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Il dislivello è di duecento metri ma si tratta di una fatica piacevole perché sul lenzuolo bianco e soffice della neve si riconoscono i rammendi compiuti dalle zampe degli scoiattoli, le orme dei camosci, i disegni dei soffici aghi di larice, si fa conoscenza con gli ermellini e le martore, lasciandosi incuriosire poi dalle nicchie scolpite dal picchio nero. La meta si trova a 1.700 metri di altitudine, tra abeti rossi e leggende come quella del Mazariol, il folletto che ha insegnato a fare i formaggi.
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