di Flavia Carletti
La Borsa, gli indici del 24 febbraio 2023
5' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L'inflazione Usa superiore alle attese a gennaio ha mandato ko le Borse europee , partite caute in mattinata attesa di questo dato. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso l'1,07%, a Parigi il Ca40 l'1,78% e a Francoforte il Dax40 l'1,81%, nel giorno in cui è stata rivista al ribasso la crescita del Pil tedesco del quarto trimestre 2022 (+0,9% annuo da +1,1%), nell'ultima seduta di una settimana negativa in generale per i listini continentali.
Nel mese di gennaio, negli Stati Uniti l'inflazione Pce (personal consumption expenditures price index), il dato preferito dalla Federal Reserve per valutare l'andamento dei prezzi negli Usa, è aumentata dello 0,6% rispetto al mese precedente, contro attese per un rialzo dello 0,5%, ed è cresciuta del 5,4% rispetto a un anno prima, dopo il 5,3% di dicembre (rivisto dall'iniziale 5%), contro attese per un dato al 5 per cento. Questo, unito ad altri dati macro positivi per l'economia Usa (sopra le attese le vendite di case nuove e la fiducia dei consumatori al top da 13 mesi), alimenta i timori degli investitori sulla politica aggressiva della Federal Reserve sui tassi.
A irrigidire il clima hanno contribuito le tensioni geopolitiche tra Pechino e Washington, nel giorno dell'anniversario dell'invasione russa in Ucraina. Wall Street ha chiuso venerdì in ribasso tutti e tre gli indici: Dow Jones ha perso l’1,02% a 32.817,35 a punti, il Nasdaq ha lasciato l’1,64% a 11.400,67 punti e lo S&P 500 ha registrato un calo dell’1,04% a 3.970,56 punti.
Settimana negativa per le Borse europee con Milano maglia nera tra i principali listini continentali. Il Ftse Mib che ha perso il 2,8% rispetto a venerdì scorso (+13,8% da inizio anno), quando lo Stoxx 600 ha perso l'1,4%. Il Dax40 di Francoforte è sceso dell'1,8% nella settimana (+9,2% da inizio anno), con il Cac40 di Parigi in calo del 2,2% (+11%), l'Aex di Amsterdam del 2,4% (+8,3%), l'Ibex35 di Madrid dell'1,4% (+11,85) e il Ftse100 di Londra l'1,6% (+5,7%). La settimana è stata negativa per quasi tutti i comparti con quello delle Materie prime (-5,4%) che è stato il più penalizzato, seguito da Tech e Real estate, entrambi in rosso del 3,9%. Tra i titoli, a Milano spicca la performance di Stellantis (+3,1%), tra i migliori anche in Europa nell'Eurostoxx 50, nella settimana dei conti 2022, giudicati "da record" dal gruppo automobilistico, che si è mosso in controtendenza rispetto al comparto europeo (-2,3%). I risultati del 2022 e il nuovo piano al 2026 hanno invece affondato Eni (-7,7% nell'ottava).
A gennaio, i redditi personali negli Stati Uniti sono aumentati meno delle attese, mentre le spese per i consumi sono cresciute più del previsto. I redditi sono aumentati di 131,1 miliardi di dollari, +0,6% rispetto al mese precedente, con il consensus a +1,2 per cento. Il dipartimento del Commercio ha poi riportato che le spese per i consumi sono aumentate di 312,5 miliardi di dollari, +1,8% rispetto al mese precedente, contro attese per un +1,4 per cento. I dati di dicembre sono stati rivisti da +0,3% a +0,2% per i redditi e da -0,2% a -0,1% per le spese. Inoltre, l'inflazione ha accelerato il passo a gennaio, dopo i rallentamenti dei due mesi precedenti. La misura preferita dalla Fed per calcolarla, il dato Pce, è aumentata dello 0,6% rispetto al mese precedente, contro attese per un +0,5% ed è cresciuta del 5,4% rispetto a un anno prima, dopo il 5% di dicembre, contro attese per una conferma al 5 per cento. La componente "core" del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,6% rispetto al mese precedente, contro attese per un +0,4%, e del 4,7% rispetto a un anno prima, contro attese per una conferma del 4,4% di dicembre.
A Piazza Affari seduta sotto i riflettori Tim (+1,36%), nel giorno in cui il cda ha esaminato l'offerta di Kkr. In una nota, il consiglio ha dichiarato di apprezzare l'interessamento del fondo Usa ma la proposta è stata giudicata migliorabile economicamente. In fondo al Ftse Mib, i realizzi hanno colpito Pirelli (-3,76%), in una giornata debole nel complesso per la maggior parte dei comparti, a partire da auto e finanziari. seduta di acquisti per Erg (+1,71%) e Saipem (+1,95%) all’indomani dell’annuncio di un accordo con Seaway7 su futuri progetti eolici offshore. Hanno retto le utility con Terna (+0,395) e A2A (+0,33%). Hanno chiuso in rosso Interpump (-3,59%), con i bancari Bper (-2,31%) e Banco Bpm (-1,87%). Deboli Inveco Group -2,56%, Cnh Industrial -1,93% e Stellantis -2,11%, con Ferrari -0,89%, che ha recuperato sul finale dai minimi di seduta dopo aver annunciato la proposta del cda di distribuire un dividendo di 1,81 euro per azione (+33%) per un importo complessivo di 329 milioni di euro. Vendite anche su Tenaris (-2,12%), Diasorin (-2,37%) e Campari (-2,14%).
Chiusura poco mossa per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco è indicato a 190 punti base dai 189 punti dell'ultimo riferimento di ieri. Risale il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,43% dal 4,37% del closing della vigilia.
Buona domanda e rendimenti in rialzo per i BTp e CcTeu assegnati in asta dal Tesoro. Nel dettaglio il Tesoro ha emesso la quarta tranche del BTp a 5 anni scadenza 01/04/2028 per 2,5 miliardi a fronte di una richiesta pari a 3,869 miliardi. Il rendimento è salito di 14 centesimi attestandosi al 3,84%. Collocata anche la settima tranche del BTp a 10 anni scadenza 01/05/2033: a fronte di richieste per 4,7 miliardi l'importo emesso e' stato pari a 3,5 miliardi mentre il rendimento, in aumento di 6 centesimi sull'asta del mese scorso, si è attestato al 4,34%. Infine, la prima tranche del CcTeu scadenza 15/1072028, assegnata per 3,5 miliardi a fronte di una domanda totale pari a 4,748 miliardi, ha spuntato un rendimento lordo del 2,97%. Il regolamento dell'asta cade sul prossimo 1 marzo.
Sul mercato dei cambi , l'euro passa di mano a 1,0558 dollari (1,0591 in avvio e 1,0593 ieri in chiusura) e a 143,842 yen (142,78 e 142,64). Il cambio dollaro/yen è a 136,235 (134,80 e 134,63). Per quanto riguarda il petrolio, il contratto consegna Aprile sul Brent scivola dello 0,35% a 81,92 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti dello 0,49% a 75,02 dollari al barile. Infine, il prezzo del gas ad Amsterdam è praticamente piatto a 50,85 euro al megawattora (+0,13%).
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Flavia Carletti
Redattore Radiocor
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