Finanza
Pubblicità

Finanza

Il talento dell'Italia è la bellezza. Vale 240 miliardi, il 16,5% del Pil

di Paola Catarsi

Immagine non disponibile

15 maggio 2017
Pubblicità

3' di lettura

In Italia “l'economia della bellezza” vale 240 miliardi di euro, pari al 16,5% del Pil del Paese e se le imprese italiane raggiungessero le prestazioni delle migliori aziende europee potrebbe crescere di altri 130 miliardi. Questi i risultati di una ricerca di “Fondazione Italia Patria della Bellezza” realizzata in collaborazione con Prometeia e presentata presso la sede di Assolombarda. «Quando pensiamo agli Stati Uniti, alla Germania e alla Svizzera - ha affermato Maurizio di Robilant, presidente della Fondazione, creata circa tre anni fa per promuovere l'identità competitiva dell'Italia - la nostra mente associa a questi Paesi un immaginario chiaro: il sogno americano, la qualità tedesca e la precisione svizzera. L'idea è che l'Italia diventi portabandiera dell'economia della bellezza visto che il talento dell'Italia è la bellezza».

Un euro su 6 del fatturato Italia è legato all'economia della bellezza

Pubblicità

Lo studio presentato a Milano «trasforma per la prima volta la bellezza in una dimensione concreta e misurabile e la definisce quale nuova categoria economica in grado di contribuire in modo significativo al Pil del Paese», ha indicato di Robilant, per il quale un euro su sei del fatturato del Paese oggi è rappresentato dall'economia della bellezza, un valore che potrebbe crescere sensibilmente considerando, ad esempio, come l'innovazione permetta a Tesla di vendere un prodotto del 30% in più rispetto alle macchine tedesche, che pure rappresentano la qualità per antonomasia.

I comparti produttivi interessati

Presentando la ricerca, Alessandra Lanza, partner di Prometeia, ha identificato i comparti produttivi che fanno della bellezza una dimensione economica misurabile, ovvero beni di consumo di qualità (moda, alimentari e sistema casa), che producono un valore di 44 miliardi euro, beni tecnologici (elettronica, meccanica, mezzi di trasporto), con un valore per 32 miliardi, industria creativa (design, editoria, musei, spettacoli), 61 miliardi, e turismo, 30 miliardi. Al valore economico della bellezza concorrono, inoltre, gli investimenti pubblici, con una quota stimata a 60 miliardi, e l'altruismo e il mecenatismo, che con attività di volontariato e donazioni generano un valore per 3 miliardi.

Potenziali di crescita per beni consumo qualità e beni tecnologici

Su questa base lo studio ha voluto fornire un'idea del potenziale di sviluppo per ciascuno dei comparti confrontando il nostro Paese con il suo benchmark europeo, vale a dire la Francia per beni di consumo di qualità e turismo, la Germania per beni tecnologici e la Gran Bretagna per industria creativa. Due gli scenari di sviluppo ipotizzati: una crescita coraggiosa in cui tutte le imprese italiane del settore si allineano alle migliori aziende italiane e una crescita ambiziosa, ma verosimile, in cui tutte le aziende italiane di ciascun settore raggiungono le prestazioni delle migliori aziende europee. Il risultato, per i beni di consumo di qualità, è un potenziale di crescita tra 4,6 e 7,4 miliardi, per i beni tecnologici tra 20 e 61 miliardi, per l'industria creativa tra 15 e 42 miliardi e per il turismo 20 miliardi. Per Lanza, «miglioramento dell'istruzione, cultura del brand e più tecnologia sono gli elementi su cui agire e grazie ai quali la bellezza del nostro Paese può davvero trasformarsi da patrimonio storico in motore per il futuro».

Lombardia terza regione europea per addetti industrie creative

Michele Angelo Verna, direttore generale di Assolombarda, tra i promotori di Fondazione Italia Patria della Bellezza, ha sottolineato «la connessione immediata tra economia e bellezza, che non è solo arte, cultura e creatività, ma anche beni di consumo e attrattiva territoriale. L'arte e la cultura vanno sostenuti perché l'industria creativa rappresenta l'anima dell'Italia» e ha rilevato il ruolo della Lombardia, terza regione europea per addetti di industrie creative, e il ruolo di Milano, che ha superato Venezia e Firenze come attrattività turistica, anche se i numeri restano della metà inferiori a quelli di Monaco di Baviera. «Questo territorio può creare 18-20 miliardi di Pil aggiuntivo al 2025», ha affermato Verna, per il quale, tuttavia, per far crescere la filiera del bello non siamo ancora adeguatamente protetti in Europa. «È necessaria una Authority europea contro la contraffazione e a sostegno del 'Made in'», ha concluso. Di Robilant ha infine sottolineato «il dialogo aperto con il ministro Franceschini, con sui stiamo riflettendo sulla promozione turistica. A fine giugno vi racconteremo il progetto a cui stiamo pensando».

(Il Sole 24 Ore RadiocorPlus)

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy