Sportello superbonus: gli effetti dello stop alle cessioni
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Tra coloro che chiedono a governo e parlamento di cancellare con un colpo di spugna la norma del decreto legge 11/2023, in vigore dal 17 febbraio, che ha bloccato cessioni e sconti in fattura nell’ambito del Superbonus, così da far ripartire il mercato incagliato dei crediti, c’è l’Associazione Esodati del Superbonus. Un comitato che, stando a quanto si legge sul suo profilo Facebook, raccoglie «famiglie, imprenditori e tecnici in difesa del Superbonus 110% e della cessione del credito». Il comitato è nato in una chat. Si sono incontrati il 6 dicembre a una manifestazione a Roma. Pian piano il gruppo si è allargato. E da comitato si è strutturato in associazione.
Il gruppo, che su Facebook quasi 2.700 followers ed è attivo da tre mesi, è riconosciuto dalle istituzioni, tanto che lunedì 27 febbraio è stato audito dalla Commissione Finanze della Camera, nell'ambito dell'esame del disegno di legge recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti. «La nostra associazione ha raccolto le testimonianze di migliaia di casi drammatici che rischiano di avere risvolti tragici. Ogni giorno notiamo che i toni si fanno sempre più forti. Aumentano le richieste accorate di aiuto e continuiamo a registrare numerose e preoccupanti minacce di suicidi», ha spiegato in quella occasione il rappresentante dell’Associazione, aggiungendo che «bisogna agire con la stessa tempestività con cui il governo ha approvato questo decreto per sbloccare subito il meccanismo dei crediti incagliati e salvaguardare le imprese coinvolti in questa gravissima situazione». L’associazione ha chiesto di essere convocata al tavolo del Mef per «discutere e far fronte a problemi e soluzioni».
Il vicepresidente del comitato è Domenico Passarella, direttore tecnico - si legge in un articolo de La Stampa - «di Ids srl, impresa edile di Piombino, in Toscana». «Abbiamo 91 cantieri bloccati, due milioni di debiti nei confronti dei fornitori e 500mila nei confronti dei professionisti», spiega. «Abbiamo dovuto tirare il freno, abbiamo cinque milioni di euro nei cassetti fiscali ma ci manca la liquidità per pagare i lavoratori e i fornitori. Sopravviviamo cedendo i crediti ai privati. In tanti ne stanno approfittando per speculare, abbiamo avuto offerte di cessione anche al 65% del credito. Non abbiamo accettato». Passarella ricorda che il Superbonus «ha avuto 31 modifiche tra decreti legge, conversioni e modificazioni». E racconta che, in qualità di rappresentante del Comitato, si reca a Roma ogni settimana per incontrare deputati e senatori, e provare a sbloccare questa situazione.
Il comitato ha lanciato una petizione su Change.org. Al momento della scrittura di questo articolo è stata firmata da 22.400 persone. «Da oltre 10 mesi - si legge - il mercato della cessione del credito fiscale generato dai bonus edilizi è completamente bloccato e miliardi di euro sono incagliati! Le imprese hanno i cassetti fiscali pieni e i conti correnti vuoti; le famiglie sono sfollate, hanno le case sventrate con i cantieri bloccati e non hanno alcuna possibilità di poter pagare i lavori da ultimare! Una profonda crisi che può essere arginata solo in Parlamento!». «Vi chiediamo accoratamente di fare pressione mediatica a tutto l’arco parlamentare al fine di votare favorevolmente gli emendamenti correttivi necessari ad uno sblocco totale e definitivo della cessione del credito fiscale. Questo - si legge ancora - è un appello disperato condiviso da decine di Associazioni di categoria, da migliaia di cittadini privati e da tutti gli stakeholders del settore». Firmato: gli Esodati del Superbonus.
Buoni del Tesoro utilizzando i crediti congelati
Per evitare il fallimento di oltre 40mila imprese con il decreto sul Superbonus, il governo dovrebbe permettere l'acquisto di buoni del tesoro (Certificati del Tesoro Zero Coupon e Buoni del Tesoro Poliennali) utilizzando i crediti d’imposta attualmente congelati. È quanto ha proposto invece il presidente nazionale di Conflavoro PMI, Roberto Capobianco, in audizione martedì 28 febbraio in commissione Finanze alla Camera, impegnata nell’esame del decreto legge che contiene le misure urgenti in materia di cessione dei crediti.
«Da una parte, applicando un cambio vantaggioso per lo Stato le casse pubbliche ne guadagnerebbero; dall'altra, le imprese trasformerebbero in poco tempo il credito d'imposta oggi inutilizzabile in patrimonio sicuro e monetizzabile, scongiurando una lunga crisi di liquidità e migliorando il proprio rating e merito creditizio, permettendo alle aziende e alla filiera di tornare a investire e all'occupazione di reggere l'urto», spiega Capobianco che sta a capo dell'Associazione che rappresenta oltre 9800 imprese edili le quali detengono 2,5 miliardi di crediti. Conflavoro propone, inoltre, di attivare a loro beneficio la legge 3/2012 sul sovraindebitamento. Si tratta di un «intervento cuscinetto» fondamentale, considerata la straordinarietà del contesto e l'incolpevolezza delle aziende colpite. L'intervento del Governo ha comportato «grossi problemi in una fase già critica per il settore dell’edilizia. Dei 19 miliardi di euro incagliati circa due riguardano le aziende di Conflavoro». Per questo, afferma Capobianco, è necessario un intervento urgente dell'esecutivo. «In questo contesto diventerebbe maggiormente applicabile e funzionale anche la compensazione con gli F24 per i crediti d'imposta minori, che le banche potrebbero ottenere da imprese e privati. Però, è necessario che la cessione dei crediti non sia assoggettata a uno sconto superiore al 10%. A nostro avviso – conclude Capobianco – un piano del genere avrebbe effetti positivi sia per le imprese sia per lo Stato».
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