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Space Economy, l’Osservazione della Terra vale 200 milioni

di Luca Orlando

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9 febbraio 2023
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4' di lettura

I punti di osservazione di Leaf Space. Oppure il “cargo” verso lo Spazio di D.Orbit. O ancora le nuove commesse di satelliti prese da Ohb Italia, lo straordinario successo di Argotec e Optec, entrambe presenti nella missione Nasa che per la prima volta nella storia riesce nell’impresa di deviare un asteroide nello spazio profondo.

Settore in grande fermento quello della Space Economy, sviluppi visibili nei percorsi delle aziende e corroborati dai dati raccolti dall’Osservatorio del Politecnico di Milano.

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Il 2022 - spiegano i ricercatori - per l’italia è stato in effetti l’anno del consolidamento di un percorso avviato da tempo, in cui si sono poste le basi per il decollo dei prossimi anni.

Tra il 2021 e il 2027, il bilancio complessivo dell'Europa destinato al settore è di 14,8 miliardi di euro, la somma più alta mai stanziata dall'UE per lo Spazio, in un mercato della Space Economy sempre più in crescita: a livello mondiale si attesta attorno ai 100 miliardi di euro, guidato dagli Stati Uniti con 62 miliardi di dollari di investimenti e un budget NASA ai 24 miliardi di dollari per il 2022.

In Italia, nel 2022 il solo mercato dei servizi di Osservazione della Terra ha raggiunto il valore di 200 milioni di euro. Ad operarvi sono 144 imprese, in gran parte Pmi distribuite su tutto il territorio nazionale, che offrono soluzioni e servizi di innovazione digitale basati su tecnologie e dati satellitari.

Proprio il settore dell'Osservazione della Terra è il più rappresentato nelle applicazioni satellite-based (prodotti e servizi che utilizzano dati provenienti da satelliti elaborati da tecnologie digitali). Oggi se ne contano 421, la maggioranza delle 1008 censite a livello mondiale, seguite da applicazioni di Navigazione satellitare (384) e di Comunicazione satellitare (203).

Lato nuove imprese, nel 2022 le startup della Space Economy hanno raccolto 8 miliardi di euro a livello globale, un rallentamento dopo l'exploit del biennio precedente (con quasi 14 miliardi di euro raccolti nel 2021), dovuto all'instabilità geopolitica, la crisi dei mercati finanziari e alla frenata delle operazioni di SPAC (Special Purpose Acquisition Company), che sono state regolate nel febbraio 2022.

«La Space Economy - spiegano i responsabili dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano Paolo Trucco e Franco Bernelli Zazzera - sta assumendo un ruolo sempre più strategico sia nelle dinamiche di innovazione cross-settoriale che coinvolgono le imprese, sia nella politica industriale dei Paesi più avanzati. Dopo anni di gestazione, ci sono oggi segnali evidenti che la New Space Economy italiana sia in rampa di lancio, pronta per giocare un ruolo sempre più centrale anche in Europa».

«Dal punto di vista tecnologico due i macro-trend stanno rivoluzionando completamente questo mercato – aggiungono Angelo Cavallo e Antonio Ghezzi, rispettivamente Direttore e Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Space Economy -. Il primo è l'avvento di sistemi miniaturizzati combinato alla standardizzazione che ha permesso l'avvio della produzione in serie di alcuni sistemi favorendo la diffusione di nano-satelliti di meno di 10 kg, con una notevole riduzione di tempo e risorse necessarie nonché un risparmio del costo della messa in orbita. Il secondo macro-trend è il frazionamento, che permette di soddisfare le esigenze dei nuovi utenti del settore spaziale ed è fondamentale per l'erogazione di alcuni servizi, come gli In-Orbit Services».

Il mercato dell'Osservazione della Terra - Il 65% del fatturato complessivo di questo settore è legato a enti pubblici nazionali o sovranazionali, Agenzie Spaziali ed Enti pubblici locali come Regioni, Province e Comuni. Il restante 35% è invece imputabile alla domanda proveniente da Grandi imprese, Pm e Startup che stanno per prime investendo in Osservazione della Terra. I principali ambiti di applicazione riguardano diversi settori: da agricoltura a silvicoltura e pesca, da energia a servizi di pubblica utilità, edilizia e infrastrutture. Da finanza, assicurazioni, comparto legale e ambiente a wildlife.

Le imprese del segmento downstream (IT provider e system integrator) operanti nel settore sono 144, aziende localizzate per il 40% nel Nord Italia, per il 40% al Centro, per il 20% al Sud e nelle isole, che hanno un'offerta eterogenea che spazia dai dati ai servizi, passando per tecnologie abilitanti come piattaforme e infrastrutture. Per il 55% delle aziende i sensori ottici sono la fonte dati principale, mentre il restante 45% si appoggia prevalentemente su tecnologie SAR (Synthetic Aperture Radar).

In termini di filiera, l'upstream (le aziende dell'industria spaziale) tende ad attrarre maggiori investimenti per la necessità di progettare e sviluppare nuova infrastruttura, attestandosi al'60% del totale, mentre il downstream (IT provider e system integrator), il cui focus risiede nello sviluppo di servizi a valore aggiunto all'intersezione tra i dati spaziali e le tecnologie digitali, si attesta a 3,2 miliardi di euro (40% del totale).

Le imprese integrate verticalmente raccolgono 4,5 miliardi di euro di finanziamenti (oltre il 50% del totale). L'offerta di servizi a valore aggiunto viene sempre più affiancata dalla progettazione e realizzazione dello stesso satellite.

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