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Viaggio a San Ginesio, dove pubblico e privato s’incontrano per costruire cultura

di Giulia Carrarini

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Il rendering dell'ingresso della nuova scuola “R.Frau”

Il rendering dell'ingresso della nuova scuola “R.Frau”

Una scuola del futuro: 2700 metri quadrati di innovazione e modernità, ideati e promossi dalla Andrea Bocelli Foundation e un nuovo strumento di project and impact management attraverso cui gestire opere complesse con molti stakeholder.

7 giugno 2022
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3' di lettura

Se c'è un luogo capace di raccontare con un solo edificio l'efficacia e la proficuità della collaborazione tra pubblico e privato, questo luogo è San Ginesio, borgo medievale nel cuore delle Marche, conosciuto, per la sua ricchezza architettonica, come “il paese delle 100 chiese”. L'edificio, però, non è religioso, ma come una chiesa è sacro e prezioso: è una scuola, più precisamente il nuovo complesso IPSIA “R. FRAU”, 2700 metri quadrati di innovazione e modernità, ideati e promossi dalla Andrea Bocelli Foundation.

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Andrea Bocelli.

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In questo piccolo comune del maceratese, il terremoto del 2016 ha reso inagibile il 95% degli edifici pubblici e il 68% delle abitazioni private. Oltre 3000 abitanti hanno perduto i loro spazi collettivi, più di 150 studenti la loro scuola. Dalla necessità di ricostruire partendo dal bene pubblico per eccellenza, l'educazione, è nato il progetto per la realizzazione di una nuova struttura scolastica. Uno spazio innovativo concepito con tecniche di costruzione moderne e antisismiche, ma soprattutto un modello di incontro inedito tra pubblico e privato. A San Ginesio, infatti, un'ordinanza del Commissario Straordinario alla Ricostruzione ha assegnato alla Fondazione l'incarico di progettista e al tempo stesso di project manager: un provvedimento che in Italia rappresenta un unicum e che attribuisce alla ABF un ruolo fondamentale nella riduzione delle tempistiche burocratiche ed esecutive. Così, per realizzare questo ambizioso progetto, grazie anche alla collaborazione con KPMG e il Commissario Straordinario, la Andrea Bocelli Foundation - che nelle nelle zone colpite dal terremoto ha già costruito altre tre scuole - ha messo a punto una piattaforma innovativa, la prima piattaforma tecnologica per la gestione di progetti complessi.

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Il luogo dove sorgerà la nuova sede della scuola.

 

Presentata lunedì 6 giugno a Palazzo Madama, “ABF Suite” è uno strumento di project and impact management attraverso cui gestire efficacemente - e con un unico, semplice, linguaggio - opere complesse con molti stakeholder di diversa natura. Un contenitore pensato per permettere a tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto - professionisti, architetti, ingegneri, pedagogisti - di essere costantemente aggiornati sulle sue fasi evolutive, condividendo in tempo reale informazioni e documenti. E superando, così, con la condivisione e la trasparenza, le difficoltà tecniche e burocratiche insiste in progetti tanto complessi.

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La conferenza stampa a Palazzo Madama.

Se la scuola di San Ginesio rappresenta una sfida importante per la rinascita della sua comunità, la piattaforma che ne accompagna la realizzazione oltrepassa i confini regionali, proponendosi come modello virtuoso di collaborazione per tutta la penisola. “L'auspicio - ha detto Laura Biancalani, Direttore Generale della ABF - è quello di favorire uno sviluppo di processi efficaci che possano portare al raggiungimento degli obiettivi prefissati in tempi programmati non solo per la Fondazione e i nostri beneficiari, ma per tutti coloro, enti pubblici e privati, che decideranno di utilizzare ABF Suite”.

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Il rendering della vista esterna della scuola.

“Durante la pandemia, la fiducia delle persone e delle comunità si è trasferita su soggetti privati”, ha spiegato Stefano Aversa, presidente della Andrea Bocelli Foundation, citando i risultati dell'ultimo Edelman Trust Barometer, l'indagine annuale sulla fiducia e sulla credibilità: “Le organizzazioni no profit si sono rivelate essere l'elemento cruciale per la ricerca di soluzioni a problematiche che il pubblico, da solo, non avrebbe potuto gestire. Ecco perché, una collaborazione reale, fattiva, tra pubblico e privato è capace di generare un cambiamento profondo nel sistema di un intero Paese”.

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