di Cheo Condina ed Eleonora Micheli
La Borsa, gli indici del 10 febbraio 2022
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Chiusura contrastata per le Borse europee, che hanno più volte cambiato passo nel corso della seduta, risentendo prima dell’attesa e poi dell’annuncio dell’importante dato sull’inflazione americana, volata a gennaio al 7,5%, livello che non si vedeva dal 1982. Gli investitori a questo punto ritengono che la Federal Reserve stringerà la cinghia in tema di politica monetaria, oltre quanto indicato nelle scorse settimane. Così anche i tassi dei bond Usa sono saliti, con quello del decennale che si è portato sopra il 2%. In Europa la Commissione Ue ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2022 e al rialzo quelle sull’inflazione. Milano, comunque, ha tenuto, nonostante Bruxelles abbia limato la previsione per il rialzo del pil 2022 al 4% dal precedente 4,3% e abbia ritoccato quella sull’inflazione al 3,9% dall’1,9%. Lo spread ha chiuso a oo punti.
A Piazza Affari sono però scivolate le Nexi, nel giorno della diffusione dei conti del 2021, con ricavi in crescita del 10% a 2,26 miliardi, anche per merito dell’acquisizione di Nets. A deludere gli analisti, però, sono state soprattutto le indicazioni per il 2022, inferiori alle attese. Sono invece state premiate le Banca Mediolanum, nel giorno dell’annuncio dei risultati 2021 da record e della super cedola da 0,58 euro pagata sull’esercizio 2021. Sono andate bene le banche, con Unicredit e Intesa Sanpaolo. Hanno fatto ancora bene le Cnh Industrial sempre premiate per l’andamento del comparto legato all’agricoltura a due giorni dalla pubblicazione dei conti del 2021.
Sul fronte dei cambi, l'euro ha registrato movimenti sulle principali valute: vale 1,1485 dollari (da 1,1438 di ieri in chiusura) e 133 (132,04), mentre il biglietto verde passa di mano a 115,87 yen (115,43). Infine, il petrolio è in rialzo: il contratto con consegna marzo del Wti si attesta a 91,27 dollari al barile, in progresso dell’1,8%.
Wall Street viaggia per buona parte della seduta in altalena ma poi vira con decisione al ribasso - per chiudere con il Dow Jones che perde l’1,47%, il Nasdaq a -2,10% e lo S&P 500 a -1,81% - dopo che il presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, ha dichiarato a Bloomberg News di essere favorevole a un rialzo dei tassi d'interesse di 50 punti base a marzo, che sarebbe il primo dal 2000, e di un intero punto percentuale entro l'inizio di luglio, in risposta alla più alta inflazione in 40 anni. Bullard, quest'anno, è un componente con diritto di voto sulla politica monetaria. Bullard ha poi detto di essere favorevole a dare inizio alla riduzione del bilancio della Fed - arrivato a livelli record per sostenere l'economia durante la crisi provocata dal Covid-19 - nel secondo trimestre dell'anno.
Si allarga ancora lo spread tra BTp e Bund che sottoperforma il rialzo del rendimento del BTp decennale benchmark per effetto della traslazione verso l'alto di tutta la curva dei rendimenti dell'Eurozona. Mentre infatti il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco ha terminato la seduta a quota 162 punti dai 154 punti del finale della vigilia, ben più ampio è stato il balzo del rendimento sulla scadenza decennale italiana. Il rendimento del BTp decennale benchmark è salito infatti di ben 15 punti, passando dall'1,77% di ieri in chiusura all'1,92% dell'ultima posizione segnata nella seduta di oggi.
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Eleonora Micheli
redattore Radiocor
Cheo Condina
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