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A Imola Verstappen domina, Leclerc migliora mentre Hamilton ringrazia la sorte

di Alex D'Agosta

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(ANSA)

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Il quarto posto di Leclerc e il quinto di Sainz sono un buon segnale: i due piloti Ferrari non hanno sbagliato nulla e il loro trend è in crescita rispetto al Bahrain

19 aprile 2021
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4' di lettura

Più che movimentata, più che interessante, più che varia e, per fortuna, meno pericolosa, meno ripetitiva e meno, molto meno banale, di quello che avrebbe potuto essere dopo le qualifiche e dopo delle previsioni meteo pare non del tutto azzeccate.

La seconda volta del Gran Premio dell'Emilia Romagna premia la Red Bull, eccezionale per una partenza “bruciante” di Verstappen e una costanza da pilota esperto. E per poco non sale anche la Ferrari sul podio. Ci si è messo però di mezzo Hamilton che, questa volta, si può dire, non meritava forse la gioia di tagliare il traguardo fra i primi tre posti: ma la sua macchina è “spaziale” e lo aiuta a fare i miracoli. Infatti, nonostante un grave errore, gli riesce una rimonta: non proprio epica, ma quasi.

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Ferrari subito dopo il podio

E fra le Ferrari e il podio non c'erano neanche i soliti incaricati a fare da “tappo”: Perez aveva commesso un errore di valutazione importante sotto safety car, patendo un'importante penalizzazione. Bottas, invece, è stato costretto al ritiro. Ci ha pensato quindi la McLaren, la rivale del momento di Maranello, con Norris, in pieno splendore, come forse mai prima d'ora. Peccato perché era proprio la gara più vicina alla “casa” delle rosse, ma d'altra parte il quarto posto di Leclerc e il quinto di Sainz sono tutt'altro che male: i due piloti ufficiali di Maranello non hanno sbagliato nulla e, per entrambi, il trend è in crescita rispetto al Bahrain. Perciò, con una stagione lunga 21 gare, c'è ancora da ben sperare.

Il ritorno a casa del boss Domenicali

Complessivamente, si è visto un week-end di gare bellissimo, annebbiato però dalla tristezza di non averlo potuto vivere come avrebbe potuto in tempi normali. Una volta a Imola si faceva “l'invasione”, come a Monza. Oggi invece la pista è senza pubblico e la gara si è potuta seguire solo in tv. Un'amarezza c'era anche per aver perso di recente la grande personalità motoristica di Fausto Gresini, nato proprio a Imola solo quattro anni prima di Stefano Domenicali che, invece, questa settimana mette piede in autodromo per la prima volta da “re” di questo sport. I suoi primi passi al Santerno, come ricorda lui stesso, erano da giovanissimo volontario. Ma qui ha scritto anche pagine importanti della storia Ferrari all'epoca di Michael Schumacher. E oggi riveste i panni che furono di Ecclestone: il capo assoluto della Formula 1, con tanta voglia di innovazione, eleganza e più fair play che mai, come da suo carattere, come da sua cultura ed educazione.

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Chiusa l'epoca del GP di San Marino, durata dal 1981 al 2006, si è aperta quella del GP per promuovere la Romagna e il Made in Italy nel 2020, a causa delle cancellazioni per Covid, cogliendo l'opportunità e l'urgenza di tornare a correre in Europa per riempire un po' il calendario dell'anno scorso. E così, dopo anni di modifiche, discussioni e omologazioni, l'occasione giusta per rientrare è arrivata proprio in uno dei momenti più difficili; d'altra parte è durante le crisi che avvengono i cambiamenti più virtuosi anche nello sport.

A proposito di amarcord: oltre al sound delle bellissime Frecce Tricolori, nel weekend romagnolo si è ricordata la musica di Raoul Casadei, scomparso solo un mese fa, mentre nel circus della F1 non si poteva dimenticare nemmeno l'esordio in questo tracciato di Michele Alboreto quarant'anni fa che, inoltre, meritava di essere menzionato perché mancano solo sette giorni al ventesimo anno dal suo tragico incidente in Germania.

Qualche episodio al limite del regolamento

Dei 63 giri di questa domenica si potrebbero spendere fiumi d'inchiostro, come si dice nel gergo della carta stampata. Si è visto davvero di tutto, con qualche episodio al limite del regolamento e della sicurezza su cui ci sarebbe parecchio da discutere. In primis, ha fatto storcere la bocca proprio Hamilton, che sembrava definitivamente fuori gioco, per sua stessa colpa: ma il modo in cui è rientrato in pista ha fatto storcere la bocca a molti. Si ricordano in totale diversi colpi di scena ma su tutti, una sequenza di due eventi da lasciare con la bocca aperta, a rapida distanza, che hanno segnato profondamente l'esito finale.

Al 31mo c'è stato appunto un “lungo” del campione del mondo in carica nella ghiaia. Sembrava spacciato, invece gli è riuscito di rientrare con una retromarcia apparentemente anche troppo azzardata. Pochi attimi dopo la Williams di Russell sbaglia il punto di frenata alla staccata del Tamburello e coinvolge un Bottas già in difficoltà e più arretrato di quello che dovrebbe. Entrambi fuori, causa enormità di detriti in pista la direzione gara è costretta a ordinare un lungo stop che avvantaggia fisicamente e psicologicamente Hamilton. Alla ripartenza, infatti, piano piano inizia l'ennesima rimonta della carriera e il pilota della Mercedes arriva a salire fino alla seconda posizione, peraltro conquistata proprio nelle ultimissime tornate. L'unico irraggiungibile, con quello che è successo, era solo Verstappen: ma quel gap, senza l'errore di Hamilton (che, al momento del “dritto”, era proprio secondo), sarebbe stato ancora tale sotto la bandiera a scacchi?

La variabile della pioggia

Tralasciando altri accadimenti, c'è da dire che anche la variabile pioggia, comunque, ha messo quel pepe necessario per avere una gara viva, imprevedibile, divertente. Anche se le forze in pista rispecchiano le stesse del Bahrain, con la Mercedes inequivocabilmente forte e una Red Bull sempre più vicina: è cosa loro al momento la lotta per la leadership. McLaren e Ferrari si attestano subito dopo mentre dietro c'è il “vuoto”, con sei costruttori ancora a singola cifra e sette piloti ancora senza punti. La giornata di domenica, forse anche grazie a una sicura audience internazionale, è stata scelta infine per l'importante annuncio dell'arrivo di una gara mondiale a Miami dal 2022, per un accordo duraturo che aumenterà ulteriormente il peso specifico delle “Americhe” nella geografia economica della Formula 1.

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