di Isabella Bufacchi
Isabel Schnabel (Ansa)
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La Bce continuerà ad alzare i tassi in misura significativa per riportare l’inflazione al 2% sul medio termine. Per risolvere il problema dell’inflazione che abbiamo oggi, le condizioni di finanziamento «dovranno diventare restrittive».
Restringendo le condizioni di finanziamento, il finanziamento delle energie rinnovabili sarà più costoso ma la transizione verde «potrà prosperare in modo sostenibile» con il «ripristino tempestivo della stabilità dei prezzi». Il rialzo dei tassi quindi continuerà perché non nuoce, sul medio termine, alla decarbonizzazione.
Lo ha detto Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce considerata tra i falchi della banca centrale europea, intervenendo al simposio sull’indipendenza delle banche centrali organizzato dalla Riksbank, la banca centrale svedese.
In riferimento alla politica monetaria, Schnabel ha confermato l’orientamento emerso nell’ultimo Consiglio direttivo del 15 dicembre scorso, ripetendo la frase chiave delle decisioni che hanno portato a fine anno al rialzo dei tassi di riferimento dello 0,50%: «il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine».
Dalle parole di Schnabel, appare confermato quindi un rialzo significativo dei tassi alla prossima riunione del Consiglio il 2 febbraio, che nelle indicazioni della presidente Christine Lagarde è pari a un nuovo aumento di 50 centesimi
Secondo Schnabel, l’alta inflazione di ora «è una tassa sugli investimenti». L’alta inflazione inoltre «aumenta l’incertezza, distorce i segnali sui prezzi rilevanti per le decisioni sugli investimenti, e potrebbe rallentare la crescita della produzione come è accaduto negli Usa negli anni ’70.
Per Schnabel, l’inflazione non calerà da sola. «Quello che è iniziato come uno shock dei prezzi relativi si è gradualmente trasformato in un aumento su larga scala del livello generalizzato dei prezzi». I dati preliminari sull’inflazione di dicembre indicano un aumento persistente di pressioni sui prezzi sottostanti, anche se l’inflazione dei prezzi dell’energia ha iniziato a ridursi rispetto a livelli troppo elevati.
Se la Bce non dovesse intervenire ora come necessario, secondo Schnabel correrebbe il rischio di dover alzare i tassi ancor più fortemente in futuro, per riancorare le aspettative dell’inflazione sul 2%.
Isabella Bufacchi
vicecaporedattore corrispondente dalla Germania
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