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Apple pronta a tagliare la produzione di iPhone per la crisi dei chip

Crisi dei chip, Google svilupperà proprie CPU

Il colosso di Cupertino pianifica di produrre 10 milioni in meno di iPhone rispetto ai suoi target a causa della «prolungata carenza di chip»

13 ottobre 2021
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2' di lettura

Apple è pronta a ridimensionare i suoi obiettivi di produzione del modello di iPhone 13 per il 2021, arrivando a tagliarli di 10 milioni di unità rispetto alle previsioni. Il cambio di rotta è imputabile alla carenza di chip che continua a preoccupare il mondo del tech e altri settori.

L’azienda aveva previsto di sfornare 90 milioni dell’ultimo modello di iPhone nei tre mesi finali del 2021, ma sta aggiustando al ribasso le sue aspettative perché i partner Broadcom e Texas Instruments non riescono a fornire abbastanza componenti. A scriverlo è l’agenzia Bloomberg, citando una fonte interna alla società.

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La carenza di chip e i problemi con i fornitori

Apple è una delle aziende che compra i volumi maggiori di chip su scala mondiale, dettando il ritmo della supply chain. La sua influenza sul mercato non le ha impedito di scontrarsi con la stessa carenza di chip che incalza il resto delle aziende del settore, in una crisi che rischia di trascinarsi fino al 2022 e oltre. Apple riceve le componenti per il display da Texas Instruments e quelle wireless da Broadcom, ma sta riscontrando problemi e ritardi anche da altri fornitori e per dispositivi diversi dal suo smartphone.La carenza di chip, in realtà, ha già avuto un impatto sull’azienda e la capacità di consegnare i modelli nei tempi stabiliti.

Consegne rinviate, ma sarà comunque boom di ricavi

Gli ultimi esemplari della Mela Morsicata, iPhone 13 Pro e iPhone 13 Pro Max, sono andati in vendita a settembre ma non saranno consegnati agli acquirenti per circa un mese. Gli ordini in corso sono stati rinviati a metà novembre, con l’obiettivo di recapitare gli smartphone in tempo per la stagione delle vacanze natalizie. Il trimestre dovrebbe chiudersi con un balzo di vendite capace di portare i ricavi a 120 miliardi di dollari, un rialzo del 7% rispetto all’anno scorso e l’equivalente di quanto il gruppo incassava in 12 mesi un decennio fa.

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