di Stefano Biolchini e Andrea Chimento
Paolo Sorrentino al party pre-Oscar dei registi candidati
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Si sta per alzare il sipario sulla cerimonia più attesa dell’anno: aspettando di conoscere i vincitori ufficiali nella notte tra domenica e lunedì, in tutto il mondo impazzano pronostici e indiscrezioni sui candidati alle statuette più ambite dell’universo cinematografico.
Molto difficile, se non impossibile, la vittoria di «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino come miglior film internazionale: praticamente certo il successo del giapponese Ryusuke Hamaguchi con «Drive My Car», dopo i trionfi ottenuti ai Golden Globe e ai Bafta. Per la conquista dell’Oscar più importante, quello al miglior film, in pole position parte senza dubbio «Il potere del cane» di Jane Campion, titolo già premiatissimo che punta all'Oscar come ciliegina sulla torta del suo lungo percorso trionfale.
I titoli che potrebbero insidiarlo? «I segni del cuore - Coda», «Belfast» e con meno chance «West Side Story», ma un loro successo sarebbe sorprendente. Jane Campion dovrebbe inoltre vincere come miglior regista, diventando la terza donna a conquistare l’ambita statuetta dopo Kathryn Bigelow per «The Hurt Locker» e Chloe Zhao per «Nomadland».
Una gran bella sfida è quella per l'Oscar alla miglior attrice protagonista: Jessica Chastain («Gli occhi di Tammy Faye») potrebbe spuntarla, ma dovrà stare molto attenta a Nicole Kidman («A proposito dei Ricardo») e a Kristen Stewart («Spencer»), entrambe con possibilità di vittoria.
Meno interessante sembra invece la disputa per l'Oscar come miglior attore protagonista con Will Smith («Una famiglia vincente») nettamente in vantaggio sui suoi avversari. Tra i non protagonisti, favoritissima Ariana DeBose come miglior attrice per «West Side Story», mentre tra gli attori possibile testa a testa tra Kodi Smit-McPhee («Il potere del cane») e Troy Kotsur («I segni del cuore – Coda»).
Film d'animazione, costumi e miglior documentario. Strada in salita per il regista genovese Enrico Casarosa nella categoria per il miglior film d'animazione: il suo «Luca» difficilmente raggiungerà la statuetta che sembra pronta per «Encanto», il nuovo “classico Disney” uscito lo scorso autunno. Sempre a proposito di italiani, molto difficile anche il successo di Massimo Cantini Parrini per i migliori costumi con «Cyrano»: la statuetta dovrebbe andare a «Crudelia» o a «Dune» che parte in seconda posizione.
Il bellissimo «Flee», candidato a ben tre Oscar, potrebbe essere la scelta giusta come miglior documentario, anche se dovrà vedersela con la forte concorrenza di «Summer of Soul».
Se per la miglior sceneggiatura non originale dovrebbe avere la meglio ancora una volta «Il potere del cane» (ma attenzione allo straordinario copione di «Drive My Car»), una bella sfida a due è quella per la statuetta come miglior sceneggiatura originale tra «Licorice Pizza» di Paul Thomas Anderson e «Belfast» di Kenneth Branagh: noi tifiamo caldamente per il primo.
Diversi Oscar tecnici potrebbero portarli a casa «Dune» di Denis Villeneuve (dal montaggio alla fotografia, passando per effetti speciali, sonoro e colonna sonora), mentre la statuetta come miglior canzone potrebbe andare a «No Time to Die» di Billie Eilish e Finneas O'Connell, già vincitrice del Golden Globe di categoria.
Stefano Biolchini
redattore
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