di Andrea Marini
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Lombardia e Lazio voteranno domenica 12 (dalle 7 alle 23) e lunedì 13 febbraio (dalle 7 alle 15) per rinnovare il consiglio regionale ed eleggere il presidente della Regione. In Lombardia i candidati principali saranno il governatore leghista uscente Attilio Fontana (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia), Pierfrancesco Majorino del Pd (con l’appoggio anche di M5s, Alleanza Verdi-Sinistra) e Letizia Moratti, ex viceprensidente della Regione guidata da Fontana e ora sostenuta dal Terzo Polo. Nel Lazio i principali nomi in corsa sono l’ex presidente della Croce rossa Francesco Rocca (FdI, Lega, Fi), l’assessore uscente alla Sanità della giunta Zingaretti, Alessio D'Amato (Pd e terzo polo), e la giornalista Rai Donatella Bianchi (M5s),
La norma “capostipite” delle leggi elettorali regionali è la legge Tatarella del 1995: elezione diretta del presidente e consiglio regionale eletto con un proporzionale corretto da un premio di maggioranza che premia le liste a sostegno del candidato presidente vincitore. Poi, dopo la riforma del Titolo V del 2001, le Regioni hanno avuto la facoltà di cambiare il proprio sistema di voto. E Lazio e Lombardia hanno corretto le proprie leggi elettorali prima del voto del 2018.
In Lazio e in Lombardia è eletto presidente il candidato governatore che ottiene più voti. Senza ballottaggio, come invece per i sindaci dove per essere eletti al primo turno bisogna superare il 50% dei voti altrimenti si va a un secondo turno tra i primi due candidati che hanno ottenuto più consensi. Sia nel Lazio che in Lombardia è previsto che il candidato presidente secondo classificato sia eletto immediatamente in consiglio regionale.
Per l'elezione del consiglio, il territorio della regione (sia in Lazio che in Lombardia) è diviso in tanti collegi quante sono le province. In ogni collegio sono presenti i candidati governatori con la lista (o le liste coalizzate) di candidati consiglieri regionali che li appoggiano. In Lombardia, le liste che appoggiano il candidato governatore vincente ottengono il 55% dei seggi (ripartiti in maniera proporzionale) se il candidato governatore ottiene meno del 40% dei voti; se ottiene più del 40% i seggi salgono al 60% (ma le liste che appoggiano il candidato eletto governatore non possono ottenere più del 70% dei seggi).
Fac simile della scheda elettorale per le regionali in Lombardia (provincia di Milano)
Nel Lazio invece il sistema è più semplice: le liste che appoggiano il neogovernatore ottengono un bonus di 10 seggi (su 50) ripartiti in maniera proporzionale. Nel Lazio, come in Lombardia, sono previste delle correzioni per far sì che ogni provincia elegga almeno un consigliere. Il bonus di seggi non sempre garantisce al governatore la maggioranza (la cosiddetta anatra zoppa), come avvenuto per Nicola Zingaretti nel 2018: la migliore performance delle liste del centrodestra rispetto al centrosinistra garantì a quest’ultimo a inizio legislatura solo 24 seggi su 50. Ma il presidente, essendo eletto direttamente dai cittadini, non necessita di un voto di fiducia del consiglio per entrare in carica. Zingaretti riuscì anche a respingere una mozione di sfiducia, a causa delle divisioni nelle opposizioni, fino a quando l’accordo con il M5S riuscì a blindare la consiliatura.
Fac simile della scheda elettorale per le regionali nel Lazio (provincia di Roma)
Per eleggere il governatore e i consiglieri regionali, gli elettori di Lazio e Lombardia si troveranno di fronte una unica scheda. Accanto ai nomi dei candidati governatori sono racchiusi i simboli (o il simbolo) delle liste (o della lista) che li appoggiano. Ciascun elettore può votare: per il solo candidato governatore (nel caso il voto non si estende alle liste collegate); per il candidato governatore e una lista collegata; solo per una lista (ma il voto si estende anche al candidato governatore collegato).
Come per la elezione dei sindaci, è possibile votare anche per un candidato governatore e per una lista che appoggia un altro candidato governatore: si tratta del cosiddetto voto disgiunto, ideato per “costringere” i partiti a scegliere un candidato presidente di alto profilo, in grado di strappare consensi anche alle liste avversarie. Infine, sia in Lazio che in Lombardia, è possibile esprimere due preferenze per i candidati consiglieri. Tuttavia, vale la doppia preferenza di genere: se la prima preferenza è per un candidato maschio, la seconda deve essere data ad una donna.
Andrea Marini
redattore
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