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Ansaldo, Edison, Edf: accordo per il futuro del nucleare in Italia

di Cheo Condina

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La ex Centrale nucleare di Trino Vercellese in Piemonte, Italia (AdobeStock)

La ex Centrale nucleare di Trino Vercellese in Piemonte, Italia (AdobeStock)

Lettera d’intenti per verificare le potenzialità di sviluppo e applicazione della tecnologia nel nostro Paese, dove è stata bloccata con il referendum del 1987

6 marzo 2023
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3' di lettura

Collaborare allo sviluppo del nuovo nucleare in Europa e favorirne la diffusione, verificando le potenzialità di sviluppo e di applicazione in Italia, dove il sistema elettrico ha crescenti esigenze di sicurezza e indipendenza energetica. È questo, in estrema sintesi, l'obiettivo dell'accordo (tecnicamente una lettera d'intenti) siglato da Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, il colosso del nucleare francese Edf e la sua controllata italiana Edison, che è anche l'azienda energetica più antica d'Europa.

Un'intesa che apre nuovi e potenzialmente rivoluzionari scenari, sotto diversi punti di vista. Per il Vecchio Continente, che ha l'obiettivo di sviluppare fonti low carbon complementari alle rinnovabili, svincolandosi il più possibile dal gas russo. Per il nostro Paese, dove il nucleare è stato bloccato dal referendum del 1987, ma c'è un crescente numero di politici ed esperti che stimola una riflessione sul tema. Infine, si tratta di un significativo “boost” per la filiera industriale italiana, visto che nell'immediato si punterà a valorizzare le competenze di Ansaldo Nucleare a supporto dello sviluppo dei progetti di nuovo nucleare del gruppo Edf, a sua volta – va detto – impegnato in una faticosa e costosissima ristrutturazione dell'attuale parco nucleare, il cui blocco per manutenzione ha contribuito a una perdita di 18 miliardi di euro nel 2022.

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La visione di lungo termine e il “mini nucleare”

Ma qual è la visione di lungo termine dietro questo accordo? Nella visione dei quattro firmatari, l'energia nucleare «può svolgere un ruolo complementare a quello delle fonti rinnovabili, garantendo stabilità e contribuendo alla sostenibilità ambientale del sistema elettrico, alla luce degli ambiziosi target di decarbonizzazione europei e italiani che fissano al 2050 il raggiungimento della neutralità climatica». L'energia nucleare, infatti, sottolinea una nota congiunta, è una delle fonti di generazione con le minori emissioni di CO2, che assicura un ridotto consumo di suolo rispetto alla potenza elettrica installata e consente un'ottimale programmabilità della produzione.

Il focus, in particolare, è sui cosiddetti small modular reactor (mini nucleare) che hanno «caratteristiche di sicurezza molto elevate, richiedono investimenti contenuti e possono essere utilizzati per produrre energia elettrica e termica, rispondendo in modo versatile alle esigenze del sistema elettrico e dei territori», con la possibilità di essere assemblati direttamente in loco. È proprio a questi impianti, di circa 300 MW di potenza installata, che si pensa per una possibile reintroduzione del nucleare in Italia.

Monti (Edison): si apre riflessione su nucleare italiano

L'intesa prevede che ciascuna delle tre aziende apporterà la propria expertise per il progetto comune. Ansaldo, in qualità di sviluppatore di componenti e fornitore di servizi per l’industria energetica e nucleare; Edf come primo produttore di energia nucleare al mondo, impegnato nella realizzazione di nuovi progetti nucleari basati sul proprio portafoglio di tecnologie, come gli small modular, i reattori mid-size EPR1200 e i reattori large-size EPR e infine Edison, in quanto tra i principali player del settore energetico impegnato in prima linea nella transizione energetica italiana.

«Con questo accordo gettiamo le basi per una riflessione concreta e aperta sul ruolo del nuovo nucleare a supporto della transizione energetica italiana», ha sottolineato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. «Un'esigenza tanto più evidente a seguito degli sconvolgimenti dell'ultimo anno, che dimostrano l'importanza di scelte strategiche di lungo periodo. Il nuovo nucleare è complementare allo sviluppo delle fonti rinnovabili e può rappresentare una soluzione concreta a supporto degli obiettivi di neutralità carbonica al 2050, contribuendo all'indipendenza energetica del sistema europeo», ha aggiunto.


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