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Pechino convoca l’ambasciatore Usa per l’arresto di «lady Huawei»

Perché gli Usa (e altri Paesi) hanno paura di Huawei

9 dicembre 2018
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1' di lettura

Il viceministro degli Esteri cinese Le Yucheng ha convocato l'ambasciatore Usa a Pechino, Terry Branstad, per protestare contro l’arresto della direttrice
finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou. Pechino paventa “altre azioni se necessario”. Lo riferiscono i media internazionali.

Il viceministro ha affermato che le azioni di Washington «hanno violato i legittimi interessi dei cittadini cinesi e sono estremamente negative», si legge sul sito del ministero degli Esteri di Pechino.

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Meng, figlia del fondatore di Huawei, è stata arrestata in Canada lo stesso giorno in cui il presidente Usa Donald Trump incontrava il leader cinese Xi Jinping, a margine del G20 in Argentina, per firmare la tregua sulla guerra dei dazi.

Già l’ambasciatore canadese in Cina è stato convocato al ministero degli Esteri. Pechino ha minacciato pesanti ritorsioni se Meng non sarà rilasciata immediatamente, bollando il suo arresto mentre stava facendo un cambio di aereo a Vancouver come «irragionevole, immorale e vigliacco».

Huawei è nel mirino della giustizia Usa dal 2016: venerdì gli Stati Uniti hanno iniziato un procedimento nella corte di Vancouver, accusando Meng di aver nascosto i legami tra la compagnia e la Skycom, che fa affari in Iran. Il Canada ha presentato il caso a nome di Washington, che chiede l'estradizione di Meng.

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