimo governo regionale prosegua nell’ascolto delle aziende. Confronto a Milano tra industriali e i candidati Majorino, Fontana, Moratti

2 febbraio 2023
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3' di lettura

Come si attraggono gli investimenti dall’estero? Quali infrastrutture ritiene siano prioritarie? I giovani troveranno posto nella sua giunta? Il 2035 è una data ragionevole per l’addio dei motori endotermici?

Sono alcuni dei temi posti dalle imprese lombarde ai candidati alla guida delle Regione, in un incontro che ha visto la partecipazione dei vertici delle associazioni territoriali di Confindustria Lombardia e numerosi singoli imprenditori. Sequenza che ha visto in momenti successivi Pierfrancesco Majorino, Attilio Fontana e Letizia Moratti confrontarsi sulle richieste e sulle tematiche che stanno a cuore alla manifattura regionale, in vista del voto del 12 e 13 febbraio.

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Richieste enucleate in un documento di oltre 60 pagine che si concretizzano in quattro ambiti partendo da un presupposto di fondo: che la solidità del sistema produttivo sia una precondizione di base per sviluppo, occupazione e coesione sociale. Competitività della manifattura da raggiungere a più livelli: quella di contesto (in termini di sicurezza, semplificazione, ambiente), delle filiere (infrastrutture, incremento dell'autonomia) e della singola impresa (innovazione di processo e prodotto, innovazione sugli aspetti organizzativi, digitalizzazione, internazionalizzazione). Un secondo ambito chiave, alla luce dei cambiamenti radicali intervenuti, riguarda il lavoro, con l’auspicio di adeguare conoscenze e competenze puntando sulla formazione continua e rafforzando in generale l’occupabilità delle persone, con un’attenzione ancora più forte sulle donne.

Attività, queste, che per le imprese la Regione dovrebbe svolgere inserendo però un metodo di lavoro più sistematico, provando ad allinearsi alle metodiche utilizzate nelle imprese.

Individuando dunque un numero ridotto di temi su cui intervenire concentrando le risorse, coordinando le attività in modo più efficace anche attraverso la creazione di un unico assessorato allo Sviluppo in possesso delle deleghe chiave di impatto sulle imprese, valutando infine la bontà delle azioni adottate in un momento politico strutturato in cui mettere a confronto il “pre” e il “post”: dunque i dati e le sfide preposte in partenza e lo scenario che si è ottenuto a seguito degli interventi realizzati. Quarto ambito d’azione è quello dell’autonomia differenziata, con l’auspicio del raggiungimento di una maggiore efficienza per effetto delle più ampie deleghe amministrative e organizzative, nel rispetto del principio di unità nazionale.

Incontri di 45 minuti a testa per candidato, rigorosamente separati, come chiesto finora dal presidente Fontana in questa campagna elettorale. Dove il Governatore uscente ribadisce la bontà del lavoro svolto in questi anni, mentre Majorino e Moratti espongono la propria strategia per cambiare in meglio, a partire da trasporti e sanità, ambiti che assorbono la maggior parte del budget regionale.

«L’auspicio degli industriali lombardi – spiega il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella – è che il prossimo governo regionale prosegua nell’ascolto dei fabbisogni delle imprese per poi intervenire in maniera decisa e flessibile. Le future politiche di Regione Lombardia, attraverso un utilizzo strategico e oculato delle risorse, dovranno agire sulla competitività del contesto, delle filiere e della singola impresa per supportare il manifatturiero lombardo.

In quest'ottica il sistema industriale lombardo è favorevole ad una Autonomia che permetta di accelerare il processo di sviluppo e crescita delle imprese. Per garantire un duraturo sviluppo al nostro sistema industriale e ai territori, gli standard di riferimento della Lombardia dovranno essere sempre più le migliori regioni d'Europa».

Europa che rappresenta per le imprese un punto di riferimento chiave, su cui è richiesto un monitoraggio costante della catena decisionale, «considerata la pervasività delle iniziative Ue - aggiunge Buzzella - e l'impatto spesso punitivo che regolamenti e direttive hanno su intere filiere produttive».

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