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Lo sport in Italia vale 78,8 miliardi, pari al 3% del PIL

di Monica D'Ascenzo

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(IMAGOECONOMICA)

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Il dato emerge dall’Osservatorio sullo Sport System lanciato da Banca Ifis, che evidenzia una ripresa dei ricavi rispetto ai 66,3 miliardi del 2020

30 marzo 2022
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4' di lettura

Un anno da incorniciare per lo sport azzurro sul campo, ma positivo anche per l’indotto economico. Il 2021 ha visto un ritorno alla crescita dei ricavi generati dallo sport in Italia: grazie al ritorno del pubblico alle manifestazioni sportive, alla ripresa dell'attività dilettantistica e amatoriale e alla progressiva riapertura di piscine, palestre e centri sportivi, si è registrato, infatti, un parziale recupero, rispetto ai livelli pre Covid, dei ricavi del settore a 78,8 miliardi, pari al 3% del PIL nazionale. Il dato emerge dal primo Osservatorio sullo Sport System italiano lanciato da Banca Ifis, per rispondere alla richiesta dell’UE di misurare la dimensione economica e sociale dello sport.

Per tornare ai livelli pre-pandemici e per sostenere lo sviluppo di tutto il comparto saranno fondamentali gli investimenti pubblici e privati, sottolineano dall’Osservatorio, che indica come sull'anno medio di riferimento (2019) c'è un effetto moltiplicatore: 1 milione di investimenti pubblici attiva quasi 9 milioni di risorse private che generano un fatturato annuo di 20 milioni, 2,3 volte superiore agli investimenti privati.

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«Gli investimenti pubblici hanno una forza propulsiva particolarmente elevata perché lo sport aggiunge a produzione e consumi elementi specifici legati al benessere, all'intrattenimento e alla salute in grado di amplificare il valore economico da esso generato. Non è tuttavia possibile prescindere dalla combinazione della spesa pubblica con le risorse private messe in campo dalle società sportive e di gestione degli impiantisportivi» si legge nella nota di Banca Ifis. Infatti, nell'anno medio di riferimento, a fronte di una spesa pubblica di 4,7 miliardi, gli operatori core dello Sport System (associazioni e società sportive, federazioni, enti di promozione sportiva, società di gestione degli impianti) hanno movimentato risorse per 41,8 miliardi tra spese per materie prime, servizi, personale e ammortamenti di beni materiali e immateriali, contribuendo a generare un valore complessivo di 95,9 miliardi nel 2019.

Le difficoltà del 2020

Lo scorso anno c’era comunque da recuperare il terreno perso nel primo anno di pandemia. Nel 2020 le misure di contenimento del Covid hanno determinato una flessione dei ricavi e degli occupati. Il comparto più colpito in termini assoluti, secondo i risultati dell’Osservatorio, è stato quello delle associazioni e delle società sportive, che hanno visto il proprio fatturato passare dai 40,2 miliardi del 2019 ai 32,5 miliardi del 2020, con un calo di 7,7 miliardi (-19%). Flessione che ha avuto ripercussioni importanti anche sul numero degli occupati scesi di 30.000 unità (dai 189 mila del 2019 ai 159 mila del 2020).

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Rilevante, poi, la contrazione della spesa legata agli eventi sportivi, sospesi nel mese di marzo 2020 e ripartiti, ma solo a porte chiuse, nel iugno successivo. L'indotto generato dagli eventi sportivi si è attestato a circa 2 miliardi rispetto ai 7,6 miliardi del 2019, bruciando 5,6 miliardi di euro (-74%). Colpito anche il comparto dell'impiantistica sportiva, il cui giro d'affari è sceso dai 6,2 miliardi del 2019 ai 2,3 miliardi del 2020, con una flessione in termini assoluti di 3,9 miliardi (-63%). La lunga sospensione dell'attività sportiva, specie di natura dilettantistica e amatoriale, ha avuto un impatto anche sulle esternalità, scese da 10,1 a 2 miliardi.

«Lo sport è un importante veicolo di benessere e crescita per la società e le organizzazioni. Da questo presupposto nasce la volontà di Banca Ifis di dare vita al primo Osservatorio sullo Sport System italiano, che misura l'impatto economico e sociale dello sport nel nostro Paese - commenta Ernesto Fürstenberg Fassio vice presidente di Banca Ifis -. Un'iniziativa che si inserisce nell'ambito dei numerosi progetti avviati recentemente dalla Banca, come le sponsorizzazioni sportive e le attività a sostegno dei settori giovanili, con l'obiettivo di contribuire allo sviluppo di uno dei principali settori economici e valoriali dell'Italia».

Sono circa 35 milioni gli italiani che seguono e si interessano ad almeno uno sport, e 15,5 milioni gli italiani che lo praticano regolarmente. Il calcio è lo sport più praticato nel nostro Paese: la percentuale è del 34% tra gli over 18. È anche quello che beneficia del maggiore ammontare di contributi pubblici. Ma anche altri sport hanno una diffusione rilevante, pur ricevendo un minor supporto economico. Il nuoto, ad esempio, è la seconda disciplina praticata con una penetrazione del 29%, a soli 5 punti dalla prima posizione, pur incassando meno di un terzo dei contributi pubblici ricevuti dal calcio.

«Sono grato a Banca Ifis che investe nello sport credendo nell'importanza che riveste a livello sociale. Conosco bene Ernesto Fürstenberg Fassio e apprezzo la sua particolare sensibilità nei confronti del nostro movimento, testimoniata dai piccoli e grandi gesti compiuti in questi anni – commenta Giovanni Malagò, presidente del CONI -. Il fondamentale sostegno ai Mondiali di sci alpino disputati Cortina e le risorse donate al CONI per premiare i medagliati mondiali juniores delle discipline olimpiche rappresentano un esempio tangibile dell'impegno di questa grande realtà nei nostri confronti. I dati forniti dal qualificato e appassionato lavoro dell'Osservatorio sullo Sport System saranno uno strumento importante per leggere la forza e le straordinarie potenzialità del sistema. Posso
solo ribadire i miei più sinceri ringraziamenti a Ernesto e a Banca Ifis».


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