di Rita Fatiguso
Cina, il nuovo premier è Li Qiang
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Le Due Sessioni del Parlamento cinese (Lianghui) chiudono i battenti dopo appena dieci giorni, una durata tra le più brevi degli ultimi anni. Il copione indicato dal Secondo Plenum del 14esimo Congresso il 28 febbraio è stato rispettato e il presidente Xi Jinping è stato eletto per la terza volta segretario generale: si è discusso di disciplina del partito, di riforme della finanza, della tecnologia e delle istituzioni statali. Toccherà al nuovo premier Li Qiang che non ha mai avuto finora ruoli nel Governo centrale guidare un esecutivo che è identico a quello precedente, fatta eccezione per il ministro della Difesa. Nel nome della prudenza, i cambi - quelli veri, specie nell’economia - avverranno col tempo. Grande è l’enfasi del discorso conclusivo di Xi Jinping sul ruolo della difesa militare come “muro di acciaio”, un tema a lui caro. Senza sicurezza non c’è prosperità.
Shen Yiqin, unica donna nel governo, in visita ufficiale a Roma nell’aprile del 2018 in veste di capo del partito nel Guizhou
Il nuovo Premier Li Qiang ha risposto alle domande dei giornalisti, nella rituale conferenza stampa - durata appena 90 minuti, contro la media delle due ore - che chiude le Due Sessioni del Parlamento cinese. Un punto nodale per capire quale impronta il premier vuol dare alla sua azione.
Infatti grande rilievo è stato dato al settore privato, anzi il nuovo premier ha chiesto a tutti i livelli della società e dello Stato di essere amici degli imprenditori privati perché durante le fasi critiche dell’economia sono fondamentali per creare lavoro. Anche se ha detto: «l’anno scorso ci sono stati problemi da risolvere».
Dalla presentazione dell’obiettivo di crescita economica annuale ai cambiamenti demografici e all’elevato tasso di disoccupazione, sono stati dieci giorni di Plenaria intensi.
Martedì 7 marzo è stato approvato un Piano che servirà a riformare ministeri chiave a partire da quello della tecnologia e della scienza che sarà orientato sulla ricerca di base. Sarà creata una centrale operativa incaricata di gestire e monitorare l’economia e di tenere sotto controllo i centri finanziari, una agenzia unica per il controllo dei dati.
La preoccupazione principale è la ripresa dell’economia. Nel 2022 la Cina ha mancato l’obiettivo di «circa il 5,5%», crescendo appena del 3%, la seconda percentuale più bassa registrata dal 1976 e leggermente migliore rispetto alla crescita del 2,2% registrata nel 2020.
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Non a caso la Banca centrale per stabilizzare i mercato ha continuato a immettere fondi nel sistema finanziario con operazioni da circa 5,91 miliardi di dollari di pronti contro termine a sette giorni a un tasso di interesse del 2 per cento.
Quest’anno, dopo l’abbandono repentino della politica dello zero Covid, si aspetta una crescita superiore al 5%; il Fondo monetario e altre istituzioni globali hanno auspicato un tasso del 4,8-5,6%, troppo per un Paese che deve mettere mano ai suoi fondamentali. Pechino, infatti, aumenterà il deficit fiscale dal 2,8% del Pil dello scorso anno al 3% del Pil, con un maggiore sostegno alla crescita.
Sfide demografiche, inoltre, incombono visto che nel 2022 la Cina ha registrato il suo primo calo demografico in sei decenni. Sono nati “solo” 9,56 milioni di bambini, il totale più basso nella storia moderna, per la prima volta sotto i 10 milioni. Il tasso di disoccupazione per chi ha tra i 16 e i 24 anni è stato del 16,7% a dicembre, quest’anno 11,58 milioni di studenti universitari sono pronti a laurearsi, superando il record di 10,76 milioni del 2022.
Bisognerà valutare un allentamento della rigida politica delle “tre linee rosse” che ha messo in ginocchio i bilanci delle società immobiliari già traballanti, i livelli del debito implicito per le obbligazioni speciali del Governo locale sono stati fissati tra 3,8 mila miliardi e 4 mila miliardi di yuan, in calo rispetto ai 4,15 mila miliardi di yuan (pari a 601 miliardi di dollari) dell’anno scorso. Inoltre, le esportazioni cinesi nel 2023 sono appesantite da prospettive poco positive, in pratica da driver della crescita sono diventate l’anello debole della catena.
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L’autarchia tecnologica teorizzata nel 14esimo Piano quinquennale sarà un altro leit motiv, il che implica supporto ai talenti e alla ricerca di base. La Cina deve ripristinare la fiducia nelle imprese straniere e private riluttanti a investire, mentre i consumatori e le famiglie sono riluttanti a spendere in attesa di una vera ripresa economica.
Per far questo il core leader Xi Jinping ha bisogno di essere circondato da collaboratori fidati. Ai vertici dei due rami del Parlamento ora siedono Zhao Leji e Wang Huning, il terzo e quarto uomo più potente dello Standing Committee. Alla guida del Governo Li Qiang prende il posto di Li Keqiang, ma a parte il nuovo ministro della Difesa Li Shangfu l’esecutivo è rimasto identico. Liu Kun rimane alle finanze, Yi Gang sarà ancora il Governatore della Banca centrale.
Tra i 26 capi di ministeri, comitati statali e altri dipartimenti annunciati, oltre alla Difesa è cambiato il numero uno della NDRC, l’agenzia di pianificazione, Zheng Shanjie, che ha preso il posto di He Lifeng, ora vice ministro. I ministri della Difesa, della Sicurezza dello Stato e degli Esteri vantano anche il grado più alto di consiglieri di Stato. In questo ambito spicca la presenza della 63enne Shen Yiqin, che con la sua presenza nel Consiglio di Stato è oggi la principale figura femminile della politica nazionale cinese.
Shen Yiqin è stata l’unica donna nominata per la posizione ed è il politico donna di più alto rango della Cina. Nessuna donna siede nel Politburo di 24 membri o nel suo Comitato permanente, e il Comitato Centrale del partito, composto da oltre 200 membri, è per il 95% di sesso maschile.
Wang Wentao è stato riconfermato ministro del commercio. Il congresso ha anche nominato quattro vice premier, persone che potrebbero essere in fila per cariche superiori. Ding Xuexiang, uno dei sette del Comitato permanente del Politburo del partito, è vice premier che sovrintende alle questioni amministrative. Anche i veterani He Lifeng, Zhang Guoqing e Liu Guozhong sono stati confermati. Il ministro degli Esteri Qin Gang è stato anche nominato consigliere di Stato, carica ricoperta anche da Wang Yi, suo predecessore e attuale superiore come direttore dell’Ufficio del partito della Commissione Affari Esteri Centrale. Anche il ministro della Difesa Li Shangfu, ingegnere aerospaziale di formazione, bandito dagli Usa che lo hanno accusato di aver venduto materiale bellico alla Russia sotto embargo, è tra i cinque consiglieri di Stato, insieme al ministro della pubblica sicurezza Wang Xiaohong e al segretario generale del Consiglio di Stato, Wu Zhenglong.
Rita Fatiguso
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