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Istat: Pil torna a diminuire dello 0,2% nel primo trimestre, crescita zero in Francia. Inflazione ad aprile rallenta al 6,2%

di Nicola Barone

Fmi, la guerra frena il mondo. Italia 'ferma' al 2,3%

Il calo del prodotto dopo quattro trimestri di aumento. In crescita su anno del 5,8%

29 aprile 2022
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3' di lettura

Dopo quattro trimestri di crescita sostenuta, nel primo trimestre del 2022 il Pil è tornato a diminuire: espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Su base tendenziale è cresciuto del 5,8%. Lo comunica l’Istat, precisando che il primo trimestre ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2021.

I fattori chiave

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La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di una riduzione in quello dei servizi e di una stazionarietà nell'industria. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta, spiega Istat. La stima preliminare - precisa l’Istat - ha, come sempre, natura provvisoria.

Variazione acquisita 2022 a +2,2%

La variazione acquisita per il 2022 è pari a +2,2%. A dirlo è l’Istat diffondendo i dati relativi all’andamento del Pil nel primo trimestre dell’anno, che come detto è tornato a diminuire su base congiunturale dopo quattro trimestri positivi. Tutto il 2021 è invece stato caratterizzato da trimestri in crescita: +0,3% per il primo, +2,7% per il secondo, +2,5% per il terzo e +0,7% per il quarto. L’Istat parla invece di aumento «molto sostenuto» per l’andamento del Pil tendenziale.

Il Pil degli altri

Diversamente il Pil della Germania è cresciuto dello 0,2% nel primo trimestre nonostante l’impatto della guerra in Ucraina. È la prima stima diffusa dall’istituto federale di statistica Destatis. Nel quarto trimestre del 2021 l’economia tedesca aveva registrato un calo dello 0,3% congiunturale. In Spagna il Pil è cresciuto dello 0,3% nel primo trimestre del 2022, molto meno del 2,2% registrato nei tre mesi precedenti. Sul dato dell’ultimo trimestre, spiega l’Ine, influiscono l’impatto della variante Omicron del coronavirus e dell’invasione russa. Rispetto al primo trimestre del 2021, la crescita del Pil è invece del 6,4%. Sensibile è il rallentamento della crescita economica in Francia. Il Pil nel primo trimestre ha registrato una crescita zero secondo le indicazioni dell’istituto di statistica Insee che in precedenza stimava una crescita congiunturale dello 0,3%. Sulla frenata ha pesato il calo dei consumi delle famiglie. Il Pil francese nel quarto trimestre è cresciuto invece dello 0,8% (cifra rivista da Insee in rialzo dello 0,1%) dopo aver fatto segnare un +7% per l’intero 2021.

Inflazione rallenta, ad aprile al 6,2%

Ad aprile l’inflazione rallenta dopo nove mesi di accelerazione. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +6,5% del mese precedente). Il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +42,4%) ed è imputabile sia ai prezzi degli energetici regolamentati (da +94,6% a +71,4%) sia a quelli degli energetici non regolamentati (da +36,4% a +31,7%).

Oltre all’energia, decelerano anche i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%). Accelerano invece i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,4%), quelli dei beni durevoli (da +1,6% a +2,2%), dei beni non durevoli (da +1,3% a +2,1%) e i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%). Pertanto, rileva ancora l’Istat, la «inflazione di fondo», al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,5% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%. Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +9,8% a +9,2%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +1,8% a +2,1%); si riduce quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 punti percentuali di marzo a -7,1). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +5,0% a +6,0%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, comprensivi dei carburanti e quindi diversi dal carrello della spesa, rallentano (da +6,5% a +5,9%).

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