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«Tromperie», intenso film francese con due grandi attori

di Andrea Chimento

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Un’immagine tratta dal film «Tromperie»

Un’immagine tratta dal film «Tromperie»

Protagonista in sala il nuovo lungometraggio di Arnaud Desplechin con Léa Seydoux e Denis Podalydès

29 aprile 2022
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2' di lettura

Arnaud Desplechin adatta Philip Roth: basterebbe questo per destare grande curiosità attorno a «Tromperie», assoluto protagonista del weekend al cinema.

Presentato al Festival di Cannes 2021, il film è incentrato sul rapporto tra lo scrittore Philip e la sua amante, che riesce spesso a raggiungerlo al solito posto, nel suo studio, un perfetto nido d’amore, soprattutto perché lontano da occhi indiscreti.Durante i loro incontri, i due si comportano come una coppia qualsiasi, passando da momenti passionali ad altri più litigiosi e discutendo di ogni cosa: dalle donne al sesso, dalla fedeltà reciproca fino all’antisemitismo, dalla letteratura alla morte.

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«Tromperie» e gli altri film del weekend

4 foto

«Tromperie»
«Tromperie»
«Bad Roads»
«Bad Roads»

Tratto dal romanzo «Inganno»

Tratto dal romanzo «Inganno» del 1990, «Tromperie» è un film in cui Desplechin rimane fedele allo spirito di Roth, riuscendo però allo stesso tempo a dare vita a una pellicola profondamente personale e incentrata su tematiche che il regista francese ha spesso trattato in passato: dal rapporto tra realtà e menzogna all'altalena di sentimenti che spesso colpisce una coppia.

Mescolando lampi quasi surreali con passaggi ben più convenzionali, Desplechin firma una trasposizione audace e tutt'altro che semplice, partendo da una materia narrativa incentrata anche sull'autobiografismo letterario e sulla difficoltà di provare a raccontarsi attraverso l'arte.

Un film di grandi dialoghi

Se la messinscena è già di per sé elegante e raffinata, altrettanto significativi sono i dialoghi di una sceneggiatura densissima, ricca di parole pur senza mai risultare stucchevole o ridondante.Il meccanismo a volte rischia di incepparsi con qualche passaggio eccessivamente autocompiaciuto, ma il disegno d'insieme è sempre coeso e coerente al punto giusto, anche grazie all'ottima performance dei due protagonisti: Denis Podalydès, che torna a lavorare con Desplechin a venticinque anni di distanza da «Comment je me suis disputé… (ma vie sexuelle)», e una sempre più brava Léa Seydoux, che si conferma una delle attrici più in forma del cinema contemporaneo dopo l'altrettanto ottima prova in «France» di Bruno Dumont (altro film presentato sulla Croisette).

Ritroveremo Léa Seydoux al Festival di Cannes 2022 con «Crimes of the Future» di David Cronenberg, ma anche Arnaud Desplechin che propone in concorso il suo nuovo lungometraggio «Frère et soeur».

Bad Roads – Le strade del Donbass

Dopo «Atlantis» e «Reflection» di Valentin Vasyanovich, la nostra distribuzione prosegue nel portare in sala interessanti film ucraini realizzati in questi anni, così da farci capire meglio cause e (possibili) conseguenze della guerra.Diretto da Natalya Vorozhbit, «Bad Roads – Le strade del Donbass» è un lungometraggio del 2020 che offre un'interessante panoramica del conflitto, attraverso quattro storie ambientate tra le strade e i vicoli del Donbass.

Il film parla di amori, odio, fiducia, tradimenti, ma soprattutto della violazione dei confini personali tanto simili alla violazione dei confini nazionali dello stesso Donbass. I personaggi messi in scena diventano così rappresentativi di qualcosa di più importante e significativo in un profondo gioco simbolico che andrà anche a collegarsi al destino che accomuna tutti i protagonisti. Nonostante qualche passaggio sia eccessivamente didascalico e non tutto il cast reciti col giusto impegno, «Bad Roads – Le strade del Donbass» è un film da vedere, capace, al di là di tutto, di farci scoprire ancora di più l'interessante cinematografia ucraina di questi anni e l'urgenza dei messaggi che vengono proposti.


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