Potente terremoto in Turchia e Siria: centinaia di morti
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La scossa sismica che ha colpito Turchia e Siria è il più grande terremoto «visto in 24 anni in questa regione». Lo ha dichiarato Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, evidenziando la portata di un disastro costato la vita ad almeno 1.400 persone.
«Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento - ha detto Özener - Circa 53 di loro sono più di 4 gradi (sulla scala Richter). Sette di loro sono più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni». Nel dettaglio della Turchia, bisogna risalire al 1999 per incontrare un terremoto di impatto simile: quello che ha travolto Izmit e la regione del mar del Marmara, con un bilancio di 17mila vittime.
Il disastro che si è consumato fra Turchia e Siria è l’ultimo di una serie di eventi che hanno provocato danni e bilanci di vittime simili in tutto il mondo.
Nel 2003 un terremoto di magnitudo 6,6 travolge Kerman, una provincia sudorientale dell’Iran, devastando la città di Bam e uccidendo 31mila persone.
Nel 2005 una scossa di magnitudo 7,6 nel nord-est di Islamabad, la capitale del Pakistan, provoca - almeno - 73mila vittime, propagandosi anche nella regione indiana del Kashmir con oltre 1.200 decessi.
A fine 2004, un terremoto di magnitudo 9,15 con epicentro a Sumatra innesca uno tsunami che ha travolto Indonesia, Thailandia, India e Skri Lanka, con un bilancio finale di 240mila fra vittime e dispersi.
Quattro anni dopo, nel 2008, la scossa originata nella provincia cinese Sichuna uccide 87.600 persone.
Nel 2010, una scossa da 7 gradi colpisce la capitale di Hait Port-au-Prince, con un bilancio di 360mila vittime e 80mila edifici (stima Onu) in macerie. Nell’agosto 2021 l’isola viene scossa da un terremoto da 7,2 gradi nel sudest, con 2.200 vittime e danni gravi per 13mila abitazioni.
Sempre nel 2010 una scossa da 8,8 gradi, in Cile, innesca uno tsunami e devasta migliaia di case, travolgendo infrastrutture e uccidendo 500 persone.
Nel febbraio 2011 si registrano una scossa 6,3 gradi in Nuova Zelanda, nella città di Christchurch, con 180 vittime. Meno di un mese dopo, l’11 marzo, è la volta di un terremoto di magnitudo 9 in Giappone: la scossa provoca uno tsunami che uccide quasi 15.700 persone e ne ferisce 5.700, scatenando - anche - il peggior disastro nucleare nel paese dal disastro di Chernobyl del 1986.
Nel 2012 si registrano due scosse da 6,4 e 6,3 in Iran, con un bilancio di circa 300 vittime vicino alla città di Tabriz nel nord-est del Paese. L’anno dopo, nel 2013, altri due terremoti «gemelli» da 7,7 e 6,8 devastano la provincia pakistan del Balochistan, con un bilancio di 825 vittime.
Nel 2014 un terremoto di magnitudo 6,3 colpisce la Cina sudorientale, uccidendo 600 persone nella provincia di Yunnan. Nel 2015 si registrano scosse da 7,8 in Nepal, con 9mila morti, da 7,8 in Afghanistan (400 vittime).
Nella primavera 2016 una scossa da 7,8 travolge l’Ecuador con 659 vittime sulla costa del Paese, mentre il 24 agosto dello stesso anno è il giorno della sequenza sismica italiana di Amatrice, Norcia, Visso: un disastro con oltre 300 vittime e oltre 41mila sfollati.
Nel 2017 si verificano due terremoti di grosso impatto. Il primo in Messico a settembre (7,1), con 369 vittime e danni alla capitale che non si registravano dal sisma del 1985. Il secondo in Iran (7,3), nella regione orientale del Kermanshah, con 400 vittime (e altri sei in Iraq). Nel settembre 2018 l’Indonesia registra una scossa di magnitudo 7,5 nell’isola di Sulawesi: lo tsunami che ne risulta uccide 4.300 persone.
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