di R.I.T.
Smart working post-emergenza, il lavoro diventa ibrido
3' di lettura
Un progetto, due obiettivi. Il progetto si chiama Venywhere, che fonde il nome Venice con la parola everywhere (dovunque), gli obiettivi sono sperimentare il nuovo lavoro ibrido e cominciare a ripopolare Venezia con persone qualificate che aggiungano attrattività al centro storico da cui sfuggono abitanti. Al progetto, che sta coinvolgendo diverse grandi aziende, ha aderito anche il colosso della tecnologia Cisco. Sedici dipendenti del gruppo arrivati da Spagna, Francia e Grecia, seguendo i principi del progetto di nuova attrattività Venywhere fondato da Massimo Warglien, si sono trasferite a fine marzo fra campielli e callette, e per tre mesi, fino a maggio, vivono e lavorano a Venezia.
Il progetto, presentato nel palazzo delle Procuratie Vecchie di Venezia, è un primo pilota operativo di Venywhere - al quale Cisco fornisce sostegno tecnologico - che, in collaborazione con Venice Foundation e le università Ca’ Foscari e Iuav, mira a promuovere il rinnovamento urbano di Venezia attraendo talenti anche attraverso lo sviluppo delle condizioni per il lavoro ibrido. Il progetto Verywhere offre ai nuovi “veneziani” acquisiti il sostegno per trovare alloggi e spazi lavorativi adeguati e li coinvolge nella vita della città e della comunità veneziana, con anche la partecipazione alle associazioni sociali o ambientaliste.
Le prime risposte fanno sperare bene: già decine di migliaia le visite alla piattaforma dedicata e oltre 1.500 lavoratori da tutto il mondo già iscritti, prima ancora del lancio ufficiale dell'iniziativa. Un progetto che mira a intercettare la vasta platea dei workers from anywhere, che ormai rappresentano una frontiera sempre più consolidata nel mondo contemporaneo. Ponendo un freno non solo al calo dei residenti (entro l'estate meno di 50mila) ma anche alla chiusura delle attività economiche per i cittadini, in un perverso circolo vizioso.
Chuck Robbins
Nel periodo di permanenza a Venezia la squadra Cisco svolge la abituali attività lavorative, fornendo i dati che saranno poi analizzati in collaborazione con Ca’ Foscari e da cui arriveranno importanti indicazioni per l’attuazione di modelli e soluzioni di lavoro ibrido.
«Vogliamo consentire alle persone di vivere le loro ambizioni professionali in armonia con la loro vita e con le esigenze che mutano a seconda del momento della vita in cui ci si trova», commenta Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia. «Le tecnologie sono fondamentali perché ciò sia possibile». Le tecnologie del lavoro da remoto permettono alle persone di decidere dove lavorare, e le aziende oggi possono selezionare talenti in tutto il mondo senza dover esigere loro di trasferirsi negli uffici centrali.
I dati raccolti tramite il lavoro ibrido dei 16 “pionieri” consentiranno di valutare l’impegno, l’autonomia, la flessibilità e gli schemi di lavoro. L’analisi permette di leggere in che modo i dipendenti preferiscono lavorare, con quali tempi, in quali spazi. Non ci sono finalità di controllo - avverte l’azienda - e l’obiettivo della sperimentazione è individuare “come” lavora chi non è più obbligato al legame fisico con l’ufficio e i suoi orari, e osservare come il benessere aumenta rendimenti e produttività delle persone.
Gianmatteo Manghi
«La collaborazione che abbiamo attivato con Venywhere ci permette di raccogliere sul campo indicazioni concrete su ciò che si potrebbe realizzare, grazie all’esperienza maturata in una città storica che sta ridefinendo il proprio futuro», riassume Chuck Robbins, presidente e amministratore delegato del colosso Cisco, presente a Venezia. «Le nuove tecnologie e applicazioni devono anche essere sicure. Perché i nostri dati e applicazioni non sono più tutti in un posto, come succedeva in passato, ma sono ovunque. Questa è una sfida enorme e ha un potenziale incredibile», ha detto Robbins.
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy