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Perché Lagarde non è stata più prudente?

di Giancarlo Mazzuca

Draghi: non commento i provvedimenti Bce, l'ho difesa per 8 anni

La presidente della Bce passerà alla storia per il tentativo di contenere (senza grossi risultati peraltro) i danni delle precedenti mosse della stessa banca centrale che aveva appena deciso di bloccare il programma d’acquisti e di rialzare i tassi sulla scia della Federal Reserve Usa

20 giugno 2022
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2' di lettura

Se, dieci anni fa (esattamente il 26 luglio 2012), Mario Draghi, quando era alla guida della Bce, diventò popolarissimo per quel “whatever it takes”, fare tutto costi quello che costi, che è stato lo slogan della politica monetaria messa in piedi nel tentativo di superare una crisi finanziaria senza precedenti, Christine Lagarde, che ha preso il posto proprio di Super Mario all’Eurotower di Francoforte, passerà alla storia per il “recul”, marcia indietro in francese, di questi giorni.

Una specie di voltafaccia, il suo, per cercare di contenere (senza grossi risultati peraltro) i danni delle precedenti mosse della stessa banca centrale europea che aveva appena deciso di bloccare il programma d’acquisti e di rialzare i tassi sulla scia della Federal Reserve americana.  

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In effetti, dopo giorni molto pesanti sui mercati azionari, anche “Madame” si era resa conto che aumentare il costo del denaro senza l’ombrello giusto per ripararsi nel  caso  di un eccessivo costo del debito, finisce per avere  un effetto-boomerang. La presidente ha così convocato una riunione straordinaria dei governatori delle banche centrali che, senza arrivare all’immediato varo di uno scudo anti-spread, ne hanno posto le premesse.  

In altre parole, Christine ha cercato di correre immediatamente ai ripari con una repentina marcia indietro perché anche l’ultimo piano dell’Eurotower si è reso conto che è troppo rischioso mettere decisamente sotto pressione i debiti sovrani, Italia in primis, quando la crescita economica continua a perdere colpi,  tra inflazione che dilaga e crisi energetica che non perdona. Se non altro, la Lagarde ha comunque conquistato una medaglia: ha saputo dimostrare che non è mai troppo tardi per cambiare idea e le va dato atto di questa immediata marcia indietro.

Resta il fatto che un dubbio è rimasto a tutti gli operatori finanziari: perché Christine, di fronte ad una situazione così delicata (basti solo pensare all’inflazione Usa che ha raggiunto livelli impensabili), non è stata un po’ più prudente? Non dimentichiamo che, nel lunedì nero subito dopo la stretta, la Borsa di Milano, che era già crollata del 5,1% il venerdì precedente, ha  perso un ulteriore 2,79% con uno spread tra Btp decennale e Bund tedesco  che è volato a 246 punti. Ma, sempre quel lunedì, i contraccolpi sono stati evidenti in tutta l’Europa: Amsterdam è scesa del 3%, Parigi, del 2,6%, Francoforte e Madrid sono state negative di due punti percentuali mentre anche Londra è calata dell’1,5%.  Se non altro, la Lagarde ha poi dimostrato che non è mai troppo tardi per fare marcia indietro. Peccato solo che il  danno era già stato fatto tanto che molti, e non solo a Francoforte, oggi si chiedono: Draghi, se ci sei batti un colpo …

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