di Franco Sarcina
2' di lettura
Da 15 anni a questa parte, mai la superficie dell’ Amazzonia ha subito una cosi intensa deforestazione come nei 12 mesi da agosto 2020 a luglio 2021: 13.235 chilometri quadrati di foreste sono stai abbattuti, una superficie pari a quella della Campania.Sono dati ufficiali, pubblicati giovedì 18 novembre dall’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale, grazie al sistema di monitoraggio Prodes.
Il picco - mai si era avuta tanta superficie deforestata dal 2006 - si scontra con i recenti tentativi del governo Bolsonaro di sostenere la sua credibilità ambientale, dopo aver fatto aperture all’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e portato avanti il suo impegno per porre fine alla deforestazione illegale al vertice sul clima delle Nazioni Unite a Glasgow questo mese.
Il rapporto dell’agenzia spaziale, pubblicato giovedì, è datato 27 ottobre, prima dell’inizio dei colloqui a Glasgow. L’Amazzonia brasiliana non aveva registrato neanche un anno con più di 10.000 chilometri quadrati di deforestazione in oltre un decennio prima dell’inizio del mandato di Jair Bolsonaro. nel gennaio 2019: tra il 2009 e il 2018 la media è stata di 6.500 chilometri quadrati. Da allora, la media annuale è balzata a 11.405 chilometri quadrati e il totale di tre anni è un’area più grande del Belgio.
«È un crimine», ha commentato Márcio Astrini, segretario esecutivo dell’Osservatorio sul clima, una rete di gruppi ambientalisti senza scopo di lucro. «Stiamo assistendo alla distruzione della foresta pluviale amazzonica da parte di un governo che ha fatto della distruzione ambientale la sua politica».
Bolsonaro si è insediato con la promessa di sviluppare l’Amazzonia, respingendo le proteste globali. La sua amministrazione ha smantellato le autorità ambientali e ha appoggiato misure legislative per allentare la protezione della terra, incoraggiando gli accaparratori. Questa settimana, in una conferenza negli Emirati Arabi Uniti per attirare investimenti, il presidente brasiliano ha detto alla folla che gli attacchi al Brasile per la deforestazione sono ingiusti e che la maggior parte dell’Amazzonia rimane incontaminata.
INFODATA: Cop26, l'impatto degli incendi e della deforestazione sull'Amazzonia
L’area maggiormente deforestata è stata all’interno dello stato brasiliano del Parà, dove è avvenuto il 40% della deforestazione nel periodo preso in esame. Ma l’aumento anno su anno è stato minore rispetto a quello degli stati del Mato Grosso e dell’Amazzonia, che insieme hanno rappresentato il 34% della distruzione forestale nell’intera regione. I due stati hanno subito rispettivamente il 27% e il 55% in più di deforestazione rispetto all’anno precedente.
E i primi dati per il periodo di riferimento 2021-2022 segnalano un ulteriore peggioramento. Il sistema di monitoraggio mensile dell’agenzia spaziale, Deter, ha rilevato un aumento della deforestazione mensile, calcolata rispetto all’anno precedente, sia a settembre sia a ottobre. Deter è meno affidabile rispetto a Prodes, ma viene ampiamente considerato come un indicatore anticipatore valido.
«Questo è il vero Brasile che il governo Bolsonaro cerca di nascondere con fantastici discorsi e azioni di greenwashing all’estero», ha dichiarato Mauricio Voivodic, direttore esecutivo del gruppo ambientale internazionale WWF per il Brasile, in una dichiarazione dopo la pubblicazione dei dati Prodes. «La realtà mostra che il governo Bolsonaro ha accelerato sulla strada della distruzione dell’Amazzonia».
Franco Sarcina
vice caporedattore
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy