di Giovanna Mancini
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Era la notizia che tutti, nella piccola exclave italiana di Campione d’Italia, aspettavano: il Tribunale di Como ha dato il via libera alla riapertura del Casinò, approvando il piano di concordato in continuità che prevede una ripartenza entro fine anno, con la riassunzione iniziale di 174 lavoratori.
Dopo 3 anni di difficoltà e faticosa ricerca di una nuova identità, la piccola cittadina in provincia di Como, ma situata in territorio svizzero, può guardare con ragionevole ottimismo al proprio futuro. La casa da gioco è storicamente il fulcro delle attività economiche del paese e la sua chiusura per fallimento, nel luglio 2018, aveva portato al licenziamento collettivo dei 482 dipendenti, oltre alla perdita del lavoro per altre 300 persone circa, occupate nell’indotto.
Numeri pesanti per una cittadina di nemmeno 2mila abitanti, con un Comune commissariato per 2 anni, dopo il default causato proprio dal fallimento della società di gestione del Casinò, che ne era la principale fonte di entrate. Non che in questi 3 anni siano mancati i progetti alternativi per rilanciare Campione, dall’idea di farne un centro internazionale del fintech a quella di realizzare un polo culturale e dell’entertainment. Ma nessuno, finora, è andato in porto, anche perché si tratta di progetti che richiedono tempi lunghi per essere sviluppati.
«Noi invece abbiamo tanti disoccupati con una forte specializzazione, che hanno bisogno di risposte immediate – osserva Paolo Bortoluzzi, assessore alle Infrastrutture della nuova amministrazione comunale, eletta lo scorso settembre –. Abbiamo sempre creduto che questa potesse essere l’unica risposta per i bisogni del paese. Ora bisognerà lavorare duro per trovare gli strumenti giusti con cui far ripartire la casa da giochi e il paese».
Il piano di risanamento approvato dal Tribunale di Como è stato presentato dalla società Casinò di Campione (come detto, al 100% di proprietà del Comune), guidata dall’amministratore unico Marco Ambrosini, affiancata da un team di professionisti, tra cui Vitale-Zane&Co., Dla Piper, gli studi legali di TollePilia&Associati e Ghislanzoni e lo studio Zezza, dopo che la Cassazione, lo scorso dicembre, ha dichiarato non fallita la società, consentendo di presentare un piano di concordato in continuità. «Il piano ha durata quinquennale e si fonda su una radicale discontinuità strategica, di governance e gestionale rispetto al passato – spiega Stefano Zane, amministratore delegato dello studio che ha predisposto il piano industriale e finanziario –. Come si dice in gergo, il banco vince sempre: un Casinò, per definizione, non può perdere se gestito con professionalità e attenzione. Ed è questo che prevede il nuovo progetto, grazie anche un nuovo rapporto con il socio Comune, che si è impegnato a sottoscrivere una convenzione in base alla quale i meccanismi di compenso da parte della casa da gioco rispetteranno l’equilibrio economico-finanziario della società di gestione».
Il piano prevede un significativo contenimento dei costi attraverso maggiore flessibilità organizzativa e ridimensionamento della pianta organica. Alla riapertura i dipendenti saranno 174, ma è previsto un progressivo aumento, fino a 270-280 persone, nell’arco dei 5 anni.
Un numero comunque inferiore rispetto ai quasi 500 impiegati fino a 3 anni fa, ma è prevista anche l’esternalizzazione delle funzioni non core, tra cui ristorazione, organizzazione degli eventi e attività di marketing, che potranno quindi creare nuova occupazione sul territorio. Quanto ai ricavi da gioco (che nel 2017 ammontavano a 91 milioni), nel primo anno di attività dovrebbero raggiungere i 41 milioni di euro, per salire a 80 milioni il quinto anno.
Sul fronte del debito, che ammonta oggi a 130 milioni, i creditori privilegiati (ovvero i dipendenti, l’Agenzia delle Entrate e l’Erario) saranno rimborsati al 100% nell’arco dei 5 anni, mentre i creditori chirografari (tra cui la Banca Popolare di Sondrio, principale creditore, e i fornitori) riceveranno il 60%, con la possibilità di arrivare a percentuali maggiori, anche al 100%, in caso di flussi di cassa superiori alle attese.
Ultimo passo sarà il pagamento del debito verso il Comune di Campione, non previsto nei 5 anni, salvo ricavi aggiuntivi che permettano di rimborsare completamente i chirografari e quindi procedere al pagamento dell’amministrazione. La parola finale, spiega Zane, spetta adesso ai creditori: l’udienza per l’omologa del concordato è in calendario il 2 novembre prossimo. Dopodiché, il Casinò potrà riaprire, e Campione voltare pagina.
Giovanna Mancini
Redattore ordinario
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