di Andrea Gagliardi
Green pass, Trani: impossibile ripartire senza agevolare i viaggi
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Il turismo internazionale non è ancora tornato ai livelli pre-pandemia, ma molti Paesi, anche alla luce delle campagne di vaccinazione anti Covid-19, hanno iniziato a cancellare o rendere meno stringenti le restrizioni sui viaggi, dagli Usa alla Gran Bretagna.
L’ultima novità arriva dagli Stati Uniti. A partire dagli inizi di novembre i viaggiatori internazionali interamente vaccinati, inclusi gli europei e i britannici, potranno entrare negli States. La decisione della Casa Bianca mette fine a 18 mesi di divieto, il cosiddetto “travel ban” scattato con Donald Trump all’inizio della pandemia e proseguito successivamente con l’amministrazione Biden. La svolta americana riguarda in tutto 33 Paesi - oltre all’area Schengen e alla Gran Bretagna ci sono Irlanda, Cina, Iran, Brasile, Sud Africa e India.
In base alle nuove regole, chi vorrà entrare negli Usa dovrà presentare prima di imbarcarsi il certificato di vaccinazione completa e un test negativo per il Covid eseguito nelle 72 ore prima del volo. Non è ancora chiaro quali vaccini saranno ammessi visto che negli Stati Uniti ne sono stati approvati solo tre - Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson - e non AstraZeneca o Sinovac, ampiamente utilizzati in Europa e Cina. Sarà il Centers for Disease Control and Prevention a fare chiarezza nei prossimi giorni: secondo indiscrezioni riportate da alcuni media, è probabile che AstraZeneca venga ammesso mentre sul vaccino cinese o sul russo Sputnik la questione resta in sospeso.
Si allarga poi anche ai viaggi dall’estero la ventata di alleggerimenti delle restrizioni anti Covid nel Regno Unito. L’ultima novità riguarda anche l’Italia: con l’annuncio della fine, dal 4 ottobre prossimo, dell’obbligo di test negativo anti Covid alla partenza per tutti coloro che arriveranno o rientreranno in Inghilterra con la certificazione provata di una doppia vaccinazione dai territori che - come l’Italia - sono inseriti nella cosiddetta “amber list” di allerta intermedia (con l’Italia, gli Usa e il grosso dell’Ue)
La decisione è stata adottata dal governo Tory di Boris Johnson che dal 2 agosto ha revocato la quarantena cautelare per tutti coloro che giungono sull’isola da oltre Oceano o dall’Europa continentale. Purché doppiamente vaccinati nei Paesi d’origine. Resta invece in vigore la necessità per i viaggiatori di prenotare un singolo test da fare due giorni dopo l’arrivo sull’isola: test che però, da metà ottobre circa, non dovrà essere più di tipo Pcr, bensì Ltf, vale a dire un “lateral flow” decisamente meno costoso. Per chi non è pienamente vaccinato resta l’obbligo di quarantena per 10 giorni e un doppio tampone all’arrivo.
La Francia divide i Paesi in tre fasce di rischio: verdi, arancioni e rosse. L'Italia, al momento, è inserita nell'elenco degli Stati in verde, i cui cittadini devono avere un green pass o con certificazione vaccinale (valida una settimana dopo la seconda dose oppure sette giorni dopo la prima dose di vaccino per le persone guarite) o con l'esito negativo di un test molecolare (78 ore ore prima del viaggio) o antigenico (48 ore prima). Sono esentati i minori di 12 anni.
Dal 1 agosto tutte le persone, a partire dai 12 anni di età, che fanno ingresso in Germania dall’Italia (non considerata Paese a rischio) sono tenute a disporre, al momento dell’ingresso o prima dell’imbarco, di una documentazione che provi la vaccinazione, la guarigione o il risultato negativo di un tampone molecolare (valido 72 ore) o antigenico rapido (valido 42 ore). Per i minori di 12 anni non ci sono obblighi sanitari. Per la normativa tedesca, si considera vaccinato chiunque abbia completato da almeno 14 giorni il ciclo vaccinale (una o due dosi a seconda del tipo di vaccino; comunque una sola dose per chi sia già stato malato di Covid).
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Andrea Gagliardi
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